05 settembre 2020

INCENDI: SUBITO MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO, MA ANCHE DRONI, TELECAMERE E PRESÌDI PER UN EFFICACE CONTROLLO. LO MEO: INTERVERREMO CERCANDO DI ASSECONDARE I PROCESSI NATURALI CHE NORMALMENTE CI SONO NEL BOSCO. VALUTATI I DANNI, OPEREREMO SULLA RIPRESA VELOCE DELLA VEGETAZIONE


Dal sito filodirettomonreale.it

Dai timori per le frane alle strategie per fronteggiare i prossimi "eventuali" incendi: a Monreale tavolo tecnico sindaci-dipartimento Azienda foreste

Scritto da Luigi Gullo il 4 Set 2020
MONREALE – Nessuna rassegnazione ma la voglia di mettere sul campo, e da subito, strategie efficienti. Intanto per mettere in sicurezza i territori dai rischi geologici conseguenti agli incendi, e poi per mettere in atto, e in tempo, strategie efficaci, così da non essere colti impreparati in occasione dei prossimi incendi che, puntuali, si verificheranno.

Sono stati questi i temi trattati questa mattina, presso la Sala Rossa del comune di Monreale, dai sindaci del comprensorio palermitano devastato dagli incendi di agosto.

L’incontro, presenziato dal sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, ha visto la presenza dei sindaci di Altofonte, Angela De Luca, di San Giuseppe Jato, Rosario Agostaro, di Piana degli Albanesi, Rosario Petta, di un rappresentante del comune di Corleone, Salvo Schillaci, del dott. Vincenzo Lomeo, dirigente della provincia di Palermo dell’Azienda foreste demaniali, dipartimento sviluppo rurale, e del Presidente del consiglio comunale di Monreale, Marco Intravaia.

Angela De Luca ha rappresentato e condiviso con gli omologhi degli altri comuni una viva preoccupazione dinanzi al rischio frane legato alla distruzione del bosco: “Non mi voglio trovare nella condizione di dovere evacuare 50 abitazioni all’arrivo delle prime piogge”.




“Interverremo – ha spiegato Lo Meo rispondendo ai timori dei sindaci – cercando di assecondare i processi naturali che normalmente ci sono nel bosco. Valutati i danni, opereremo sulla ripresa veloce della vegetazione”.

In pratica le squadre dell’azienda foreste demaniali si occuperanno di tagliare gli alberi pericolanti che si trovano in prossimità delle case o delle strade, la cui caduta potrebbe arrecare un danno. Gli altri alberi del bosco, ancorché bruciati, in una prima fase non verranno tolti dato che con il loro apparato radicale riescono ancora a svolgere la funzione di imbrigliare e trattenere il terreno e proteggono dalla caduta di eventuali massi. “Su questi faremo pulizia, potature, scalzeremo al piede le querce. Una parte importante del bosco ha avuto una rinnovazione naturale legata al fatto che il leccio si è insediato e vogliamo favorirne il ricaccio”.


“In caso di forti piogge – ha spiegato Rosario Petta, primo cittadino di Piana degli Albanesi – mi troverò nelle condizioni di dovere evacuare intere zone. Incombe il pericolo di caduta massi. Dobbiamo tenere alta l’attenzione e pretendere un intervento repentino per mettere il territorio subito in sicurezza”.

Sulla creazione di reti protettive invece dovrà intervenire la Protezione Civile.

Secondo le statistiche, l’80% dei boschi ha natura dolosa, il 15% colposa, quindi dovuto essenzialmente a fuochi non controllati, mente solamente il 5% è riconducibile a fattori accidentali. E secondo il dott. Lomeo per prevenire gli incendi dolosi è importante attivare le comunità locali affinché si prendano cura e controllino il territorio, in occasione delle giornate di scirocco, e nei punti sensibili.

Gran parte del lungo incontro è stato poi dedicato alle strategie da mettere in campo per evitare che il prossimo anno nuovi delinquenti possano appiccare facilmente incendi, facendo scempio di quel poco che ormai rimane.

“A Monreale è rimasto un solo bosco” – ha spiegato il sindaco di Monreale, secondo il quale questo incontro dovrà essere propedeutico alla creazione di un comitato, costituito dai sindaci del comprensorio, che devono muoversi all’unisono. Arcidiacono, rivolgendosi anche a Marco Intravaia, ha chiesto ai presenti di incidere sulla Regione affinché vengano messe risorse per attivare il controllo del territorio tramite l’impiego di termocamere, che possono coprire un territorio di 10 km, di teletrappole e droni in grado di perlustrare anche di notte.

Petta ha aggiunto come l’intervento dei Canadair sia venuto a costare, in un solo giorno, circa 200 mila euro. “Risorse economiche che si devono invece utilizzare in fase strategica per controllare il territorio”. Il sindaco di Piana ha anche chiesto di creare dei percorsi all’interno dei boschi per favorire l’intervento dei mezzi di terra in caso di incendi.

Tra le alte proposte, la De Luca ha suggerito la creazione di vasche d’acqua più diffuse tra i boschi per facilitare l’approvvigionamento idrico per i mezzi antincendio, sia autobotti che elicotteri.

Il sindaco di Monreale ha infine avanzato l’ipotesi di richiedere l’intervento dell’esercito per un controllo più puntuale del territorio, ma anche di utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza per avere presidi più stabili.


Come anticipato dal rappresentante del comune di Corleone, e condiviso da tutti i presenti, è emerso chiaramente come i comuni non abbiano le risorse economiche per intervenire sulla prevenzione da attacchi incendiari. “Siamo il punto di riferimento per i cittadini, ma non siamo nelle condizioni di dare questo genere di risposte”.







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