04 settembre 2020

DA ALTOFONTE UN MONITO PER LA QUESTIONE FORESTALE

Ho chiesto a Michelangelo Ingrassia, componente dell'Esecutivo Territoriale Uila Uil di Palermo, una serie di articoli sul problema forestale. 
Pubblico oggi il primo.
Michele Mogavero

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Michelangelo Ingrassia 
componente dell'Esecutivo Territoriale Uila Uil di Palermo


Associazioni, comitati,
sindacati, istituzioni municipali, cittadini e cittadine si ritroveranno oggi pomeriggio alle ore 17:30 in piazza Falcone e Borsellino, Altofonte, per dare vita anima e corpo al "sit-in per il Bosco della Moarda". Non è la prima volta che le forze dal basso si uniscono per dare una spinta propulsiva al Governo della Regione, al Parlamento siciliano, alla Pubblica Amministrazione regionale affinché affrontino secondo forme, modi e tempi della grande politica e della buona amministrazione (e non seguendo le logiche dei cavilli burocratici e della politichetta elettoralistica degli annunci), la questione forestale. Era già accaduto dopo il drammatico incendio di Casaboli, nel 2018; dopo il terribile incendio di Monte Pellegrino, nel 2016; con l'iniziativa "Sveglia Regione" che vide mobilitare consigli comunali, giunte municipali e sindaci insieme a Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, nel 2019.
Il Bosco della Moharda oggi diventa simbolo della questione forestale siciliana, insieme al Bosco di Casaboli e al Bosco di Monte Pellegrino e insieme a tutti i boschi, ai campi a pascolo e a coltura agraria, ai terreni incolti che ogni anno, a cominciare dal primo di questo secolo, sono stati aggrediti da incendi che sono andati aumentando nel numero, nell'estensione, nell'intensità distruttiva. E quando si dice questione forestale siciliana ci si riferisce ad una serie di elementi  dei quali la vegetazione che va in fumo è quello più immediato e visibile ma non il solo. La questione forestale riguarda innanzitutto le nostre radici culturali: dalle grotte della Moharda che raccontano l'età del bronzo, alle grotte del Monte Gallo che testimoniano l'età del rame, ai ritrovamenti nel Monte Billiemi che narrano l'età del ferro. La questione forestale riguarda la resistenza al degrado degli ambienti naturali, la resistenza all'inquinamento dell'aria e dell'acqua, la resistenza alla desertificazione progressiva del clima e del territorio, la resistenza al dissesto idrogeologico che avanza con la violenza di cui è capace la natura offesa dall'imperialismo dominante dell'uomo, la resistenza alla cementificazione e alle discariche abusive, la resistenza all'agonia dell'arredo verde urbano autostradale ferroviario, la resistenza al decremento della superficie boscata e al peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni di montagna. La questione forestale riguarda anche le attività produttive del bosco contemplate nella legislazione regionale vigente e mai attuate, come quelle previste dai nove commi dell'articolo 14 della Legge Regionale 6 aprile 1996, n. 16 che elenca una serie di attività complementari dell'Amministrazione Forestale in aggiunta ai suoi compiti principali; riguarda la fruizione sociale dei boschi anche a fini ricreativi, prevista tra le finalità della Regione (e che non si riduce a qualche tavolo e panchina in legno, tra alte sterpaglie, enfaticamente definite aree attrezzate); riguarda l'esercizio del pascolo e della raccolta dei frutti del sottobosco, la raccolta e commercializzazione dei funghi epigei; riguarda l'attività vivaistica. La questione forestale riguarda anche le opere di prevenzione previste dalla legislazione vigente: dal Piano per la difesa della vegetazione dagli incendi al programma poliennale di interventi idraulico-forestali, dalle opere di sistemazione e regolazione dei corsi d'acqua a quelle per la protezione del suolo.
La questione forestale, infine, è anche una questione di forza-lavoro e di capacità finanziaria. Non è possibile, infatti, risolvere la questione forestale e quindi fare tutto quello che è stato qui menzionato, se non vi è una forza-lavoro disponibile e delle risorse finanziarie investite. Qui entriamo nel paradosso. C'è tanto lavoro da fare, c'è tanta manodopera a disposizione, ma le due cose non si riesce a metterle bene assieme. Com'è stato possibile, dal 1989 in poi, spezzare l'equilibrio tra domanda e offerta di lavoro nel settore forestale? Risponderemo in altra occasione a questa domanda; ciò che oggi preme sottolineare è che questo equilibrio va ricercato e recuperato mettendo insieme, nel miglior modo possibile in termini di cicli lavorativi e produttivi, i lavoratori disponibili e il tanto lavoro che c'è da fare se vogliamo che la prevenzione torni a significare difesa della vegetazione, protezione del suolo, valorizzazione sociale e produttiva del bosco. Precisamente questo è lo scopo della riforma di settore potentemente voluta dalle forze dal basso, sindacati in testa, e cioè: non trovare una sistemazione per i ventimila lavoratori ma utilizzare al meglio i ventimila lavoratori per risolvere la questione forestale ed evitare il decesso della prevenzione da lungo tempo in coma. Penso che per mettere insieme il tanto lavoro che occorre fare e i tanti lavoratori disponibili, sia opportuno iniziare riducendo a due (dei quattro attuali) i contingenti dei lavoratori forestali. Questo ci conduce alla questione delle risorse finanziarie. Quale somma è stata appostata per il prossimo anno nell'apposito fondo? Zero euro. Che uso viene fatti dei famosi duecento milioni appostati nei capitoli di bilancio? Danzano da una voce all'altra per garantire copertura là dove necessità. Così non si va da nessuna parte; così non si è andati da nessuna parte, come dimostra il sit-in di oggi per la Moharda. Diceva De Gasperi che il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni. 
Per vincere le elezioni da statisti occorre programmare e investire sulle grandi questioni da risolvere, al fine di salvaguardare quello che sarà il presente delle generazioni di domani. Dobbiamo lasciare a chi verrà dopo di noi una Sicilia con il bilancio sano ma con l'ambiente malato? Per rispondere a questa domanda è necessario trovare il coraggio di pretendere ed ottenere un rivoluzionario cambiamento nell'agenda politica delle priorità. Prima di tutto finanziare con coerenza e rendere esecutive le norme già esistenti in materia forestale e di tutela della vegetazione riformando e riequilibrando l'incontro tra lavoro forestale da fare e lavoratori forestali disponibili. Altofonte rivendichi oggi la soluzione della questione forestale come prioritaria per tutta la Sicilia e per le generazioni di oggi e di domani.
Michelangelo Ingrassia





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