26 ottobre 2019

DISPERSO SUI NEBRODI, PARLA IL MEDICO RITROVATO DALLA FORESTALE


Dal sito www.lecodelsud.it

25 Ottobre 2019
Intervista di Rosalba Famà

5 giorni a vagare per i boschi
La sua non è stata la solita disavventura di chi si perde nel bosco; è capitato più volte di registrare allarme per qualche disperso, specie in questi periodi prediletti da chi va in cerca di funghi e solitamente l’attesa angosciante dei familiari e l’ansia dei soccorritori si esaurisce nell’arco della stessa giornata, al massimo all’indomani. Per il dott. Francesco Faro, 74 anni, la terribile esperienza è durata cinque giorni: un tempo apparso infinito in mezzo ai boschi dei Monti Nebrodi dove, da appassionato della montagna e del trekking, era alla ricerca di funghi. Finalmente è rientrato a Messina, ancora assistito in struttura sanitaria dopo la breve degenza all’ospedale di Sant’Agata di Militello dove lo hanno accompagnato gli uomini della Forestale che lo hanno salvato.

Nel suo racconto ancora la trepidazione dei primi momenti e il timore di quelle interminabili giornate: “Ero uscito da solo per una semplice passeggiata di ispezione finalizzata alla raccolta dei funghi nel bosco. Dopo aver lasciato la macchina, mi sono addentrato nei Nebrodi e ad un certo punto, al tramontare del sole, mi sono ritrovato in un posto diverso da quello in cui immaginavo di essere. Evidentemente, una banale distrazione dal percorso ha trasformato la lietezza di un pomeriggio in una terribile avventura”.

Il cellulare non l’ha aiutata?
“Purtroppo era già scarico quindi non ho potuto avvisare familiari o forze dell’Ordine e chiedere aiuto; né ho avuto la fortuna di incontrare qualcun altro che raccogliesse funghi o facesse altre attività di trekking. Ogni tanto sentivo qualche rumore non lontano da me e provavo a urlare a squarciagola per tentare quello che sembrava ormai impossibile, specie col passare delle ore e dei giorni”.

Ha temuto che potesse finire in tragedia?
“Mi sono sentito definitivamente perso proprio all’alba del quinto giorno, proprio quello in cui poi per fortuna sono stato ritrovato grazie anche ad un tratto di bosco che aveva un sentiero più visibile dal quale richiamare l’attenzione dei soccorritori in zona. Ormai avevo finito le forze e la mia resistenza giungeva al termine: in quei lunghissimi e interminabili cinque giorni e cinque notti, i miei familiari, che pur continuavano a sperare, vedevano scemare le loro speranze. Inoltre io sono diabetico, quindi non avevo chiaramente l’insulina con me: uno stato di salute che poteva essere letale. Ciò incrementava le mie e le loro preoccupazioni. Più cercavo di ritrovare la strada verso la mia auto, più mi sentivo affaticato. Mi fermavo ripetutamente per recuperare le energie, poi crollavo di stanchezza senza orientamento e tra sentieri impervi, non battuti, dirupi e dislivelli”.

E’ riuscito a bere, cosa ha mangiato? Dove ha dormito?
“Nessuna capanna e alcun rifugio: in realtà ho avvistato qualche casolare ma era in condizioni pessime e molto sporco, dunque ho preferito dormire tra gli alberi, anche perché non c’è stata pioggia in questi giorni. Mi ricoprivo, come possibile, di rami e fogliame secchi, nell’impresa di difendermi dal freddo che comunque non era così forte come si potrebbe pensare. Certo, ero abbigliato solo con una camicia di cotone e una di jeans, ma tutto sommato sono state sufficienti a non farmi soffrire più di tanto. Non ho trovato nulla da mangiare poiché il bosco non offre frutti in questo periodo dell’anno; invece attingevo acqua in mezzo alla vegetazione da piccole pozze, quelle che mi sembravano più pulite”.

Qual è stata la maggiore difficoltà?
”La cosa che più mi ha afflitto è stato il non poter comunicare in alcun modo con nessuno; non potevo lanciare l’allarme. Una solitudine unita al pensiero della mia famiglia che forse pensava fossi già morto: sensazioni terribili. Poi la fauna, i movimenti che nella notte si percepivano a volte vicini, incutevano sempre una certa apprensione. Di giorno i maiali selvatici mi evitavano perché sono generalmente mansueti, al buio durante la notte invece avevo tutt’altra impressione, ma non sono pericolosi finché non si sentono importunati in qualche misura”.

Tornerà a raccogliere funghi?
“Certamente, stando molto più attento e magari in compagnia”.

Fonte: www.lecodelsud.it



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