16.08.2019 - Eliseo Bertolasi
Sono anni che il Veneto aspira, rincorre l’autonomia. Per il Veneto non è solo una questione politica ma soprattutto storico-identitaria.
L’ottimo risultato del voto referendario per l’autonomia del 2017 aveva riacceso le speranze dei veneti, in seguito rinvigorite dalla nascita del governo “Lega-5Stelle” nel giugno dell’anno scorso. Tuttavia, con la crisi di governo in atto, della quale non si conosce ancora l’esito, la possibilità che si arrivi in breve a una decisione sull’autonomia appare al momento attenuata.
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia che ha investito molte energie sull’istanza dell’autonomia ha lanciato un appello che positivamente tiene vive le aspettative: “Nuovo esecutivo entro novembre per chiudere con l’autonomia”.
Per capire su cosa si basino queste aspettative e le posizioni che infiammano il cuore della “base” venetista, abbiamo raggiunto il dottor Edoardo Rubini, presidente di “Europa Veneta”, autore di numerose pubblicazioni relative alla storia del Diritto Veneto, dei Veneti antichi e della Repubblica Serenissima, anche membro dell’Associazione “Veneto-Russia” e del “Comitato Veneto Indipendente”.
– I Veneti si considerano da sempre una Nazione a parte. Con i suoi 14 secoli di storia, la Veneta Serenissima Repubblica è riguardata dai migliori storici come la Repubblica parlamentare più longeva mai esistita. La sua soppressione non fu decisa in nessun atto ufficiale, essendo conseguita alla terribile occupazione dell’armata napoleonica negli anni 1796-1797: persino il trattato di Campoformido vide assegnare all’Austria le Venezie come uno Stato sovrano, che il Congresso di Vienna del 1815 trasformò allora in “Regno Lombardo-Veneto”. I Veneti negli anni 1848-49 formarono di nuovo la Repubblica Veneta indipendente, sotto la guida di Daniele Manin, che guardava con malcelata ostilità non solo a Vienna, ma anche al Regno di Piemonte; dopo un plebiscito che non garantiva alcuna libertà di voto, fu emanato il Decreto Regio n. 3300, del 4 novembre 1866, che sanciva l’annessione delle Venezie al Regno d’Italia.
– L’Italia non ha riconosciuto la storia passata del Veneto?
– Ancora oggi la scuola italiana finge che non sia mai esistito un Popolo veneto e ne nega la storia in modo sistematico e capillare. Tuttavia, con la caduta del fascismo e la Costituzione del 1948, i Veneti hanno avuto una sorta di risarcimento della perduta libertà con la creazione della Regione Veneto. Noi oggi vogliamo che le scuole venete insegnino agli studenti la nostra storia ultramillenaria.
Lo Statuto Veneto del 1971 ha disegnato la Regione come un’eredità delle forme storiche di autogoverno dei Veneti: insomma, i Veneti rivendicano la vocazione di governarsi da sé, Italia o non Italia. Già negli anni ‘80, il leader Bernini (D.C.) e Carraro (P.S.I.) cominciarono a formulare proposte di autonomia speciale, dato che il Veneto subiva un enorme svantaggio dall’essere circondato da ben due Regioni a Statuto Speciale: Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Il governo di Centro-sinistra nel 2001 ha modificato l’articolo 116 della Costituzione, introducendo il principio della “autonomia differenziata”: si volevano così contenere le spinte autonomiste innescate dalla Lega di Bossi.
Molte tasse e pochi investimenti pubblici
– Perché i Veneti non accettano la situazione attuale?
– Parlano i fatti. La Sicilia, per esempio, in quanto regione autonoma ha un numero di dipendenti pubblici (82 mila) superiore alla somma di quelli di Piemonte (37 mila) e Veneto (43 mila), pur avendo una popolazione (5,057 milioni) equivalente a quella del solo Veneto (4,908 milioni).
Passiamo allo specifico. Il Veneto ha circa 600 lavoratori forestali, mentre la Sicilia ne ha circa 28.000. Il Veneto ha 465.000 ettari di superficie forestale, la Sicilia ha inventariato, di recente, una quantità di boschi appena un po’ superiore.
Un altro esempio: si pensi al fiume di denari che la Provincia di Bolzano riversa a sostegno delle strutture turistiche locali per ristrutturazioni, infrastrutture, promozione, ecc. e dell’impresa edile. Queste incrementano grandi guadagni, mentre quelle del bellunese non ricevono altrettanti aiuti dalla Regione Veneto, priva di risorse equivalenti. Vittime dall’esoso fisco italiano spesso queste strutture, queste imprese devono chiudere i battenti e così il nostro territorio s’impoverisce.
Non dimentichiamo che il residuo fiscale del Veneto, cioè la quantità di imposte pagate dai cittadini veneti che viene spesa fuori regione, ammonta oggi a 15,4 miliardi di euro.
– Che succederà al Veneto senza l’ambita autonomia?
– Guardi, di mestiere sono funzionario amministrativo e lavoro in Regione. Noto che negli ultimi decenni il disegno coltivato a Roma è stato quello di togliere poteri e competenze alle autonomie locali per conferirli agli organismi transnazionali. Soprattutto i tagli di spesa selvaggi a danno delle Regioni conducono al loro affossamento: questo è il destino che ci preparano.
– Lei è per l’autonomia o per l’indipendenza del Veneto? I Veneti cosa desiderano?
– Sono laureato in giurisprudenza, quindi mi ben è chiara la differenza tra autonomia e indipendenza. Non di meno, ciò che conta per i Veneti è la sostanza. Non importa se per arrivare alla libertà si debba puntare all’indipendenza totale, oppure ad una vera autonomia: importa invece che le leve del potere pubblico siano nelle mani dei Veneti, perché si possa governare il territorio. “Padroni in casa nostra” è stato lo slogan vincente lanciato dal Presidente del Veneto Luca Zaia nella campagna referendaria del 2017, quando una quantità mai vista di elettori (quasi due milioni e mezzo), si è riversata alle urne in una consultazione di un solo giorno per dire un “sì all’autonomia” per un 98,1%. http://www.veneziatoday.it/politica/risultati-referendum-autonomia-veneto-2017.html
La valenza del referendum del 2017
– Perché, secondo lei, nonostante l’ottimo risultato del referendum sull’autonomia regionale del 2017, in pratica tutto è rimasto in stallo? Quali gli errori?
– La gestione di questa battaglia è in mano alla Lega Nord. Le dichiarazioni rilasciate dai politici in questi mesi hanno nascosto una semplice verità: qualcuno l’autonomia regionale la vuole e qualcun altro, invece, la teme. Ci sono oligarchie organizzate in un blocco compatto per difendere privilegi consolidati (burocrazia romana, organizzazioni sindacali e confindustriali, associazioni di magistrati, banche, multinazionali, giornali italiani, clientele meridionali, ecc.).
È ovvio che una riforma del genere può passare solo se il territorio si mobilita. Dato che Roma ha sempre pensato a togliere e mai a concedere, l’unico messaggio che avrebbe permesso al Presidente Zaia di portare a casa la riforma doveva essere: “Caro Governo, se non approvi i contenuti della pre-intesa Stato-Regione, il Veneto scende in piazza portando ovunque la discussione sul suo futuro”. La gente è impaziente, non aspetta altro che muoversi, invece si è bloccato tutto. Ogni nazione ha il suo “capo” e Zaia pare poco entusiasta di rivestire questo ruolo, per ora preferisce muoversi solo a livello istituzionale, attraverso contatti tra pochi addetti ai lavori, tagliando fuori il popolo. Così facendo, ha perduto la sfida e sarà così anche domani. Io studio storia e posso dire che qualsiasi rivolgimento politico in nome del popolo passa solo se il popolo sta sulla scena come attore protagonista.
– Con l’attuale situazione politica in piena crisi di governo, la prospettiva che si possa arrivare ad una reale autonomia della regione pare sfumare. Cosa ne pensa?
– È un’enorme delusione, la situazione appare compromessa con l’attuale maggioranza. C’è chi consiglia di pazientare, ma la filosofia non aiuta. Chi confidasse in un futuro esecutivo a guida Salvini-Meloni, dovrebbe ricordare che la leader di “Fratelli d’Italia” si era pronunciata per il boicottaggio del referendum dell’autonomia del 22 ottobre 2017. Per approvare il pacchetto delle 23 materie richieste dal Veneto, la politica dovrebbe sfoderare una determinazione che finora non s’è vista.
Fonte: it.sputniknews.com
Ce lo dicono in tutte le salse!
Ma la cosa che ci fa più arrabbiare è che la classe politica sia regionale che nazionale, pur di non risolvere la questione, sperpera miliardi di euro diventando indirettamente complici del degrado ambientale. Eppure usando un pò più intelligentemente questa forza lavoro risparmieremmo tantissimo, sia economicamente che in salute!
Musumeci: l'autonomia differenziata che vuole la Lega è una ghigliottina per il sud!
Nel frattempo Salvini e company hanno trovato la soluzione. Quale? Licenziando i lavoratori forestali in esubero. Se nel Veneto ci sono 400 operai forestali, in Sicilia quanti ne potrebbero rimanere?
Somari dalla testa ai piedi!
Ascolta per non dimenticare:
Per non dimenticare
La lega Nord sempre e comunque contro i lavoratori forestali della Sicilia, mai una proposta seria!
Zaia: unici sopra 50%, Tosi pagina chiusa». Credo che dovremmo occuparci anche dei diecimila forestali della sicilia contro i 400 che lavorano in Veneto
Veneto, la Lega: “Aspettiamo forestali siciliani per ripulire”
Risposta del Segretario Generale della FAI CISL Sicilia, Fabrizio Colonna, al Governatore del Veneto, Luca Zaia, in merito agli attacchi polemici contro i Forestali siciliani
Risposta del Segretario Generale della FAI CISL Sicilia, Fabrizio Colonna, al Governatore del Veneto, Luca Zaia, in merito agli attacchi polemici contro i Forestali siciliani
L'orgoglio dei forestali siciliani alla Lega Nord: fuori i soldi delle quote latte!
Riguardo ai 500 milioni per la sicilia. Zaia: il Veneto e i Veneti hanno diritto di chiedere conto, e lo farò ogni giorno, di come vengono usati o, come purtroppo accade, spesso sperperati, come quando si pagano stipendi a 20 mila operai forestali
Matteo Salvini: il sud è sempre più povero, arretrato e disoccupato, nonostante i miliardi di euro che arrivano ogni anno. A casa tutti i politici ma anche i forestali inutili. On Salvini mi scusi, ma dove li mettiamo invece i fannulloni come Lei?
Ponte sullo Stretto, il costruttore Salini con la leghista Votino e il tentativo di “fottere” lo Stato
Zaia: i 22 mila forestali in Sicilia sono ancora là e noi continuiamo a mandare 21 miliardi di tasse a Roma
Intervista a Luca Zaia (Lega) sulla riforma della costituzione. Io so che in Sicilia ci sono 22 mila guardie forestali e ancora devo capire dove hanno le montagne, noi ne abbiamo 400 di forestali nonostante le nostre di montagne siano ben note anche all'Unesco
Migliaia e migliaia di forestali. Il Governatore del Veneto (Lega) Luca Zaia: il governo di Roma dovrebbe portare più stato nei territori spreconi coi soldi degli altri come la Sicilia che sono tecnicamente falliti
La
riforma costituzionale è stata bocciata. Zaia: se la Sicilia resta
fuori, con i suoi 22 mila forestali contro i nostri 400, a cosa serve?
E' la teoria del buco della cinta: noi non ne abbiamo più da tirare, ma
c'è chi ha pure la cinta di scorta
Sicilia:
Salvini, non voglio i voti dei falsi forestali, dei falsi pompieri che
accendono gli incendi per essere pagati, non mi interessa il voto di
quella gente lì
Luca Zaia: in Sicilia hanno gli stessi forestali del piemonte, e si meritano pure un aumento di 80 euro. Ditemi voi se, di contro, il veneto virtuoso non ha diritto a piena autonomia. Non si fa attendere la nota del blog
Luca Zaia: in Sicilia hanno gli stessi forestali del piemonte, e si meritano pure un aumento di 80 euro. Ditemi voi se, di contro, il veneto virtuoso non ha diritto a piena autonomia. Non si fa attendere la nota del blog
Veneto.
Autonomia non significa indipendenza. Poi non meravigliamoci degli
sprechi della Sicilia, come i 28mila forestali. Praticamente la Sicilia
istituisce il reddito di cittadinanza assumendo tutti come forestali
Allucinante.
Referendum della Lombardia del 22 ottobre. Maroni a Sky tg24: disposto a
dare contributi al sud, però non per gli stipendi dei forestali. Forza
Italia sosterrà il referendum. In Sicilia queste persone stanno con
Musumeci. Occhio colleghi! Guarda il video
L'intervista al mitico Salvini alleato di Musumeci: lo statuto speciale per la regione? Non ne sapevo nulla. La Lega resta nazionale. In Sicilia l’autonomia non è mai stata applicata e l’aumento ai forestali sono soldi sbattuti via
Sicilia. Per Salvini 22 mila forestali sono troppi, lascerà quelli che servono. Guarda la puntata di Piazza Pulita
Sky Tg24, intervista del 29 ottobre 2017 a Matteo Salvini: taglierò la spesa pubblica improduttiva. In Sicilia i voti dei falsi forestali non mi interessano. Nel pubblico impiego premieremo il merito e sfoltiremo gli "albi vaccari". Il Blog: possiamo sapere chi sono i falsi forestali?
Continuano le interviste scioccanti di Matteo Salvini. Puntata di Matrix canale 5: è una vergogna che in Sicilia ci sono 22.000 forestali
Reguzzoni (Grande Nord): “Sì ai braccialetti anche per politici e dipendenti pubblici”. Ma anche ai forestali della Calabria e della Sicilia. Il Blog: non siete capaci a risolvere la questione, sapete solo sparare cavolate minacciando di licenziare coloro che sono esenti da colpe. Vergogna!
Zaia: «Voglio una squadra di guerrieri». Il presidente esorta i futuri parlamentari a fare squadra nel segno dell’autonomia, oggi a Roma la firma sulla pre intesa. Con tutto il rispetto il Veneto ha più bisogno di forestali della Sicilia
La dichiarazione del parlamentare. Regione, Rizzotto: “La Lega sta con Musumeci”. Il Blog: ma la Lega sta con i lavoratori forestali? Ancora non l'abbiamo capito visto che Salvini lascerà quelli che servono
L'intervista al mitico Salvini alleato di Musumeci: lo statuto speciale per la regione? Non ne sapevo nulla. La Lega resta nazionale. In Sicilia l’autonomia non è mai stata applicata e l’aumento ai forestali sono soldi sbattuti via
Sicilia. Per Salvini 22 mila forestali sono troppi, lascerà quelli che servono. Guarda la puntata di Piazza Pulita
Sky Tg24, intervista del 29 ottobre 2017 a Matteo Salvini: taglierò la spesa pubblica improduttiva. In Sicilia i voti dei falsi forestali non mi interessano. Nel pubblico impiego premieremo il merito e sfoltiremo gli "albi vaccari". Il Blog: possiamo sapere chi sono i falsi forestali?
Continuano le interviste scioccanti di Matteo Salvini. Puntata di Matrix canale 5: è una vergogna che in Sicilia ci sono 22.000 forestali
Reguzzoni (Grande Nord): “Sì ai braccialetti anche per politici e dipendenti pubblici”. Ma anche ai forestali della Calabria e della Sicilia. Il Blog: non siete capaci a risolvere la questione, sapete solo sparare cavolate minacciando di licenziare coloro che sono esenti da colpe. Vergogna!
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