08 Agosto 2019
Domani proveremo – senza la pretesa di avere la verità in tasca – a illustrare chi potrebbe avere interessi a bruciare le aree verdi della Sicilia. Che ci sia una strategia di tipo terroristico ci sembra piuttosto realistico, come ha sottolineato due anni fa il professore Silvano Riggio. Intanto prosegue il valzer di accuse – senza prove – agli operai della Forestale
Sul blog dei lavoratori forestali leggiamo una dichiarazione di Tania Pontrelli e Luca Tantino, del direttivo regionale di “Diventerà Bellissima” che ci lascia di stucco:
“A parte il fatto che il governatore (il riferimento è al presidente della Regione Nello Musumeci ndr) ha puntato il dito contro una percentuale minima di forestali definendola ‘una sparuta e pericolosissima minoranza di lavativi’, ci piacerebbe sapere se e come la gran parte dei forestali siciliani non stabilizzati (la fetta più grande, oltre 9 mila persone che lavorano circa 101 giorni l’anno) impieghi il resto del proprio tempo ‘potenzialmente lavorativo’ e se, effettivamente, dietro questi roghi simultanei non ci sia la manina di un vero e proprio ‘clan’ per esercitare indebite pressioni che mirano ad una stabilizzazione definitiva dei precari. Alludere a una vaga e ipotetica regia della criminalità organizzata dietro gli incendi, fin quando non sarà dimostrata, equivale a ribadire un odioso assioma del quale vorremmo fare a meno: se tutto è mafia, niente è mafia”.
Immaginiamo che i due esponenti del movimento politico del presidente dell Regione conoscano molto bene il mondo degli operai della Forestale: immaginiamo che, molte volte, si sono trovati a spegnere gli incendi nelle giornale di Scirocco, con il sole che picchia sulle loro teste con temperature che, tra sole e fuoco, sfiorano i 50 gradi.
Troviamo molto interessante l’idea della “manina” che appicca i fuochi simultaneamente: la “manina di un vero e proprio ‘clan’ per esercitare indebite pressioni che mirano ad una stabilizzazione definitiva dei precari”.
Anche in questo caso siamo davanti a esponenti politici che lanciano accuse pesantissime – incendio delle aree verdi della Sicilia, uccisioni di migliaia di animali, disagi enormi per le aree abitate coinvolte, danni ingenti all’ambiente e danni economici altrettanto ingenti (e non ci riferiamo solo al costo del Canadair pari a circa 14 mila euro per ogni ora di volo) – senza la benché minima prova.
Domani proveremo a illustrare – senza la pretesa di avere la verità in tasca, come dimostrano invece di avere il presidente Musumeci e i suoi adepti – che cosa e chi potrebbe stare dietro agli incendi che, questo lo anticipiamo, a noi sembrano atti di natura terroristici. Tesi, questa, sostenuta due anni fa dal professore Silvano Riggio, ecologo, attento osservatore dell’ambiente siciliano.
Quello che non riusciamo a capire è il perché gli operai della Forestale non abbiano ancora reagito, sul piano concreto, a queste accuse che gli vengono rivolte.
L’ARTICOLO DEL BLOG DEI FORESTALI
Fonte: www.inuovivespri.it
Quando si dice ‘una sparuta e pericolosissima minoranza di lavativi’,, vorrei ricordare che nelle Isole Svalbard,un arcipelago a nord ella Norvegia, si dice 'u pisci feti da testa'. e' facile scaricare responsabilità lasciate in aria sul muro più basso. Franco Licciardello
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