La soluzione più efficace contro i cambiamenti climatici potrebbe arrivare dalla riforestazione. Per la prima volta i ricercatori hanno misurato quante foreste in più il nostro pianeta sarebbe in grado di ospitare. E quanti gas serra verrebbero sequestrati
di Viola Rita 5 JUL, 2019
Contro l’innalzamento delle temperature, una soluzione arriva dagli alberi. Tanto che gli scienziati oggi hanno mostrato che il ripristino delle foreste potrebbe essere il metodo più efficace per contrastare i cambiamenti climatici. Il gruppo di ricerca, coordinato dal Crowther Lab del Politecnico federale di Zurigo (Eht Zurich), ha quantificato per la prima volta quanti alberi in più potrebbero essere ospitati dal nostro pianeta, calcolando le aree disponibili. Una volta ottenuta questa stima, gli autori hanno anche valutato la loro capacità di catturare anidride carbonica dall’atmosfera e accumulare il carbonio rimuovendo le emissioni di gas serra. In base ai risultati sarebbe possibile aumentare di un quarto le foreste esistenti sulla Terra senza danneggiare città e attività agricole. Lo studio è pubblicato su Science.
Da tempo scienziati di tutto il mondo si concentrano sulla riforestazione, grazie al fatto che gli alberi sono sottrattori naturali di anidride carbonica, considerata il principale gas serra nell’atmosfera terrestre. “Sappiamo tutti che ripristinare le foreste potrebbe giocare un ruolo contro i cambiamenti climatici”, sottolinea Thomas Crowther, coautore dello studio. “La nostra ricerca mostra chiaramente che questa opzione fornisce la migliore soluzione per questo problema attualmente disponibile”.
Attualmente, sulla Terra ci sono 5,5 miliardi di ettari di boschi, secondo i dati della Fao.Secondo il recente rapporto Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) per ridurre di 1,5 °C il riscaldamento globale entro il 2050 sarebbe necessario avere un miliardo di ettari in più di foreste. I ricercatori, oggi, hanno cercato di capire come e dove questi nuovi alberi potrebbero essere allocati e quanto carbonio potrebbero assorbire.
Gli scienziati hanno utilizzato una banca dati globale unica che copre oltre 80mila foreste, combinata con un software per realizzare mappe. Questo software è stato impiegato per ottenere un modello predittivo che indica la copertura verde e le regioni che potrebbero essere riforestate, il tutto senza intersecare e rovinare le aree urbane e quelle agricole. La riforestazione riguarda ad esempio ecosistemi degradati che potrebbero ospitare alberi e non praterie o terreni paludosi.
In base ai risultati è emerso che sarebbe possibile aumentare la copertura verde di 0,9 miliardi di ettari, dunque un’area di dimensioni molto vicine a quelle indicate dal rapporto Ipcc. Questi nuovi alberi, una volta cresciuti, potrebbero sequestrare circa 200 miliardi di tonnellate di carbonio, ovvero due terzi delle emissioni di carbonio prodotte dalle attività umane. Di seguito le immagini che rappresentano la potenziale riforestazione.
Tutte le aree che potrebbero essere coperte dagli alberi sul globo terrestre (foto: ETH Zurich/Crowther Lab)
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Il gruppo di ricerca ha individuato i sei paesi hanno maggiore disponibilità di questi terreni adatti a nuovi boschi. La Russia ha il potenziale più grande, con uno spazio di 151 milioni di ettari. Subito dopo ci sono gli Stati Uniti, con 103 milioni di ettari, il Canada con 78,4 milioni, l’Australia (58 milioni), il Brasile (49,7) e la Cina (40,2).
“La deforestazione non solo contribuisce ad un’allarmante perdita di biodiversità, ma limita la nostra capacità di accumulare il carbonio negli alberi, sottoterra e nel suolo”, ha commentato René Castro, vice direttore generale alla Fao. “Ora abbiamo una prova definitiva dei territori da poter utilizzare per far ricrescere foreste, di dove potrebbero sorgere e di quanto carbonio potrebbero accumulare”.
Insomma, adesso è essenziale agire, secondo gli autori dello studio. All’inizio del 2019, 48 paesi hanno firmato la Bonn Challenge, con l’obiettivo di ripristinare 350 milioni di ettari entro il 2030. Tuttavia, i ricercatori hanno osservato che circa 4 paesi su 10 si sono impegnati a coprire un’area che è circa la metà di quella che potrebbe essere utilizzata a questo scopo, mentre uno su 10 è andato verso l’estremo opposto, con un impegno maggiore di quello possibile.
L’idea è che la mappa realizzata dagli autori possa fornire un nuovo modello su cui basarsi per una riforestazione consapevole, che veda coinvolte sia le istituzioni sia i privati. “Ognuno può far crescere alberi, fare donazioni alle organizzazioni impegnate nella riforestazione”, conclude Crowther, “o decidere di investire denaro responsabilmente in business economici che lavorano per contrastare i cambiamenti climatici”.
Fonte: www.wired.it
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