10 dicembre 2018

LE PAGELLE AI POLITICI DI EMILIANO DI ROSA: NELLO MUSUMECI – VOTO 4. NON VI È TRACCIA DI ALCUNA DELLE GRANDI RIFORME STRUTTURALI DI CUI TANTO SI ERA PARLATO IN CAMPAGNA ELETTORALE. RIFIUTI, CONSORZI DI BONIFICA, FORESTALI, SBUROCRATIZZAZIONE


Dal sito www.laspia.it

di Emiliano Di Rosa
Partiamo da venerdì scorso, dalla presentazione a Palermo ai rappresentanti delle categorie produttive, dell’università e della ricerca del Report sulle politiche del governo siciliano a un anno dal suo insediamento. In questa occasione Il Presidente della Regione (che un anno fa aveva promesso di far diventare bellissima la Sicilia) ha premesso di aver compiuto parecchi errori di comunicazione. Poi ha illustrato una serie di slide stile lezione di scienze alla scuola media, infine ha pronunciato la frase “questo è il tempo della semina, il raccolto verrà dopo”. Sì ma dopo quando? Nello Musumeci sostiene di stare seminando da quando è entrato a Palazzo d’Orleans e sono passati 365 giorni e oltre. La metafora di semina e raccolto l’ha usata così tante volte che abbiamo perso il conto; è il suo grande classico valido per l’inaugurazione di un ospedale, la riunione coi sindacati, la risposta ai cronisti sull’ennesima emergenza rifiuti, la visita alle scolaresche, il discorso al Parlamento siciliano e così via … Con tutto il rispetto questa storia della semina ha un po’ stufato. E senza metterci nel mezzo il “ciclo delle stagioni”. Non sappiamo se Musumeci sia ormai così avvezzo a questo motto proverbiale da usarlo inconsciamente in qualsiasi occasione … magari anche quando deve pagare il gommista ed è a corto di contanti, quando dimentica il regalo istituzionale per l’ambasciatore, quando non porta il cane a passeggio … se ci pensate bene in queste come in altre circostanze un bel “questo è il tempo della semina, il raccolto verrà dopo”  calza sempre a pennello e toglie dagli impicci! Scherzi a parte, il punto è che dopo un anno (che non è una settimana e nemmeno un trimestre) non vi è un solo dato micro e macroeconomico in controtendenza rilevante in Sicilia … non vi è cenno ad un argine alla nuova emigrazione, alla fuga devastante di cervelli e braccia siciliane verso il nord del Paese o l’estero, non vi è traccia di alcuna delle grandi riforme strutturali di cui tanto si era parlato in campagna elettorale (Rifiuti, Consorzi di Bonifica, Forestali, “Sburocratizzazione”). Questo è l’autentico punto! Non ce ne voglia il pur sobrio, onesto e garbato Nello Musumeci ma dopo un anno cogliamo l’occasione per ricordargli che oltre al suo motto proverbiale preferito “questo è il tempo della semina, il raccolto verrà dopo” ne esistono altri che in una Sicilia disastrata probabilmente suonano meglio per chi ha la responsabilità di governare, ha voluto la bicicletta e deve pedalare. Ad esempio “il tempo è tiranno” oppure “il tempo perduto mai non si riacquista” e ancora “chi non risica non rosica” …

Dopo un anno non ci si aspettava un raccolto che riempisse tutti i magazzini siciliani ma qualche cassetta di frutta e verdura sì. Dopo un anno non aveva senso invocare il “diventeràbellissima” ma, diamine, almeno il “diventeràunpòmeglio” lo avremmo voluto fare. E invece non c’è stato e non c’è nulla se non una sequela di frasi fatte e lo stile da buon padre di famiglia che Musumeci ben esercita da quasi mezzo secolo, da quando è in politica. Purtroppo di questi tempi non basta, non può bastare. L’onesta e sedativa lentocrazia del governatore siciliano è insufficiente per 5 milioni di persone che vivono nella regione con il più alto rischio di povertà d’Europa e con uno dei tassi di disoccupazione più elevati del mondo occidentale. Deludente. Voto 4.

di Emiliano Di Rosa

Fonte: www.laspia.it





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