Dal sito www.money.it
Il pacchetto pensioni è pronto, resta da capire quando sarà inserito all’interno della Legge di Bilancio. Quota 100 confermata, ma solo per tre anni: dopo ci sarà l’estensione di Quota 41 per tutti.
Il pacchetto pensioni sembra essere pronto, come anticipato da Il Sole 24 Ore; questo probabilmente presentato in un emendamento nel passaggio al Senato della manovra finanziaria, ma non si esclude che possa essere approvato in extremis dalla Commissione Bilancio alla Camera tra i correttivi del Governo o dei relatori. Resta poi l’ipotesi di un decreto legge post-manovra, lo stesso strumento che verrà utilizzato per determinare il funzionamento di Quota 100 e del reddito di cittadinanza.
Una cosa è certa, il pacchetto contiene diverse novità: una delle più importanti riguarda Quota 100 che dovrebbe essere introdotta come misura transitoria in attesa di estendere a tutti i lavoratori la possibilità di ricorrere a Quota 41, la misura che consente il pensionamento con 41 anni (e 5 mesi dal 2019) di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
Nonostante i dubbi di questi ultimi giorni, con l’Unione Europea che sembra aver chiesto all’Italia di fare un passo indietro sulla riforma delle pensioni, la maggioranza Lega-Movimento 5 Stelle ha intenzione di andare avanti approvando un mega emendamento che oltre a Quota 100 prevederà altre novità per il sistema previdenziale italiano; andiamo a vedere quali sono in attesa di saperne di più una volta che il testo della manovra finanziaria approderà in aula.
Quota 100 solo per un triennio
Secondo quanto riportato in esclusiva dal Sole 24 Ore, Quota 100 non sarà una misura strutturale. Questa, infatti, sarà introdotta solamente per un triennio, in attesa che dal 2022-2023, secondo le stime del Governo, si possa arrivare all’estensione di Quota 41 per tutti.
Non solo i lavoratori precoci appartenenti a determinati profili di tutela, quindi, potranno accedere a questa misura, ma tutti quei lavoratori che hanno maturato 41 anni e 5 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Questa scelta non è casuale: nel 2022, infatti, si stima che oltre il 65% dei nuovi pensionati avrà un montante a calcolo misto con prevalenza contributiva, con il coefficiente di trasformazione a 62 anni ancora più penalizzante rispetto ad oggi; insomma, un sistema che rappresenta un disincentivo al pensionamento anticipato, visto che l’assegno previdenziale potrebbe essere molto basso.
Per Quota 100, comunque, sembra essere confermato il divieto di cumulo pensione/reddito da lavoro per chi va in pensione con Quota 100; divieto che persisterà fino al raggiungimento dell’età prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Confermate anche le finestre di accesso trimestrali (semestrali per i dipendenti pubblici), con la prima prevista ad aprile 2019.
Opzione Donna e Ape Sociale
Confermata anche la proroga dell’Ape Sociale, così come di Opzione Donna, la misura che consente alle lavoratrici di andare in pensione all’età di 58 anni (59 per le autonome) e 35 di contributi, accettando però un ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo.
Tuttavia la proroga, almeno per il momento, non sarà triennale (come speravano le lavoratrici) ma solamente annuale. Si potrà accedere a questa misura, quindi, solamente nel 2019; il Governo però si prende l’impegno di un ulteriore rinnovo per i prossimi anni con la manovra finanziaria per il 2020.
Blocco dell’età pensionabile per la pensione di vecchiaia
In Parlamento poi si proverà ad introdurre il blocco dell’età pensionabile per la pensione anticipata, sterilizzando questa misura dagli effetti dell’adeguamento con le speranze di vita che scatterà da gennaio 2019.
Se questa parte verrà approvata, quindi, l’adeguamento comporterà conseguenze per la sola pensione di vecchiaia, per la quale l’età anagrafica salirà a 67 anni.
Per la pensione anticipata, quindi, niente incremento di 5 mesi, con il requisito contributivo che resterebbe di 41 anni e 10 mesi per le donne e di 42 anni e 10 mesi per gli uomini. In tal caso, l’incremento di 5 mesi non si applicherebbe neppure a Quota 41, con i precoci che potranno continuare ad andare in pensione con 41 anni di contributi e indipendentemente dall’età anagrafica.
Fonte: www.money.it
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