15 luglio 2018

LE SCOMMESSE DEL NUOVO ESECUTIVO LA REGIONE CHE VERRÀ, TURNOVER DEI DIPENDENTI E SCENARIO 2.0


Dal sito www.ilsicilia.it

di Giuseppe Bianca - 14 Luglio 2018
Sono poche, pochissime, le certezze sul riordino degli uffici della Regione nei prossimi anni. E partono dai numeri.

Oggi alla Regione sono in 14.653.  Tre anni fa, nell’esercito sterminato della macchina burocratica superavano i 17mila. Dopo la finanziaria del 2015 si è dato vita all’esodo, programmato fino al 2020 per sfoltire i ranghi e rideterminare le posizioni. Al 31 dicembre del 2015 i dipendenti in servizio erano 14.490 nel comparto, 1646 per quanto riguarda la dirigenza.

Il costo complessivo degli stipendi ammontava a 915,5 milioni. Al 31 dicembre 2016 i dipendenti in servizio erano 13.341 e 1.442 nella dirigenza, per un costo di 824,7 milioni di euro.

Una cifra che è andata diminuendo alla scadenza dello scorso anno quando il numero dei regionali è arrivato a 12.760 nel comparto e a 1.330 tra i dirigenti ancora in servizio. La spesa per il trattamento economico si è attestata invece a 786,9 milioni di euro.

All’interno di questo numero sono ricompresi i pochi e limitati casi dei pensionamenti ordinari, per intenderci quelli che non sono andati via con la legge regionale 9 del 2015.

Ma i regionali 2.0, la versione smart, quella destinata al turnover e quindi a rimpiazzare le risorse che completeranno l’esodo dei prepensionamenti, rispondono a un identikit tutto da inventare.

L’unica cosa su cui si può scommettere sin da ora è che il vento della polemica soffierà sempre forte. L’ultimo, ma solo in ordine cronologico, tassello su cui si sono innescate mille polemiche, è stata la norma, impugnata da Roma e quindi cassata, che all’articolo 22 della finanziaria regionale consentiva un anticipo della liquidazione della buonuscita.

Fulvio Pantano, segretario generale del Sadirs, spiega che “le norme impugnate sono inviate dal Consiglio dei ministri alla Corte costituzionale che avrà i suoi tempi per decidere se sono effettivamente incostituzionali. Ma nel frattempo se non viene approvato a un articolo che prevede la loro abrogazione, queste norme sono vigenti e producono effetti. In ogni caso non si può dire che rappresentino un privilegio”.

Un fatto che non aiuta a far chiarezza su prerogative, status, privilegi, e alimenta, spesso  a dismisura, le critiche , che pure poggiano su basi anche oggettive in alcuni casi, è l’organizzazione del lavoro che spesso risulta datata e anacronistica. Non sono in pochi a ritenere che essa vada ripensata e resa più fluida. Anche su questo si gioca la scommessa dell’assessore Bernardette Grasso.

Fonte: www.ilsicilia.it






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