dall'On. Figuccia
"Prima gli Italiani e poi gli altri. È un principio attuato in tutti i paesi e non vedo perché non debba accadere per il nostro.Questo vale a partire dai nostri agricoltori, veri e propri eroi impegnati nella tutela del territorio e nella garanzia dei prodotti la cui qualità è inesorabilmente legata alla responsabilità di chi produce. Dobbiamo sostenere i nostri produttori di grano, che subiscono la sleale concorrenza figlia di una spietata globalizzazione con la complicità della Comunità Europea". Ecco la nuova sfida targata Figuccia che dopo essersi battuto per una maggiore predilezione dell'olio siciliano dilaniato dal mercato tunisino, torna ad accendersi: "È una battaglia che ci chiede come Siciliani, di sposare la logica del "Noi" abbandonando egoismi ed esasperazioni dell' "io". Inammissibile penalizzare le eccellenze locali per tutelare gli interessi delle multinazionali che mirano a stipare gli scaffali di prodotti scadenti. Basti pensare alle migliaia di tonnellate di grano contenente tossine e coltivato con diserbanti da tempo vietati nel nostro paese.
Ecco perché - continua Figuccia - in questo scenario i nostri produttori hanno bisogno di un sostegno economico che consenta loro di esportare nel mondo, ma soprattutto di poter continuare a produrre a costi competitivi.
Allora che fine hanno fatto i controlli alle navi che fanno arrivare il grano ammuffito, ricco di solfati e medicinali che arriva nelle nostre tavole?
Bisogna fermare questi "galeoni della morte" che indisturbati, approdano sistematicamente a casa nostra, carichi di grano duro tossico, prodotto chissà dove, chissà come.
E mentre dal Canada arriva la conferma del grano duro al glifosato, il prezzo del grano siciliano, in questi giorni è precipitato a 18 euro al quintale, prezzo ridicolo con il quale non si possono nemmeno recuperare le spese sostenute."
Il parlamentare non ha poi tutti i torti. Altro che "Horn Laws 2.0" per la tutela del grano siciliano e italiano. Il mercato del grano siciliano resta in ginocchio e Figuccia che non digerisce proprio l'iniquità del sistema, annuncia battaglia.
"La preoccupazione è forte e tutto ciò mi spinge a presidiare i porti siciliani e ad effettuare visite ispettive a tappeto per verificare le condizioni del grano che arriva dalla Russia, dalla Francia o da altri paesi. Niente deve arrivare nelle nostre tavole senza passare al vaglio dei controlli. Mi batterò - conclude - con tutto me stesso perché tutto ciò non continui ad accadere sotto gli sguardi inermi. Lo devo al mio popolo, a tutela dei nostri agricoltori ma anche dei nostri consumatori".
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