di Paola Giordano
A crescere, secondo l'Osservatorio Inps, sono solo le tipologie di contratto che non offrono certezze lavorative a lunga scadenza. Meno 5,3% gli ingaggi a tempo indeterminato, mentre aumentano le cessazioni: più 9,8%
CATANIA – Cresce il numero di assunzioni nell’Isola: nel 2017 si è registrato un aumento dell’11,7 per cento rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal report su rapporti di lavoro realizzato dall’Osservatorio sul Precariato dell’Inps mettendo a confronto le cifre del 2017 con quelle dei due anni prima.
Che in Sicilia l’aria stia finalmente cambiando? Potrebbe sembrar di sì. Del resto, anche il saldo tra assunzioni e cessazioni risulta essere positivo: + 13.211. Eppure - dicevano gli antichi - non è tutto oro ciò che luccica e, si sa, i saggi difficilmente sbagliano. L’incremento di assunzioni è innegabile, i numeri della tradizionale indagine realizzata dall’Inps parlano chiaro: dai 330.560 nuovi ingaggi registrati nel 2016 si è passati ai 369.303 del 2017. Quasi 39 mila assunzioni in più, dunque.
A ben guardare, però, ci si accorge che l’inghippo è dietro l’angolo: ad essere cresciute, infatti, sono solo le tipologie di contratto che non offrono certezze lavorative a lunga scadenza. Le assunzioni a termine sono aumentate del 20,4 per cento, passando dalle 194 mila del 2016 alle 234 mila dell’anno successivo; quelle stagionali hanno registrato un + 21,9 per cento, crescendo di poco più di 5 mila unità rispetto alle 23.656 del 2016; quelle in apprendistato, infine, si mantengono sostanzialmente stazionarie, riportando un leggero calo del 5,8 per cento, che tradotto in valori assoluti vuol dire meno 739 contratti a fronte dei 12.795 del 2016.
A continuare a diminuire, invece, sono le assunzioni a tempo indeterminato: dal 2016 al 2017 sono calate del 5,3 per cento, passando dallo sfiorare i 100 mila alle 94.632 registrate l’anno da poco conclusosi, e la percentuale peggiora notevolmente se si guarda alla differenza tra i numeri del 2017 e quelli di due anni prima: -36,3 per cento. Nel 2015 gli assunti a tempo indeterminato furono infatti oltre 148 mila, vale a dire oltre 53 mila in più rispetto alle 94.632 registrate nel 2017.
Nero è anche il fronte delle cessazioni che, complessivamente, riportano un incremento che sfiora il 10 per cento. Nel dettaglio, rispetto al 2016, si registra un notevole aumento in tre delle quattro tipologie contrattuali, ovvero nel tempo determinato, negli apprendistati e nei rapporti stagionali. La fine di un rapporto a termine è arrivata infatti per più di 30 mila lavoratori rispetto ai 171.976 del 2016 e per quasi 1.300 apprendisti a confronto con i 6.467 dell’anno scorso. E sono stati oltre 28 mila i lavoratori stagionali che hanno concluso il loro rapporto di lavoro nel 2017, ovvero 5 mila in più dell’anno precedente.
L’unico segnale positivo arriva dalle cessazioni dei contratti a tempo indeterminato, scese dalle 122.789 del 2016 alle 117.672 del 2017, registrando così una riduzione del 4,2 per cento.
Le cifre più incoraggianti, infine, arrivano dall’analisi tracciata dall’Istituto previdenziale sulle variazioni contrattuali dei rapporti di lavoro: le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine sono aumentate del 19,3 per cento, passando dalle 12.435 del periodo gennaio-dicembre 2016 alle 14.834 di quest’anno. Non sono altrettanto confortanti, invece, i numeri relativi agli apprendisti “fortunati”: solo a 2.336 di loro il contratto iniziale è stato trasformato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, vale a dire quasi il 10 per cento in meno in confronto ai dati dell’anno precedente.
Lo squarcio sul mondo del lavoro che l’Inps offre mostra che non è ancora tempo di cantare vittoria. Solo un adeguato Piano di sviluppo economico nazionale può restituire il lavoro - e quindi la dignità - ad un popolo, come quello siciliano, troppo spesso dimenticato da chi governa il Paese.
15 marzo 2018 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
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