22 gennaio 2018

AL MIO AMICO ANGELO



La nota di Antonino Lomonaco

Quello che hai detto, Angelo, è vero ed è anche molto importante.
Tuttavia, noi tutti dobbiamo sempre fare una valutazione "sottile" sulle cose che ci capitano, talmente sottile che finisce spesso per non vedersi neanche.
Che dire?...
Io, forse, in quel 2017 sono morto ed ancora non l'ho capito, così continuo a fare la mia vita come se nulla fosse successo. Eppure qualcosa è successo, qualcosa di tremendo e, nello stesso tempo, di meraviglioso. Qualcosa che partendo da quella ginestra, come una striscia rosa, si è elevata per un tratto in aria, ed è ricaduta, poi, in un movimento a parabola, accanto a me, per trasformarsi in un vortice di fuoco. Un vortice incandescente che, muovendosi come una trottola, incendiava anche la sabbia a terra. Di fronte a quello spettacolo, replico, tremendo e meraviglioso, sono rimasto a guardare come istupidito. Continuavo a guardare mentre tutto attorno a me prendeva fuoco e si consumava: finanche l'aria diventava rossa!
Solo il dolore mi destò da quella condizione quasi ipnotica, irreale, in cui rivivevo e rivedevo una scena funesta e letale di tanti anni prima, capitata a quei nostri sfortunati compagni.
Il dolore mi ricordò che stavo per morire ma che, morto per morto, lo affrontavo quel "mostro", non scappavo, ma gli entravo direttamente in bocca a quello "stronzo"!...
Non so cosa sia successo davvero quel giorno, forse sono rimasto là.
Forse un'altra parte di me ne è uscita fuori ad affrontare ancora un'altro "mostro": la stupidità degli uomini, negli ospedali, nelle istituzioni, ecc. ...
Questa condizione umana è così strana! Una condizione in cui le grandi cose si incontrano facilmente con le piccole meschinità e le imbecillità.
Quel giorno, torno a dire, forse sono morto... o forse sono rinato, non so dirti davvero.
La differenza fra le cose è data da una linea sottile e quasi invisibile: dipende da come ci mettiamo a guardarle.
Eppure posso dirti che tu rimani una fra le persone che più stimo, un amico capace di scendere nelle gole più ripide e pericolose, assieme a me, a combattere contro le fiamme, senza che fosse quello, in quel momento, il tuo compito. La lealtà fra gli uomini è la cosa più bella che possa esserci ed è quella che dà i frutti migliori! ...
Purtroppo in pochi lo capiscono e pensano di arraffare e scavalcare gli altri per arrivare primi!... Ma primi dove?!...
Non capiscono che ogni momento si muore, che ogni momento attraversiamo una barriera di fuoco che ci incenerisce come se niente fosse. Pensiamo di essere il "sale della terra" ma siamo solo "vento".
Dovremmo ringraziare per ogni istante di "volo" che ci capiti di fare, perchè se siamo "quà" non è per nostro merito ma per qualche altra cosa che neanche comprendiamo, ma da cui dipendiamo, istante dopo istante.
Ecco perchè dico che forse, nel 2017, da qualche parte, io sono morto, ma che in quell'anno ormai trascorso, almeno quà, in questa realtà, ho deciso di "rinascere", di non morire, di ridere ancora...perchè mi piace ridere, assieme agli amici.
Ciao Angelo, Buon 2018! Così come tutti gli anni nuovi a venire: che siano sempre portatori di letizia e piacere nello stare insieme con i giusti sentimenti di comprensione fraterna.



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Invito






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