10 Gennaio 2018
Ospitiamo un commento del professore Angelo Cuva, docente di Diritto Finanziario all’Università di Palermo che sostiene che il decreto del Governo Gentiloni sul taglio del gettito IVA alla Sicilia è figlio degli accordi Renzi – Crocetta che, ancorché in contrasto con lo Statuto, non possono essere modificati che in sede di revisione concordata degli accordi stessi. Smentita la tesi di chi ha sostenuto che sarebbe bastato un voto contrario in Consiglio dei Ministri del rappresentante del Governo siciliano.
La piena attuazione delle prerogative statutarie della Regione Siciliana in materia finanziaria passa dalla radicale revisione degli accordi sottoscritti nel 2014, 2016 e 2017 dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Presidente della Regione Siciliana.
Rispetto all’attuale dibattito relativo alla violazione e restrizione delle speciali prerogative che lo Statuto Siciliano (disposizione di rango costituzionale) accorda alla Regione in materia finanziaria bisogna osservare che queste traggono origine dagli accordi sottoscritti nel 2014, 2016 e 2017 dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Presidente della Regione Siciliana che hanno portato all’adozione di provvedimenti, anche normativi, che contrastano chiaramente con il disposto degli art. 36 e 37 dello Statuto e che, per tali ragioni, risultano incostituzionali. Tale contrasto appare palese laddove la modifica delle norme di attuazione invece di favorire la piena applicazione dell’art. 36 dello Statuto dispone – in sua violazione – che solo una percentuale del gettito tributario relativo all’IRPEF ed all’IVA sia di spettanza regionale. E’ evidente che tutti i provvedimenti (tra cui anche il recentissimo decreto legislativo del dicembre 2017) che costituiscono l’esecuzione dei citati accordi determinano degli effetti negativi ed illegittimi che, però, devono essere rimossi attraverso la radicale revisione degli stessi.
Il Governo Regionale, nel rispetto della normativa vigente e del principio di leale collaborazione tra Stato e Regione (di recente più volte violato), dovrà quindi muoversi nella direzione di una concordata ma urgente revisione di tali accordi che tenga conto della rilevanza costituzionale dei principi fissati dal titolo V dello Statuto eliminando ogni disposizione che risulti in contrasto con gli stessi ed approvando per il tramite della Commissione Paritetica delle nuove norme di attuazione dello Statuto in materia finanziaria che tengano conto delle profonde trasformazioni intervenute nel sistema tributario, come più volte auspicato dalla Corte Costituzionale.
In questa ottica non può essere, quindi, condivisa la tesi di chi ha affermato che il Governo regionale avrebbe potuto e dovuto assumere una diversa posizione nel Consiglio dei Ministri tenutosi il 18 dicembre 2017.
Prof. Avv. Angelo Cuva
Docente di Diritto Finanziario
Università di Palermo
Fonte: www.lanazionesiciliana.eu
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