11 novembre 2017

NON CI SONO PIÙ SCUSE, MUSUMECI HA MAGGIORANZA



Ora serve il cronoprogramma

di Carlo Alberto Tregua
L’arresto di Cateno De Luca (Udc) non ha alcuna ripercussione sulla maggioranza perché, a meno che non gli sia impedito di andare all’Assemblea regionale, egli potrà esercitare il mandato. Altrimenti andrà un suo sostituto.
Il neo presidente, Nello Musumeci, può contare così su una maggioranza, per quanto risicata, di due voti (36 contro 34). Difficilmente potrà fare affidamento su un accordo con M5s, mentre non è da escludere un avvicinamento dei due deputati dell’ex ministro Cardinale.

Le insidie più grandi a Musumeci provengono però dalla sua stessa maggioranza, formata da cinque gruppi (Diventerà Bellissima, Noi con Salvini-Fratelli d’Italia, Udc, Forza Italia e Idea Sicilia) che si sono uniti per vincere le elezioni, ma saranno messi alla prova, provvedimento per provvedimento, quando potrebbero emergere interessi diversi o addirittura divergenti.

La questione centrale è proprio questa: la capacità del presidente di fare prevalere sempre e comunque l’interesse generale su quelli di parte.

La nuova maggioranza non ha alcuna scusa, anche perché Musumeci è persona che ha comportamenti morbidi nella forma ma rigorosi nella sostanza. Lo vedremo alla prova con la nomina dei dodici assessori e l’assegnazione delle relative deleghe. Sia la nomina che le deleghe sono prerogativa del presidente della Regione, il quale però dovrà sentire i leader dei gruppi che faranno pressione per tirare il lenzuolo dal proprio lato.
Abbiamo più volte elencato quali siano i dieci punti che devono essere attuati in tempi brevissimi, e non li ripeteremo, perché noti alla pubblica opinione.

Si tratta di assegnare ai neo assessori, con chiarezza e senza fumosità, gli obiettivi per realizzarli, nonché stabilire un cronoprogramma rigoroso per il raggiungimento degli stessi.

Dopodiché il presidente, con il suo staff, dovrà controllare che ciascuno dei componenti della sua squadra raggiunga gli obiettivi entro i tempi prefissati e non oltre. Anche a costo di sostituirli in caso di inadempienze, senza alcun tentennamento, perché è in gioco il futuro dei siciliani, giovani e anziani.

Intanto, fra breve, vi sarà il primo adempimento e cioè l’elezione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Il candidato papabile è Gianfranco Micciché che, se eletto, ripeterebbe l’esperienza già maturata nella XV legislatura (ha ricoperto la carica tra il 26 maggio 2006 e il 18 gennaio 2008).
La figura del presidente dell’Ars è importante, per far marciare quella istituzione in modo rigoroso e senza perdite di tempo, anche se, è noto a tutti, che, all’interno di Palazzo dei Normanni, circolano tante figure che spingono i singoli deputati a muoversi secondo logiche privatistiche e non nell’interesse generale.

Ci vorrà sintonia fra il presidente della Regione e il presidente dell’Ars perché, se il primo ha notevoli poteri, il secondo ha il dovere di consentire l’attuazione del programma e di onorare tutti gli impegni che Musumeci ha assunto nei confronti degli elettori, forte dei medesimi impegni assunti dai gruppi che lo sostengono.

Per dovere di informazione dobbiamo ricordare che il presidente ha ottenuto 830.821 voti su 2.179.185 votanti. Quindi è stato scelto soltanto dal 17,8% degli aventi diritto al voto (4.661.111), poco più rispetto al 15% di Crocetta.

Al primo punto del programma di Musumeci, come ci ha detto nel forum pubblicato il 23 settembre scorso, c’è la riforma della Pubblica amministrazione.
Avere una burocrazia collaborativa, anziché ostativa, è la condizione essenziale per realizzare gli obiettivi. Non sarà facile perché all’interno della stessa vi è una maggioranza di persone che contrasta piuttosto che aiutare.

Sarà dunque essenziale la scelta felice del presidente che dovrà individuare quei dirigenti bravi, onesti e capaci che gli potranno assicurare il buon funzionamento della macchina regionale. Ancora più felice dovrà essere la scelta dei dirigenti nella Sanità, un settore dove sono allocati quasi 44 mila tra dirigenti e dipendenti, con sprechi enormi ed una spesa di quasi 9 miliardi che supera il 53% del bilancio regionale 2017.

Un taglio di cinquecento milioni di euro sarebbe possibile rendendo contemporamente efficiente tutto il comparto. Auguri!

11 Novembre 2017 - © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: www.qds.it




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