29 Novembre 2017
L'annuncio della presidente della commissione Rosi Bindi. Un altro episodio anche a Ostia. Ma solo un caso il candidato non poteva essere in lizza per via della legge Severino
La presidente dell’Antimafia ha specificato che una posizione è risultata «incandidabile per la Severino, mentre le altre sei per il nostro codice di autoregolamentazione, varato nel 2014", aggiungendo che non saranno resi noti i nomi dei candidati “impresentabili”: «Non sono definitivi tutti i nostri accertamenti - ha spiegato - né sappiamo se scatterà sospensione in base alla Severino».
I lavori della commissione antimafia sono quindi passati in seduta segreta per l’analisi delle singole posizioni nominative.
«Non sono infatti definitivi tutti i nostri accertamenti - ha precisato Bindi - perché attendiamo ancora alcuni riscontri dagli uffici giudiziari; inoltre, non essendoci ancora la proclamazione degli eletti da parte degli uffici elettorali siciliani, non possiamo ancora sapere se scatteranno le sospensioni previste dalla legge Severino. Naturalmente, appena ricevute queste informazioni, se tutto sarà confermato, desecreteremo immediatamente questo resoconto stenografico e i suoi contenuti potranno essere resi pubblici».
Bindi ha inoltre chiarito che la rilevazione della Commissione ha riguardato le situazioni alla data del 16 ottobre, «quindi non potevano emergere - in quanto ancora in fase di indagine, e perciò segrete - le note situazioni che si sono tradotte in provvedimenti giudiziari, comprese le ordinanze di custodia cautelare in carcere, che sono state eseguite dopo le elezioni», come il caso di Cateno De Luca (UDC), Genovese (Forza Italia) e altri, emersi subito dopo la data del voto.
Complessivamente i candidati sono stati in tutto circa 1.500, considerando la Sicilia, Ostia e i due comuni di Mazzarrà s. Andrea in provincia di Messina, di Nardodipace in provincia di Vibo Valentia sciolti per mafia.
Infine la presidente Bindi ha ricordato che la Commissione da lei presieduta aveva deliberato di effettuare il lavoro di verifica delle candidature, sia in relazione alle disposizioni della legge Severino, così come era stato fatto per le regionali del 2015 e per le amministrative del 2016, sia in relazione alle previsioni del codice di autoregolamentazione contenuto nella relazione approvata dalla Commissione il 23 settembre 2014. "In base ad un accordo unanime tra i gruppi, le coordinate temporali erano state determinate in modo da evitare sovrapposizione con l’ultima settimana di campagna elettorale. E' infatti noto - ha concluso Bindi - che i tempi di una tale attività di verifica sono alquanto ridotti, ristretti tra i termini delle operazioni di ammissione delle candidature da parte delle Commissioni elettorali e poi della campagna elettorale, si era perciò convenuto di non rendere pubbliche eventuali risultanze prima dell’ultima settimana precedente le elezioni».
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Fonte: www.lasicilia.it
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