Politica – A parte il toto assessori, si attende la proclamazione di tutti gli eletti da parte delle Corti d’Appello. Successivamente la nuova assemblea regionale potrà avviare i lavori, che però non partiranno prima di un altro mese. Nel frattempo iniziano le grandi manovre per l'assegnazione degli incarichi
Mentre la corsa per assegnare le deleghe agli assessori dovrebbe concludersi per il neo eletto presidente della Regione Nello Musumeci entro la prossima settimana, molto più tardi si attende la prima seduta dell’Ars: da quanto si apprende dagli uffici del parlamento regionale in attesa della proclamazione di tutti gli eletti da parte delle Corti d’Appello, se ne parlerà solo dopo l’8 dicembre e comunque prima della pausa natalizia. L’Ars si riunirà infatti, secondo statuto, entro venti giorni dalla proclamazione dei parlamentari che, a partire da questa legislatura saranno 70, non più 90, come stabilisce la nuova legge.
La prima seduta dell’Ars è anche l’unica della legislatura ad essere convocata dal presidente della Regione, in assenza di un presidente dell’Ars che sarà eletto a sua volta durante la seduta. In questo caso sarà il nuovo governatore della Regione Nello Musumeci a convocare l’Ars nella sua prima assise. Il primo atto che l’Ars sarà chiamata a produrre è l’elezione del presidente, ruolo per il quale concorre il coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè che lo ha già ricoperto due legislature fa, dal 2006 al 2008. Miccichè potrà contare tecnicamente su 36 voti su 70, ma l’elezione sarà con voto segreto e, secondo la tradizione, i presidenti non sempre hanno ottenuto tutti i voti della loro maggioranza. In questa chiave, sarà fondamentale il dialogo con le opposizioni, ai quali andrà una delle due vicepresidenze. Difficile che il M5s, il gruppo parlamentare più folto, con 20 deputati, sia della partita, come lo fu la passata legislatura, grazie al patto con Crocetta.
Il centrodestra potrebbe guardare dunque verso il Pd, il secondo gruppo della minoranza, che conta undici eletti e potrebbe ottenere la vice presidenza dell’Ars. Ma a creare in queste ore un certo nervosismo negli uffici dell’Ars i boatos secondo cui Miccichè avrebbe intenzione di nominare Patrizia Monterosso, ex segretario generale della regione, come capo del suo gabinetto. Altri nomi in lizza per il prestigioso scranno della presidenza sono quelli di Roberto Lagalla, ex rettore di Palermo e di Roberto Di Mauro, attuale capogruppo uscente dell’Mpa. In una successiva seduta, si stabilirà la composizione dell’ufficio di presidenza che sarà costituito da due vicepresidenti, tre questori e due segretari che potrebbero aumentare se nella distribuzione dell’ufficio dovesse restare fuori qualche gruppo parlamentare. Questo perché, secondo il regolamento, tutti i gruppi devono essere rappresentati.
A presiedere la prima seduta sarà il deputato più anziano, Riccardo Savona (Forza Italia), mentre i deputati segretari saranno i più giovani: Luigi Genovese, 21 anni (FI) ed Elena Pagana, 26 anni (M5S). Entro cinque giorni dall’insediamento dell’Ars i deputati dovranno comunicare a quale gruppo parlamentare chiedono di aderire e qui gli equilibri venuti fuori dal voto potrebbero già venire meno: i parlamentari hanno infatti la facoltà di non aderire al gruppo della lista nella quale sono stati eletti, come avvenne nella scorsa legislatura per Mimmo Fazio, che non aderì a Forza Italia, ma al gruppo misto, mentre Salvo Lo Giudice, eletto all’opposizione nella lista di Musumeci, aderì al gruppo Movimento per il Territorio, a sostegno di Crocetta.
Nei giorni antecedenti la prima seduta, gli eletti dovranno recarsi a Palazzo dei Normanni per la foto di rito, che sarà usata per il tesserino parlamentare e per il sito, riceveranno copia dello statuto, del regolamento d’aula e di quello interno, e in una sorta di scuola di pratica parlamentare, i funzionari dell’Assemblea spiegheranno loro il funzionamento di aula e commissioni.
Ma ecco come appare la mappa politica dell’Ars all’inizio della XVII legislatura: sono 14 i deputati di Forza Italia, 6 di Popolari e autonomisti, 6 Udc, 6 DiventeràBellissima, 5 Fratelli d’Italia-Noi con Salvini. Nel centrosinistra: 11 Pd, 2 Sicilia Futura, 1 I Cento Passi, 19 M5s, mentre Giancarlo Cancelleri, come primo dei non eletti nella corsa alla presidenza avrà un suo ufficio a parte. I deputati riconfermati rispetto alla passata legislatura sono il 30 per cento, solo il M5S ha riportato all’Ars undici dei 12 che si sono ricandidati. Le donne elette sono in tutto 16, di cui la metà parlamentari pentastellate.
Ma l’assetto espresso dal voto degli elettori potrebbe cambiare rapidamente. Nell’era di Rosario Crocetta, che al momento della sua elezione non aveva una maggioranza a sostegno, sono stati 30 i cambi di casacca che hanno stravolto gli equilibri originari. E non è escluso che i primi mal di pancia si inizino a manifestare da subito, in occasione della composizione delle commissioni parlamentari e in particolare della legge finanziaria che sarà di certo preceduta da un esercizio provvisorio e, come ha già annunciato l’assessore designato Gaetano Armao, da un assestamento di bilancio, da approvare entro il 31 dicembre.
Fonte: meridionews.it
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