di Rino Marrone 10/10/2017
Era previsto, passato il momento di tregua per consentire accordi e alleanze sottobanco, i politici, da Palermo e da tutta la Sicilia, tornano ad agitarsi, e gli atti d’accuse reciproche e i sospetti entrano di prepotenza sul palcoscenico...
Era previsto, passato il momento di tregua per consentire accordi e alleanze sottobanco, i politici, da Palermo e da tutta la Sicilia, tornano ad agitarsi, e gli atti d’accuse reciproche e i sospetti entrano di prepotenza sul palcoscenico. Si parla di mafia, di Cosa Nostra, che sorveglierebbe e infiltrerebbe uomini nelle liste delle candidature.
Claudio Fava, esponente della Sinistra e candidato alla presidenza della Regione Siciliana, va all’attacco : “Sono preoccupato che Cosa Nostra abbia propri referenti nelle liste e nelle istituzioni”. E fa anche dei nomi : “C’è
un candidato nella lista di Forza Italia di Catania che sostiene
Musumeci i cui profili di rischio sono elevatissimi ed è il fratello di
Riccardo Pellegrino capogruppo di Forza Italia a Catania, detto u
funciuto, considerato punto di riferimento del clan ‘Carcagnusi’”. E indica un altro candidato a Catania, Luca Sammartino che “sostiene
il rettore Fabrizio Micari, dato che Gaetano Leone, presidente della
municipalità Librino San Leone, e fratello di Lorenzo Leone punto di
riferimento del clan Santapaola, sta facendo una campagna a sostegno di
Sammartino. Credo - conclude Fava - che tutto questo meriterebbe più di un approfondimento”.
Come risponderanno Micari e Musumeci?
Al momento, non è dato di sapere se Claudio Fava dice
il vero o è il frutto della sua immaginazione e sospetti, ma le sue
dichiarazioni non mancheranno di sollevare non poche polemiche e
scompiglio nel difficile mondo politico, soprattutto di oggi, tra
Palermo e Catania; spetterà alla Magistratura trovare i riscontri sulle
dichiarazioni di Fava o smentire infiltrazioni, combine e quant’altro
riconducibile alla “presenza”, diretta e non diretta, di Cosa Nostra tra le candidature alla presidenza regionale siciliana.
Le dichiarazioni di Fava giungono a ridosso dell’approvazione del “nuovo codice antimafia”,
ora Legge dello Stato, che condanna corrotti, stalker e terroristi a
possibili destinatari di provvedimenti, e che punta a velocizzare le
misure di prevenzione patrimoniale. Per quanto riguarda i corrotti, sono
previste misure di prevenzione nei confronti di chi si è reso
responsabile di corruzione associativa. Sarà la Magistratura, ad
indagare, e senza indugio, per stabilire la fondatezza o meno delle
dichiarazioni e dei sospetti di Claudio Fava su
presunti appoggi mafiosi per le candidature, e c’è la sospetta
corruzione associativa e il rischio dello scambio dei voti che meritano
la massima attenzione da parte dell’autorità inquirente.
Intanto, mentre si parla di occhi mafiosi che scrutano, di longa manus in cerca di appigli, è bene ricordare come lo Stato sia attivissimo nella lotta a Cosa Nostra
siciliana e alle mafie: sino ad oggi 20 mila beni sequestrati a
esponenti e affiliati mafiosi, 2.876 aziende sottoposte a confisca,
sequestrati terreni e immobili; un valore complessivo di quasi 30
miliardi di euro.
Un repulisti, dalla Sicilia a tutto il territorio nazionale, antimafia, ma resta da sondare e da scardinare il rapporto politica-mafia che condiziona la nostra vita civile ed una continua minaccia alle Istituzioni. Le dichiarazioni di Claudio Fava
necessitano di risposte immediate. Per chiarezza e per la tranquillità
dei politici onesti, che ci sono nonostante tutto lo sfascio generale.
Fonte: www.palermomania.it
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