Il dirigente del dipartimento Formazione ha scritto ai colleghi di Lavoro e Famiglia per chiedere loro lo stato della programmazione del pacchetto dei fondi
di CLAUDIO REALE
05 settembre 2017
A metà del programma, la Regione chiede un’accelerazione. Il dirigente del dipartimento Formazione Gianni Silvia, che fa da autorità di gestione del Fondo sociale europeo, ha scritto ai colleghi del dipartimento Lavoro e Famiglia, Antonella Bullara e Mario Candore, per chiedere loro lo stato dell’arte della programmazione europea, un pacchetto di fondi comunitari da spendere entro il 2020 che ammonta a 615 milioni di euro, ai quali la Regione dovrebbe aggiungerne altri 205. Con un avviso: se il 31 dicembre 2018 non saranno raggiunti gli obiettivi di spesa certificata a metà percorso, fissati a 40 milioni per la Famiglia e a 68,5 per il Lavoro, c’è il rischio che l’Europa tagli i fondi. Un allarme rilanciato da Giuseppe Raimondi della Uil: «Sino ad oggi – dice il sindacalista - abbiamo registrato solo ritardi e adesso c’è il rischio concreto del taglio».
Il Fondo sociale europeo ha tre perni fondamentali: inclusione sociale, che dipende dall’assessorato alla Famiglia, lavoro e formazione. E se quest’ultimo dipartimento sta procedendo secondo tabella di marcia (la stima è di oltre 70 milioni già impegnati, anche per effetto di bandi finiti sotto i riflettori come il cosiddetto “avviso 8” della formazione), gli altri due dipartimenti vanno un po’ a rilento, con il Lavoro ancora sostanzialmente al palo. «È evidente – scrive Silvia nella lettera ai colleghi – l’importanza di conseguire i target suddetti in quanto il loro mancato conseguimento comporta una diminuzione delle risorse finanziarie del programma che, già decisamente inferiori a quelle della passata programmazione, si ritiene la Sicilia non possa in alcun modo permettersi». Ogni ambito ha un obiettivo specifico: la Famiglia, ad esempio, oltre alla spesa di 40 milioni dovrà raggiungere l’obiettivo di 750 soggetti svantaggiati aiutati e di cinque progetti per le pubbliche amministrazioni, mentre il dipartimento Lavoro deve avere speso 68,5 milioni, ma anche avere avviato interventi per trenta pubbliche amministrazioni, 5.800 disoccupati e 2.400 under 25. In una Regione con la disoccupazione alle stelle, sarebbero una boccata d’ossigeno. A meno di perdere i fondi per strada.
Fonte: palermo.repubblica.it
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