Un atto d’accusa contro il Governo dove, tra le altre cose, si parla – sembra incredibile – di operai della Forestale mandati a spegnere gli incendi senza i “necessari dispositivi di sicurezza”
Chi sono i responsabili degli
incendi che hanno ridotto in cenere tantissime aree verdi della Sicilia?
Il SI.F.U.S., sigla che sta per Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione passa al contrattacco e presenta un esposto alle Procure di tutt’e nove i capoluoghi di provincia dell’Isola. Un
atto d’accusa contro il Governo dove, tra le altre cose, si parla –
sembra incredibile – di operai della Forestale mandati a spegnere gli
incendi senza i “necessari dispositivi di sicurezza”
Palermo, 9 agosto 2017 – E’ un atto d’accusa pesante, quello presentato dal segretario generale delSi.F.U.S. (Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione) Maurizio Grosso.
Tema: gli incendi che in questi giorni hanno incenerito tante aree
verdi della Sicilia. In un esposto presentato ai Tribunali di tutti i
capoluoghi dell’Isola (alle Procure della Repubblica presso il Tribunale
di Catania, Palermo,
Messina, Agrigento, Enna, Caltanissetta, Trapani, Ragusa, Siracusa),
i vertici di tale organizzazione sindacale chiamano in causa il Governo
della Regione e, in particolare, l’assessore all’Agricoltura,Antonello Cracolici, e l’assessore al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce.
Premesso, si legge nell’esposto:
– che il Legislatore ha istituito il comparto agroforestale in Sicilia perché si occupasse sia dei lavori di manutenzione ordinaria del patrimonio boschivo e forestale, sia della sua difesa contro gli incendi;
– che affinché questa attività possa raggiungere le finalità e gli obiettivi sopra menzionati, è necessario che il Governo regionale e, specificatamente, l’Assessorato all’Agricoltura e Foreste, attivi una seria programmazione degli interventi che, in ogni caso, devono tenere conto del rispetto del ciclo biologico della natura;
Premesso, si legge nell’esposto:
– che il Legislatore ha istituito il comparto agroforestale in Sicilia perché si occupasse sia dei lavori di manutenzione ordinaria del patrimonio boschivo e forestale, sia della sua difesa contro gli incendi;
– che affinché questa attività possa raggiungere le finalità e gli obiettivi sopra menzionati, è necessario che il Governo regionale e, specificatamente, l’Assessorato all’Agricoltura e Foreste, attivi una seria programmazione degli interventi che, in ogni caso, devono tenere conto del rispetto del ciclo biologico della natura;
– che qualora ciò non si registrasse, per ovvie ragioni (assenza di interventi di manutenzione del sottobosco e soprattutto, assenza della pulizia dei viali parafuoco), comprometterebbe la ‘campagna antincendio’ che deve essere attivata dall’Assessorato Territorio ed Ambiente, al massimo, entro il 15 giugno di ogni anno, e realizzata dagli addetti allo spegnimento incendi”.
A questo arrivano le verità che il Governo regionale ha fino ad oggi tenuto nascoste.
L’assessorato all’Agricoltura “da parecchi anni non esegue i lavori di manutenzione ordinaria secondo un piano di programmazione degli interventi legato alle esigenze dei boschi, ma interviene secondo le disponibilità di cassa”. Cosa, questa, che “ha determinato, nel 2014, un incremento degli incendi del 700% rispetto al 2013; nel 2015, il primato di Regione più incendiata d’Italia e nel 2016, il secondo posto nella classifica degli incendi secondo i dati ministeriali”.
Un passaggio che lascia di stucco riguarda la “registrazione dei lavori della Commissione Territorio ed Ambiente dell’Ars, del 28 giugno scorso”. Si parla “della Dirigente del Settore Sviluppo e Territorio, Ing. Di Trapani”, che avrebbe sminuito “la necessità delle opere di manutenzione preventiva legate alla pulizia dei viali parafuoco”; lavori “che pertanto, per l’anno in corso, al massimo, potranno raggiungere il 40% di essi”.
Nell’esposto si legge che “la campagna antincendio, pur iniziando il 15 giugno in alcune province, è diventata attiva, sostanzialmente, in tutte le province, verso il 20-23 giugno, ma con parecchie squadre di pronto intervento incomplete, tant’è che in data odierna si sta facendo ancora ricognizione per rimpinguarle con i 78isti riservisti provenienti dal settore manutenzione”.
Questo passaggio merita una breve digressione. Quest’anno la Regione, a metà giugno, ha disposto l’avvio al lavoro di circa 10 mila operai presi dai 151isti (operai che svolgono 151 giornate lavorative all’anno) e 101isti (operai che svolgono 101 giornate lavorative all’anno). sono stati sacrificati i 78isti (operai che svolgono 78 giornate lavorative all’anno), avviati al lavoro in numero molto esiguo.
Visto quello che è successo la Regione ha deciso di far lavorare una parte dei 78isti. Ci volevano gli incendi?
Altra accusa pesante, perché riguarda la funzionalità del Servizio antincendio e, soprattutto, la sicurezza nel lavoro:
I mezzi utilizzati dagli addetti antincendio, almeno per il 30%, necessitano di manutenzione ordinaria e spesso sono rimasti senza assicurazione e senza carburante. I lavoratori, dal canto loro, indossano tute vetuste e, spesso e volentieri, sono sprovvisti dei necessari dispositivi di sicurezza”.
Si spedisce il personale per spegnere gli incendi senza i “necessari dispositivi di sicurezza”?
A questo punto il ‘siluro’:
“Sono stati realizzati pochissimi lavori nel sottobosco (zappettatura, pulizia del sottobosco, dei sentieri, delle cunette, spalcatura, diradamento, muretti a secco, recinzioni). Dopo questi avviamenti, i successivi interventi di manutenzione, attraverso i 151isti e i 101isti, sono avvenuti intorno al 20 giugno. Ciò dimostra, se ce ne fosse di bisogno, come nei nostri boschi ad oggi, la pulizia dei viali parafuoco sia ancora allo stato embrionale”.
In pratica, quest’anno le opere di prevenzione degli incendi sono “ancora allo stato embrionale”: ce ne sono poche: e i risultati si sono visti.
“Con l’innalzarsi delle temperature – si legge nell’esposto – la presenza ingombrante di erbacce nei boschi sta determinando un vero e proprio disastro ambientale come dimostrano gli incendi che hanno investito il nostro patrimonio boschivo nel Ragusano (pineta di Chiaramonte in primis), nel Catanese (sull’Etna e nel Calatino), nel Messinese (attorno Messina e nella zona di Patti), nel Siracusano (Pantalica, Cava Grande, ecc), nell’Agrigentino, nel Palermitano, nel Nisseno, nel Trapanese, nell’Ennese”.
Insomma, fuoco e danni in tutta la Sicilia.
“Tutto ciò premesso – scrive Maurizio Grosso – il sottoscritto chiede che l’intestata Procura della Repubblica Voglia accertare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti sopra riportati siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti nei confronti dell’Assessore all’Agricoltura e Foreste pro tempore, On. Antonello Cracolici e dell’Assessore al Territorio ed Ambiente, pro tempore, Dott. Maurizio Croce. Con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale successivo procedimento penale”.
Il segretario generale del Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione “chiede inoltre, ai sensi dell’art.406, comma 3 c.p.p, di essere informato dell’eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari, nonché ai sensi dell’art. 408, comma 2 c.p.p, circa la eventuale richiesta di archiviazione. Chiede infine, ai sensi dell’art 355 c.p.p. che vengano comunicati le iscrizioni previste dai primi due commi del medesimo articolo”.
Fonte: www.filodirettomonreale.it
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Il Sifus conosce metà della realtà che ha denunciato.
RispondiEliminaLa campagna antincendio in realtà è partita(diciamo così) il 16 Giugno in forma teorica, in pratica non è partito proprio un bel niente, perché a quella data ancora non era disponibile alcun mezzo ed alcuna squadra.
La campagna antincendio è partita grazie alle pressioni esterne da più parti verso la Regione che, per salvarsi la faccia in extremis ha dato il via libera in quella data, ripeto solo in forma teorica, in realtà si parlava di avvio a Luglio inoltrato, questo già fa capire l'interesse mostrato alla questione.
Se ciò non bastasse, tutto è abbandonato a se stesso, mezzi, attrezzature, personale, si continua ad uno scaricabarile perpetuo, tutti hanno ragione nessuno ha colpa.
Si va avanti solo per spirito di squadra ed un senso di dignità personale, come si può alla meno peggio, accollandosi addosso accuse e colpe che non si hanno.
Le Procure dovrebbero controllare anche gli anni in cui si è iniziata la campagna antincendio(sempre in forma teorica) il 16 LUGLIO, così avrebbero contezza totale della triste realtà cui versa la Regione, altro che programmazione preventiva piano antincendio.
Poi, per non essere dei perfetti ipocriti, va detto che tutto questo e molto altro è stato denunciato e ribadito da molti anni a questa parte, ma è stato come parlare al vento.
Che dire, in un paese normale questi fatti sarebbero chiamati SCANDALO NAZIONALE, nel nostro caso probabilmente ""normale amministrazione"".
Giuseppe Spagnuolo.