04 agosto 2017

IN FIAMME IL BOSCO DI CASABOLI: 200 OPERAI DELLA FORESTALE HANNO PERSO IL POSTO DI LAVORO


04 Agosto 2017
A fare chiarezza sugli incendi che in questa estate torrida stanno funestando la Sicilia interviene la Flai CGIL. Di scena il fuoco che nelle ultime ore ha incenerito gli 800 ettari del bosco di Casaboli, tra Pioppo e Monreale, in provincia di Palermo. La CGIL invita la magistratura ad indagare sugli interessi speculativi che stanno dietro questo incendio. Fuoco che ha danneggiato l’ambiente e il futuro lavorativo di 200 operai. Anche in questo caso c’è il flop del Governo regionale

Prima dell’arrivo del grande caldo – previsto con almeno una settimana di anticipo – ci siamo chiesti e abbiamo chiesto: il Governo regionale sta approntando le misure per prevenire gli incendi nelle aree verdi della Sicilia? Il nostro articolo è stato scritto lo scorso 30 luglio (come potete leggere qui). La situazione non è drammatica come nelle score settimane. Ma qualcosa è avvenuta lo stesso: a Monreale, nelle ultime ventiquattro ore, è andato a fuoco il bosco di Casaboli.

Da ieri vigili del fuoco e operai, con il sole a picco e una temperatura di 40 gradi centigradi circa, lavorano senza interruzione per cercare di domare le fiamme.

Il Bosco di Casaboli si distende, per circa 800 ettari di superficie, tra Pioppo e Monreale. E’ un’area verde frutto dell’attività di rimboschimento, meta di tanta gente, soprattutto bambini.

Sulla vicenda interviene la Flai-CGIL, che parla di “crimine contro l’umanità”.

“Come Flai Cgil Sicilia e Flai Cgil Palermo chiederemo alla magistratura di avviare un’indagine per capire quali interessi economici si nascondano dietro questi incendi che stanno colpendo siti di grande interesse naturalistico in tutto il territorio regionale”.

Lo affermano i segretari di Flai Cgil Sicilia, Tonino Russo e Flai Cgil Palermo Dario Fazzese, a proposito dell’incendio che divampa all’interno degli 800 ettari del bosco di Casaboli, e che sta distruggendo anche l’area attrezzata per il picnic e il parco avventura. Un’area gestita dal demanio forestale, costata anni e anni di lavoro dei forestali, e investimenti pubblici.

“E’ tutto in fumo, carbonizzato. E oggi gli operai forestali di Pioppo, Borgetto, e delle zone del comprensorio, non potranno più occuparsi del bosco di Casaboli, distrutto: hanno perso il loro posto di lavoro”, aggiungono Tonino Russo e Dario Fazzese. Si tratta di 200 operai impiegati a rotazione a Casaboli durante l’anno.

Questo passaggio è importante, perché fa chiarezza su un aspetto oggetto di luoghi comuni interessati: gli operai della Forestale siciliana non hanno interesse ad appiccare il fuoco nelle aree verdi della nostra Isola, perché perdono il lavoro. Dietro gli incendi, spesso dolosi, che in questa torrida estate hanno funestato la Sicilia, ci sono altri interessi, con molta probabilità speculativi.

Secondo la Flai Cgil, l’incendio del bosco di Casaboli “non può essere stata l’opera di un piromane isolato o di una banda di ragazzi ad appiccare il fuoco in un posto così strategico. L’incendio di Casaboli dimostra come il fuoco sia stato appiccato, in una giornata afosa, in punti diversi, e chi è entrato in azione sapeva di non poter essere osservato dalle torrette di avvistamento antincendi – aggiungono Russo e Fazzese -. Sì, è vero, ci sono ritardi e inadempienze nel settore. Ma di fronte a una mano criminale che appicca l’incendio dentro il demanio forestale, oltre i viali parafuoco a prevenzione degli incendi, proprio per fare danno, sicuramente ci sono forti interessi che vanno individuati. Per questo chiediamo alla magistratura di intervenire”.

La Flai segnala anche le difficoltà in corso nello spegnimento dell’incendio, aggravate dai pesanti tagli al settore di questi anni, motivo per cui gli interventi di bonifica più complicati, nelle aree di difficile accesso, sono stati rimandati.

E quello che questo blog scrive da quando è iniziata questa lunga e dolorosa stagione degli incendi in Sicilia: troppi i tagli operati dal Governo regionale sulle attività forestali: soprattutto sul fronte della prevenzione degli incendi. E’ l’accusa che il Si.F.U.S. – il Sindacato del Forestali Uniti per la Stabilizzazione ha messo nero su bianco in una serie di denunce presentate alla magistratura.

“Ci sono intere zone dove non si interviene – leggiamo sempre nella nota della Flai CGIL -. Anche qui a Casaboli, nelle zone più impervie, ci sono alberi caduti e un sottobosco fitto, una gran mole di materiale che brucia e che gli operatori da terra non riescono a spegnere – continuano Tonino Russo e Dario Fazzese -. Comunque, nonostante le difficoltà, la carenza di mezzi e di strutture, gli operai forestali stanno dando l’anima per tentare di arginare un disastro difficile da contenere. Alle decine e decine di lavoratori forestali impegnati, oltre a due Canadair e elicotteri, va grande plauso”.

In Sicilia sono circa 14 mila gli ettari di verde finiti in fumo in meno di due mesi. Un bilancio pesantissimo, che è il frutto di scelte economiche e amministrative dissennate.

Ricordiamo, tra tutti, l’incendio che ha distrutto una parte del Parco della Zingaro, in provincia di Trapani, e il fuoco che ha ‘inghiottito’ il bosco di Chiaromonte Gulfi, in provincia di Ragusa.

Alla base di tutto ci sono i tagli operati dal Governo nazionale in danno del Bilancio della Regione siciliana. Tagli agevolati dal sostanziale commissariamento della Regione operato dal Governo nazionale, che ha imposto al Governo regionale di Rosario Crocetta una sorta di assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei. 

Se oggi interi capitoli della Finanziaria regionale 2017 sono senza soldi (anche se con magheggi di bilancio, sulla carta, le risorse sembrano esserci: ma non ci sono!), la responsabilità è delle scelte volute da Roma: scelte avallate dal Governo regionale e dalla maggioranza politica che lo sostiene a Sala dì’Ercole.

Le risorse finanziarie sono poche: ma quelle poche risorse finanziarie regionali – questa volta per scelta del Governo regionale – sono state dirottate altrove: non a caso, come ha più volte denunciato il Si.F.U.S. – e come, oggi, denuncia la stessa Flai CGIL – le opere di prevenzione del fuoco, quest’anno, sono state effettuate in modo molto approssimativo, o, in tanti casi, non sono state effettuate affatto.

I risultati si vedono.

Fonte: www.inuovivespri.it


 

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