di Valeria Arena
I record negativi: disoccupazione giovanile (57,2%), occupazione
(-45mila posti di lavoro), povertà (1 siciliano su 5). La disastrosa
eredità di Rosario Crocetta, politica e burocrazia nel caos
PALERMO - Mancano pochi mesi alla conclusione della XVI
legislatura, che siamo certi passerà alla storia soltanto per i record
negativi che ha fatto collezionare alla Sicilia, uno dopo l’altro.
Sonore bocciature che la classe politica archivierà senza battere ciglio
ma che graveranno sulle spalle dei cittadini siciliani, gli unici
fin’ora a pagare le conseguenze della malapolitica.
Nonostante i continui proclami da parte del presidente della Regione,
Rosario Crocetta, in riferimento a successi e traguardi che non trovano
però nessun riscontro nei dati forniti dalle fonti ufficiali come Istat e
Bankitalia, la Sicilia continua a essere fanalino di coda in numerosi
ambiti.
A dimostrazione di quanto scriviamo, si possono citare ad esempio gli
ultimi dati pubblicati da Eurostat e Istat in riferimento al tasso di
occupazione e disoccupazione delle regioni europee e italiane, i quali
collocano la nostra Isola sempre agli ultimi posti, o i rapporti
Osservasalute e Abi Sicilia, che condannano la Sicilia rispettivamente
sul fronte sanitario ed in quello economico-finanziario.
Le preoccupazioni, però, non riguardano solo i disastri e i record
negativi collezionati dalle istituzioni regionali, ma anche e
soprattutto la stagnazione legislativa che ha caratterizzato gran parte
del lavoro dell’Assemblea regionale siciliana. Numerose, infatti, sono
le riforme cadute nel dimenticatoio oppure approvate ma rimaste
sostanzialmente contenitori vuoti. Per non parlare, poi, dei privilegi
che costano alla Sicilia ingenti risorse economiche: i vitalizi di ex
deputati, eredi e vedove, per esempio, costano ai siciliani ben un
milione e mezzo al mese e 18 milioni l’anno, mentre i dipendenti
regionali continuano a essere in numero spropositato e per giunta è
stata ventilata l’ipotesi di un aumento di stipendio di 85 € mensili.
Ciliegina sulla torta, quella che più di ogni altra certifica il
fallimento dell’attuale legislatura, la vicenda dei fondi per
l’assistenza h24 ai disabili gravi, conclusasi, dopo mesi di proteste,
con lo stanziamento di 320 milioni di euro.
LA SICILIA DEI DISASTRI
Imprese – Secondo una recente analisi condotta da
Unioncamere e InfoCamere sul tasso di mortalità e natalità delle
imprese italiane nel 2016, la Sicilia, al di là del saldo positivo
relativo allo scorso anno (+3.897 imprese sul 2015), frena lo sviluppo
del Meridione d’Italia arrestando la sua percentuale di crescita
imprenditoriale al di sotto del’1% (0,86%) al contrario di tutte la
altre regioni del Sud.
Morosità ed evasione fiscale – L’Isola, secondo
quanto dichiarato da Antonio Fiumefreddo, amministratore unico di
Riscossione Sicilia, partecipata regionale che si occupa della
riscossione dei tributi in Sicilia, non è riuscita a riscuotere ben 52
miliardi di tasse. I comuni italiani incassano in media il 69% dei
tributi a fronte del 55,8% dei comuni siciliani. Secondo l’assessore
regionale all’Economia, Baccei, ciò significa circa 600 milioni in meno
per i sindaci isolani.
Pil pro-capite e reddito medio – Secondo i dati
Istat, la Sicilia è al penultimo posto in Italia con un Pil pro capite
di 17.100 euro e nel quinquennio 2011-2015 ha registrato una perdita
della ricchezza economica locale dell’1,7%. La somma tra reddito medio
disponibile pro capite e indice di disuguaglianza di reddito, inoltre,
colloca la regione all’ultimo posto, con un indice di 74,4 punti a
fronte di una media nazionale di 98 punti e meridionale di 83 punti.
Disoccupazione – Secondo Eurostat, la Sicilia è al
quinto posto in Europa per tasso di disoccupazione giovanile (57,2%) e
tra le cinque regioni italiane che hanno fatto registrare un tasso di
disoccupazione di almeno il doppio della media Ue. Per l’Istat, invece,
lo scorso anno nell’Isola sono andati in fumo 45 mila posti di lavoro e
il tasso di occupazione ha segnato 17,7 punti percentuali in meno
rispetto alla media nazionale, mentre il tasso di disoccupazione è
cresciuto di due.
Sanità – Il rapporto Osservasalute 2016 del
ministero della Salute ha certificato che la Sicilia è tra le cinque
regioni che nel 2015 hanno peggiorato le proprie performance, pur avendo
tagliato la spesa grazie ai Piani di rientro.
La nostra regione, infatti, insieme ad altri territori del Sud Italia,
non riesce ancora a garantire ai propri pazienti gli standard minimi di
assistenza medico-sanitaria previsti dalla legge.
Povertà – Nell’Isola, secondo il rapporto Istat
“Noi Italia”, il numero di persone che nel 2015 vive in famiglie in
condizione di grave deprivazione supera il milione. L’analisi su
“condizioni di vita e di reddito - anno 2015” attesta inoltre che la
Sicilia detiene il record negativo di rischio di povertà e inclusione
sociale (55,4%) e di massima diffusione di bassa intensità lavorativa
(28,3%) e si trova al quart’ultimo posto in Italia per spesa finale
delle famiglie (12.800 euro).
Istruzione e formazione – La Commissione Ue,
l’Anvur, il Censis e l’Ocse hanno posto le istituzioni isolane in fondo a
tutte le graduatorie. La regione, in particolare, si trova al 256°
posto per competitività e detiene il record negativo di dispersione
scolastica: un 25% che tocca punte del 32%. “Crescere al Sud” (Save the
Children), certifica una percentuale di laureati del 12,6% (media
nazionale al 14,5%) e di diplomati del 30,9% (media nazionale al 32,5%).
Sprechi e costi della politica – La Regione
siciliana è l’unica in Italia ad aver scelto di farsi carico del
trattamento pensionistico dei suoi dipendenti, 20 mila unità al 31
dicembre (5,13 dipendenti ogni 1.000 abitanti in età lavorativa a fronte
di una media di 1,86 per le regioni italiane). Il suo Parlamento,
inoltre, secondo il preventivo 2017, costa 141 milioni di euro contro
gli 80 del Consiglio regionale della Lombardia.
Inquinamento e rifiuti – Secondo i dati forniti
dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, la
nostra Isola è maglia nera nell’ambito della raccolta differenziata. La
commissione Ue, inoltre, ha inviato all’Italia una lettera con un parere
motivato affinché adotti “azioni appropriate” per ridurre le emissioni
di particolato Pm10. Tra le regioni coinvolte anche la Sicilia.
Sofferenze bancarie – Secondo quanto comunicato da
Abi Sicilia, “il settore bancario sconta ancora la scia della difficile
congiuntura economica con il risultato che sempre a gennaio 2017 il
rapporto sofferenze/impieghi ha raggiunto il 17,4%, con sofferenze per
oltre 11,1 miliardi di euro”. A inizio anno, comunque, il totale dei
finanziamenti bancari destinati all’economia siciliana ha tenuto i
livelli dell’anno precedente superando i 64,2 miliardi di euro.
LE RIFORME NEL "DIMENTICATORIO" DELL'ARS
Legge Madia – Una delle attese più eclatanti
riguarda il recepimento della legge Madia e, quindi, la riforma che
riguarda la Pubblica amministrazione. Sul quel fronte, infatti, il
Parlamento siciliano sembra tacere. La norma sui licenziamenti lampo dei
furbetti del cartellino, per esempio - che sta riscuotendo successi nel
resto di Italia, come ha confermato la stessa Madia - in Sicilia resta
ancora una chimera.
Autonomia siciliana – Si attendono ancora
importanti risposte sul futuro dell’Autonomia siciliana, soprattutto
dopo la firma dell’Intesa Stato-Regione e delle continue impugnative da
parte del governo centrale delle legge regionali. Lo strumento, ormai
baluardo di clientelismi e privilegiati, considerato un principio non
negoziabile dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha ancora un
senso in Sicilia?
Ex Province – Confusione anche sul futuro delle
Province siciliane, con due Ddl ancora in stand-by: il primo modifica la
riforma che ha abolito l’elezione diretta sostituendola con il voto di
secondo livello, la seconda chiede il ripristino delle Province, con la
reintroduzione dell’elezione diretta dei presidenti e degli organi,
l’attribuzione della titolarità di Città metropolitana a Palermo,
Catania e Messina e la riduzione del 50 per cento dei costi degli organi
elettivi.
Born in Sicily – Approvata quattro anni fa ma mai
pienamente applicata, la legge sul “Born in Sicily”è un’altro buco
nell’acqua. La Sicilia, infatti, secondo quando dichiarato da Raia,
presidente della commissione Ue all’Ars, “rischia di disperdere l’enorme
patrimonio vegetale e animale che oggi consente di vantare una
biodiversità difficilmente paragonabile ad altri luoghi del mondo, con
una produzione agroalimentare di pregio e prodotti eccellenti a livello
nutrizionale”.
Vaccini – Dopo i grandi proclami dell’assessore
Gucciardi all’indomani della decisioni di alcune regioni italiane
(Emilia-Romagna e Toscana in primis) di rendere obbligatori i vaccini
per l’iscrizione all’asilo e alle scuole elementari, in Sicilia è ancora
tutto fermo. è ancora in stand-by, infatti, il disegno di legge già
approvato dalla Giunta Crocetta. Il piano, che aspetta di essere
discusso in commissione Sanità, prevede l’obbligatorietà per asilo,
materna e scuola primaria.
Vitalizi – Dimenticato anche il disegno di legge
relativo ai vitalizi degli ex deputati e dei loro eredi e vedove, che
costa alla Sicilia un milione e mezzo al mese e 18 milioni l’anno. Tempo
fa, per altro, Marco Falcone di Forza Italia ha proposto una norma che
prevede il taglio del 50% della parte eccedente i 5.550 euro e la
decurtazione, sempre del 50%, in presenza del doppio e del terzo
vitalizio. La materia aveva già subito una razionalizzazione in passato.
Istruzione e formazione – Ferma all’Ars anche la
proposta di legge che dovrebbe riformare il settore della Formazione,
grossa spina del fianco del governo siciliano. Da tempo, infatti, si
attendono risposte su importanti questioni come l’albo regionale, tempo e
organizzazione dei corsi, risorse e bandi, ma il caos sembra ancora
regnare sovrano. Al momento, infatti, si continua a litigare sull’Avviso
8.
Codice Etico – Arenato tra i banchi dell’Assemblea
regionale siciliana anche il Codice etico degli eletti a cariche
pubbliche, presentato dall’ex presidente della commissione Antimafia,
Nello Musumeci, già annacquato da oltre 200 emendamenti e privato della
norma che avrebbe introdotto una sanzione pecuniaria per i deputati che
cambiano partito a proprio piacimento e la perdita del contributo che
l’Ars assegna a ciascun deputato per l’attività politica.
Rifiuti – La frase “emergenza rifiuti” è ormai
diventata un mantra tutto siciliano. In attesa di un piano che rifondi
il settore e dia solide garanzie, il presidente della Regione, Rosario
Crocetta, ha prorogato la gestione emergenziale fino al mese di maggio.
La linea del ministero era stata comunque piuttosto morbida nei
confronti della Regione che non ha rispettato tutti gli obiettivi e le
scadenze.
Turismo – Dimenticato anche il disegno di legge
presentato lo scorso 18 gennaio dall’assessore Barbagallo sulla riforma
dell’intero settore turistico. La proposta, che essenzialmente recepisce
le richieste fatte in questi ultimi due anni dalle associazioni di
categoria, non ha oneri di spesa e determina il riordino del settore
(strutture ricettive, agenzie di viaggio, Pro loco e associazioni senza
scopo di lucro) considerando prioritaria la lotta all’abusivismo e al
sommerso.
24 Maggio 2017 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.