I Nuovi Vespri si sono già occupati delle vicissitudini di Ino Genchi, il bravo funzionario della Regione siciliana – per la precisione, dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente – perseguitato da ben tre presidenti della Regione per aver difeso la salute dei Siciliani dall’affarismo di una certa politica.
Ce ne siamo occupati, in particolare, in questo articolo firmato da Lino Buscemi:
Non ci crederete: Crocetta & Croce non credono che 58 è un numero maggiore di 50…
Genchi è un chimico. Presso gli uffici dell’assessorato al Territorio e Ambiente si occupava di tutela della salute pubblica. Nei primi anni del 2000, quando presidente della Regione era Totò Cuffaro, si è rifiutato di approvare la realizzazione di quattro inceneritori di rifiuti detti anche termovalorizzatori (si chiamano così quando si utilizza l’energia che viene prodotta dalla combustione dei rifiuti). A suo parere gli impianti erano inquinamenti e pregiudicavano la salute pubblica.
Da allora sono cominciate le persecuzioni nei suoi riguardi. Che sono continuate anche dopo che Cuffaro – era il 2008 – è stato sostituito, alla presidenza della Regione, da Raffaele Lombardo. Quest’ultimo ha sempre affermato di aver combattuto i termovalorizzatori. E ha sempre lasciato intendere che tanti dei suoi guai sono iniziati proprio dal suo no ai quattro impianti per incenerire i rifiuti.
In effetti, con Lombardo al Governo della Sicilia i lavori per la realizzazione dei quattro mega impianti non sono ripresi. Ma la cosa strana, però, è che non sono state interrotte nemmeno le persecuzioni contro Genchi.
(Per la cronaca – visto che la storia esiste per non essere dimenticate e per essere raccontata – nel 2012 il Governo Lombardo e il Governo Monti approvavano un bizzarro Piano stralcio per la gestione dei rifiuti in Sicilia che prevedeva di bruciare i rifiuti nelle cementerie dell’Isola: operazione ancora più grave, sotto il profilo della tutela dell’ambiente, perché l’inquinamento sarebbe stato maggiore. Questa trovata ‘geniale’ – avallata, allora da Legambiente Sicilia – è stata bloccata. Ma è rimasta agli atti, a futura memoria, per dirla con Leonardo Sciascia…).
Il video de Le Iene, che vi proponiamo, ricostruisce bene tutta la storia: parla del Governo Cuffaro, del Governo Lombardo: ma parla, soprattutto, dell’attuale presidente della Regione, Rosario Crocetta, che da questa storia ne esce a pezzi.
La storia, lo ribadiamo, è quella dei quattro termovalorizzatori. Ma c’è la storia nella storia: ed è la storia, quasi una mezza opera buffa, del nostro Rosario da Gela che, con molta probabilità, mette agli atti, sotto gli occhi di milioni di telespettatori, forse la sua più brutta figura da presidente della Regione siciliana.
Succede che a Ino Genghi l’Amministrazione regionale appioppi una valutazione pari a 58. Sotto i 50 punti – sono le regole che si è data la stessa Amministrazione – il punteggio è negativo; sopra 50 è positivo. Genchi ha preso 58, ma la Regione siciliana, kafkianamente, lo considera un punteggio negativo…
Sì, avete letto bene: come scrivono i giudici – che fino ad oggi, per ben tre volte, hanno dato ragione a Genchi! – la matematica non è un’opinione. Ma nelle mani della mala politica siciliana – e di un’Amministrazione governata dalla malapolitica – anche la matematica diventa un’opinione.
Insomma, anche per il Governo Crocetta 58 rimane un numero inferiore a 50!
Nel video si vedono i cronisti de Le Iene che telefonano a Crocetta, parlano con lui: ma Rosario da Gela prima bletera qualche parola di circostanza e poi gli chiude il telefono in faccia.
Surreale anche il dialogo con un collaboratore del presidente della Regione, che dice che Crocetta chiarirà tutto e bla bla bla.
Si vede il cronista che si reca a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana, e becca Crocetta all’uscita. Con quest’ultimo che, quando avvista il cronista de Le Iene, al ritmo di una commedia di Ridolini fa marcia indietro, fa chiudere il portone e scappa da un’altra parte.
Scena finale a Napoli, a un convegno. Il cronista de Le Iene, microfono tra le mani, incrocia Crocetta che entra nel luogo dove ha sede l’incontro. Il presidente della Regione siciliana è protetto dagli uomini della sua scorta.
Il cronista gli chiede:
“Presidente Crocetta, 50 è maggiore o minore di 58′”.
Rosario da Gela in versione napoletana tira dritto. Il cronista insiste, ma viene placcato, come a rugby, da uomini della scorta o da altri soggetti. Il cronista insiste: ma viene gettato a terra e malmenato. A un certo punto gli strappano anche il microfono.
Chiusura con un comunicato del presidente Crocetta che nega l’evidenza e si dice pronto a chiarire tutto, con la redazione che gli rinfaccia i sui atti che smentiscono quello che scrive: semplicemente incredibile!
Sono scene tragicomiche, ma anche amare. Ragazzi: questo è il presidente della Regione siciliana, esponente del partito che governa l’Italia e che, tra qualche mese, si presenterà, ci possiamo giurare!, al G7 di Taormina…
Che dire? Intanto godetevi questo video: ne vale veramente la pena.
ECCO IL VIDEO ESILARANTE DELLE IENE SU CROCETTA
P.S.
Alla fine Ficarra e Picone ci faranno un film, “Il 50 e il 58”?
Ovviamente, sarà la Giustizia a riconoscere i diritti negati a Genchi dall’Amministrazione regionale. Perché se la regione siciliana non mette per iscritto che 58 è maggiore di 50 Ino Genchi non ha nemmeno diritto al risarcimento...
16 Febbraio 2016
Sicilia, “sull’Isola la matematica è relativa: lo strano caso del Dottor Genchi”
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