di Rosario Battiato
L’assessorato al Territorio ha diffuso una circolare con le indicazioni per le richieste di finanziamento. Tramite la piattaforma Rendis possibile seguire l’avanzamento degli interventi
PALERMO – Lo scorso 5 gennaio il dipartimento dell’Ambiente dell’assessorato del Territorio ha diffuso una circolare relativa alle indicazioni metodologiche per la valutazione e le richieste di finanziamento nell’ambito delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico della piattaforma Rendis (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo). Proprio su quest’ultima, infatti, dovrà essere effettuata la nuova programmazione. La piattaforma Rendis (rendis.isprambiente.it/rendisweb/) nasce nel 2005 a partire “dall’attività di monitoraggio che l’Ispra svolge – si legge sulla circolare –, per conto del Ministero, sull’attuazione di piani e programmi di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico finanziati dal Ministero stesso”.
PALERMO – Lo scorso 5 gennaio il dipartimento dell’Ambiente dell’assessorato del Territorio ha diffuso una circolare relativa alle indicazioni metodologiche per la valutazione e le richieste di finanziamento nell’ambito delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico della piattaforma Rendis (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo). Proprio su quest’ultima, infatti, dovrà essere effettuata la nuova programmazione. La piattaforma Rendis (rendis.isprambiente.it/rendisweb/) nasce nel 2005 a partire “dall’attività di monitoraggio che l’Ispra svolge – si legge sulla circolare –, per conto del Ministero, sull’attuazione di piani e programmi di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico finanziati dal Ministero stesso”.
Il principale obiettivo del sistema, infatti, è la raccolta di dati per fornire “un quadro unitario e aggiornato delle opere e delle risorse impegnate nel campo di difesa del suolo”.
Uno strumento che sarà determinante con la nuova programmazione perché “consente di seguire gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico dalla fase di richiesta di finanziamento alla validazione e valutazione del progetto, con l’attribuzione di un punteggio che definisce le priorità e determina l’ordine di inserimento nei programmi di finanziamento”. Inoltre il sistema permette di seguire il progetto nella sua “attuazione fino alle verifiche delle procedure finali (collaudo e chiusura economica)”.
Per le prossime azioni bisognerà far validare gli interventi dalla Regione, quindi rientreranno nella programmazione di settore dopo la valutazione dell’autorità di bacino, e saranno selezionati secondo le modalità e i criteri indicati dal D.P.C.M. 28/05/2015 “Individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”.
In prima linea ci saranno “i caratteri di urgenza e priorità delle opere, soprattutto in termini di presenza di popolazione a rischio diretto e di beni esposti a danno grave e perdita di funzionalità, di frequenza dell’evento, della quantificazione del danno economico atteso e di previsione della riduzione del rischio a seguito dell’intervento di mitigazione”.
Per la definizione degli interventi è importante fare riferimento alle “Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico” emanate dall’Unità di missione del ministero dell’Ambiente.
Gli elementi qualificanti si riassumono in 11 punti: valutazione del rischio ed esplicitazione dei relativi criteri di gestione; valutazione comparata delle diverse opzioni tecniche, attraverso metodi anche semplificati di analisi costi-benefici; coerenza dell’intervento con la pianificazione e programmazione vigente; analisi sistemica - aspetti spaziali con particolare riguardo ai fenomeni indotti e il non aggravio del rischio alla scala del bacino idrografico; analisi sistemica - aspetti temporali e verifica sull’intero ciclo di vita dell’opera; specifiche valutazioni di carattere idrologico e idraulico-fluviale; specifiche valutazioni di carattere geologico; effetti dell’intervento sulla morfodinamica fluviale e costiera; effetti dell’intervento sull’ecosistema fluviale, ripario e costiero e sulla chimica delle acque; effetti sociali ed economici dell’intervento; considerazioni relative alla resilienza dell’intervento, anche nei confronti di scenari di cambiamento climatico.
Tutti gli altri dettagli, inclusi gli adempimenti attuativi e gli allegati, si possono rintracciare sul portale del dipartimento dell’Ambiente.
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11 Febbraio 2017
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