di Erika Intrisano
CATANIA – Uguali vantaggi economici fra operai forestali precari e operai con contratto a tempo indeterminato. Lo ha stabilito il giudice del tribunale del Lavoro, Domenico Circosta che con una sentenza storica ha accolto il ricorso presentato nel settembre del 2014 da otto forestali precari. Si tratta di lavoratori della categoria antincendio che avevano richiesto il riconoscimento degli scatti biennali di anzianità. Diritti di cui avevano, invece, usufruito i lavoratori assunti a tempo indeterminato. Un pronunciamento a cui, come era prevedibile, sta già facendo seguito una pioggia di ricorsi.
Nel dettaglio la contestazione mossa dai lavoratori richiama la clausola 4 contenuta nell’accordo sul contratto a tempo determinato che prevede, appunto, “il principio di non discriminazione” nel trattamento economico fra le due categorie. I forestali rivendicavano di aver svolto le stesse mansioni dei lavoratori a tempo indeterminato e di averlo fatto per lo stesso periodo di tempo. Il giudice ha dato loro ragione e i lavoratori hanno ricevuto il pagamento degli scatti di anzianità relativi al periodo compreso fra il marzo 2001 e il 31 dicembre 2013: in totale ciascuno di loro ha ottenuto circa 2.700 euro.
Ma al di là dei singoli casi, la sentenza potrebbe fare da spartiacque. Sebbene, infatti, riguardi nello specifico solo otto lavoratori, la decisione - in generale - contempla gli interessi di tutti i precari. In altre parole, il pronunciamento emesso dal Tribunale del Lavoro potrebbe costare molto di più alla Regione, considerato il nutrito numero di forestali di cui si è dotata: ovvero circa 18 mila a fronte dei soli 1200 assunti con contratto a tempo indeterminato su un numero complessivo di 20 mila unità. Qualora, questi dovessero decidere di presentare ricorso per ottenere gli scatti di anzianità di servizio, di cui hanno goduto gli otto lavoratori in seguito alla sentenza del giudice Circosta - decisione che adesso costituisce un precedente - la Regione potrebbe essere costretta a sborsare una cifra da capogiro.
La sentenza riconosce alcuni diritti economici degli operai forestali assunti annualmente a tempo determinato, diritti connessi all'anzianità di servizio e richiama alcuni principi generali: la “non discriminazione” del trattamento economico tra operai a tempo determinato e operai a tempo indeterminato a meno che non sussistano ragioni oggettive. E l’assenza di una differenza sostanziale tra le due categorie di lavoratori tale da giustificare trattamenti diversi.
“In tal senso – si legge – non emerge da alcuna disposizione normativa che è richiesta ed esigibile dal personale a tempo determinato una prestazione qualitativamente diversa rispetto a quella esigibile dal personale indeterminato, per cui deve ritenersi insussistente una ragione giustificatrice delle diversità di trattamento”. Secondo, inoltre, quanto contenuto nella sentenza della Corte di Giustizia UE del 22 dicembre 2010 i principi indicati vanno applicati in assenza di “motivazioni oggettive”.
Secondo Luigi Savoca, avvocato amministrativista del sindacato dei forestali, la sentenza assume particolare rilevanza anche in considerazione di logiche che non di rado possono animare il mondo del precariato. “Può ragionevolmente affermarsi – spiega Savoca a LiveSicilia– che questa sentenza costituisce un tassello a supporto della più generale battaglia dei lavoratori forestali siciliani e dei precari condotta per la stabilizzazione della loro posizione lavorativa, così da sottrarre queste categorie di lavoratori dal ricatto clientelare di un ceto politico che utilizza l'incertezza delle persone per i propri fini elettorali”. In merito alla sentenza, emerge, inoltre, il principio di “non applicabilità del regime della prescrizione ai diritti economici dei lavoratori forestali in quanto il loro rapporto di lavoro non può definirsi stabile, seppur deve considerarsi continuativo nel tempo” – conclude il legale.
Una sentenza importante per Maurizio Grosso, segretario generale Sifus Confali. Il sindacalista ha sempre difeso a spada tratta i forestali siciliani, non ritenendoli affatto numerosi. “La sentenza – dichiara Grosso a Livesicilia – rappresenta la prova che non esistono categorie di serie A e di serie B. I forestali hanno gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori con, addirittura, indennità aggiuntive legate ai rischi e alle responsabilità delle mansioni che svolgono: altitudine, prevenzione incendi e via dicendo. Ciò scaturisce dalla funzione indispensabile che rivestono (o meglio, dovrebbero rivestire qualora i governi si muovessero in un ottica di programmazione) per il patrimonio boschivo e del territorio siciliano”.
29 Gennaio 2017
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