“Patto per il Sud”: la richiesta è di gestire i fondi tramite la struttura commissariale isolana. Roma vuole il dettaglio degli interventi previsti prima di procedere all’erogazione
di Rosario Battiato
PALERMO – Una dotazione di spesa di 2,3 miliardi di euro fino al
2023 per tutti i campi di intervento. Sono i numeri della deliberazione
Cipe dello scorso agosto, pubblicata sulla Guri dell’11 novembre, che ha
determinato lo stanziamento a valere sulle risorse del Fsc 2014-2020
per il “Patto per il Sud – Regione Siciliana”.
L’accordo vale complessivamente 5,7 miliardi di euro. In questo ambito di azione, alla fine di novembre, la Regione ha chiesto la gestione di oltre mezzo miliardo di euro destinato alla messa in sicurezza del territorio tramite la struttura commissariale.
Ricostruiamo la vicenda.
Lo scorso 10 settembre la deliberazione della giunta regionale ha approvato lo schema di patto per lo sviluppo della Regione siciliana, elencando gli interventi in dettaglio per tutti i settori, contestualmente alla firma tra l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sul Patto ad Agrigento.
Il 26 ottobre successivo è stata approvata una rimodulazione degli interventi. Il 25 novembre scorso la Regione ha chiesto le risorse assegnate tramite la delibera Cipe 26/2016 e destinate al finanziamento degli interventi strategici dell’area tematica ambiente, legata all’obiettivo strategico “rischio idrogeologico” per 591 milioni di euro. La risposta del Dipartimento per le politiche di coesione è giunta lo scorso 12 dicembre. Riportiamo la comunicazione: “Al fine di poter erogare la somma richiesta, si chiede l’invio del cronoprogramma di spesa di cui al punto 3.1 della citata delibera Cipe (n.26/2016, ndr) riferito ai predetti interventi, così che questo dipartimento possa definire puntualmente la programmazione dei fabbisogni di cassa riferiti al corrente e al prossimo esercizio finanziario”.
Il giorno dopo, il 13 dicembre, è arrivata la deliberazione della giunta regionale che fa specifico riferimento al “Patto per il Sud – Gestione, monitoraggio e controllo delle risorse finanziarie destinate all’obiettivo strategico Dissesto idrogeologico”.
In riferimento allo stanziamento previsto all’interno dello schema del “Patto per lo sviluppo della Regione siciliana”, si delinea l’esplicita richiesta per gli interventi che rientrano nell’area tematica Ambiente per 591 milioni di euro.
Le modalità attuative del Patto prevedono che la Regione possa avvalersi, per la realizzazione degli interventi, di Enti e società in house, nonché delle amministrazioni pubbliche territorialmente competenti.
A tal proposito, la Regione siciliana ha richiesto che la somma dedicata alla messa in sicurezza del territorio, pari a oltre mezzo miliardo di euro, venga attribuita al presidente della Regione in qualità di Commissario del governo contro il dissesto idrogeologico. A sostenere questo percorso c’è anche una nota ad hoc dell’assessore Croce (la numero 8341/2016) che propone il trasferimento delle risorse direttamente nella contabilità speciale del commissario, considerato che sarà proprio l’Ufficio del commissario straordinario a trasmettere il relativo cronoprogramma di spesa così come richiesto dal dipartimento.
Resta determinante, in ogni caso, operare quanto prima per l’avvio dei cantieri, dal momento che il rischio idrogeologico resta una delle criticità maggiori per il territorio isolano e già in passato troppi fondi sono stati restituiti per la mancanza di spesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’accordo vale complessivamente 5,7 miliardi di euro. In questo ambito di azione, alla fine di novembre, la Regione ha chiesto la gestione di oltre mezzo miliardo di euro destinato alla messa in sicurezza del territorio tramite la struttura commissariale.
Ricostruiamo la vicenda.
Lo scorso 10 settembre la deliberazione della giunta regionale ha approvato lo schema di patto per lo sviluppo della Regione siciliana, elencando gli interventi in dettaglio per tutti i settori, contestualmente alla firma tra l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sul Patto ad Agrigento.
Il 26 ottobre successivo è stata approvata una rimodulazione degli interventi. Il 25 novembre scorso la Regione ha chiesto le risorse assegnate tramite la delibera Cipe 26/2016 e destinate al finanziamento degli interventi strategici dell’area tematica ambiente, legata all’obiettivo strategico “rischio idrogeologico” per 591 milioni di euro. La risposta del Dipartimento per le politiche di coesione è giunta lo scorso 12 dicembre. Riportiamo la comunicazione: “Al fine di poter erogare la somma richiesta, si chiede l’invio del cronoprogramma di spesa di cui al punto 3.1 della citata delibera Cipe (n.26/2016, ndr) riferito ai predetti interventi, così che questo dipartimento possa definire puntualmente la programmazione dei fabbisogni di cassa riferiti al corrente e al prossimo esercizio finanziario”.
Il giorno dopo, il 13 dicembre, è arrivata la deliberazione della giunta regionale che fa specifico riferimento al “Patto per il Sud – Gestione, monitoraggio e controllo delle risorse finanziarie destinate all’obiettivo strategico Dissesto idrogeologico”.
In riferimento allo stanziamento previsto all’interno dello schema del “Patto per lo sviluppo della Regione siciliana”, si delinea l’esplicita richiesta per gli interventi che rientrano nell’area tematica Ambiente per 591 milioni di euro.
Le modalità attuative del Patto prevedono che la Regione possa avvalersi, per la realizzazione degli interventi, di Enti e società in house, nonché delle amministrazioni pubbliche territorialmente competenti.
A tal proposito, la Regione siciliana ha richiesto che la somma dedicata alla messa in sicurezza del territorio, pari a oltre mezzo miliardo di euro, venga attribuita al presidente della Regione in qualità di Commissario del governo contro il dissesto idrogeologico. A sostenere questo percorso c’è anche una nota ad hoc dell’assessore Croce (la numero 8341/2016) che propone il trasferimento delle risorse direttamente nella contabilità speciale del commissario, considerato che sarà proprio l’Ufficio del commissario straordinario a trasmettere il relativo cronoprogramma di spesa così come richiesto dal dipartimento.
Resta determinante, in ogni caso, operare quanto prima per l’avvio dei cantieri, dal momento che il rischio idrogeologico resta una delle criticità maggiori per il territorio isolano e già in passato troppi fondi sono stati restituiti per la mancanza di spesa.
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10 Gennaio 2017
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