Un groviglio di norme, accordi, pareri legali, leggi che impongono tetti e limiti, ma alla fine il risultato non cambia. Così, mentre dal Corpo forestale è partita la caccia alle indennità anomale riconosciute agli operai forestali, con addetti che ricevevano un aumento dello stipendio del 20 per cento per essere reperibili sei giorni su sette anche in assenza di incendi, si scopre che ci sono rimborsi "intoccabili", costati dal 2002 a oggi 40 milioni di euro. Come il rimborso chilometrico riconosciuto agli uomini dell'antincendio (circa 6.200 persone) anche per coprire tutti i giorni la distanza da casa al lavoro. Un benefit che in alcuni casi vale quasi metà stipendio e che i forestali dell'antincendio («Non tutti, ma la gran parte», dicono dalla Regione) ricevono grazie a un accordo sindacale del 2002 che recita: «Poiché non è stato stabilito il centro di raccolta giornaliero (dal quale poi andare nei vari cantieri, ndr), in deroga al contratto nazionale per gli addetti all'antincendio questo è individuato nel comune di residenza oppure nel comune dove è iscritto al Collocamento». Accordo in quattordici anni mai modificato. Il caso è esploso fragorosamente in questi giorni al comando del Corpo forestale, che gestisce l'antincendio, dove il dirigente generale Gaetano Gullo ha avviato un giro di vite sulle indennità regalate a pioggia anche a chi non ne aveva diritto. A partire dagli operai a tempo indeterminato, i cosiddetti "Oti", che sono in tutto poco più di duecento. Si scopre che questo personale ha spesso preso indennità che non gli spettavano. Ad esempio, Gullo ha scritto una nota molto dura al distaccamento di Siracusa, citando il caso di alcuni "Oti" che hanno incassato l'indennità per la reperibilità che dovrebbe scattare «nell'immediatezza del configurarsi del pericolo»: incendio o altra calamità. Invece a Siracusa questa indennità è stata riconosciuta «sei giorni al mese per tutti i mesi dell'anno». E da sola vale il 20 per cento dello stipendio. Tra le indennità degli "Oti", nel mirino anche quella del rimborso chilometrico dal Centro di raccolta al cantiere di lavoro giornaliero. Indennità che non spettava, in base al contratto del 2001, a questi operai. Ma nell'esaminare la vicenda, si scopre l'altra assurdità che ri guarda una platea ben più ampia, quella composta da 6.200 addetti all'antincendio. L'accordo del 2001 stabiliva che il rimborso chilometrico potesse scattare per i chilometri percorsi dal centro di raccolta giornaliero al luogo fisico di lavoro nel cantiere o dell'incendio. Bene, nel 2002 si scopre che un accordo sindacale prevede una deroga: per i forestali dell'antincendio, vista la difficoltà «nell'individuare il centro di raccolta giornaliero», questo «corrisponde con la residenza del forestale oppure con il comune dove è iscritto alla lista di Collocamento». Risultato? Ancora oggi migliaia di forestali ricevono questo rimborso per spostarsi da casa al luogo di lavoro, che da anni però è fissato nella sede del distretto. Proprio così: da anni c'è la stessa sede come centro di raccolta dove devono andare gli operai forestali, ma non essendo mai stata modificata l'intesa rimane in vigore il vecchio meccanismo. Un paradosso che nemmeno la legge Finanziaria del 2015, che fissa un tetto di 20 chilometri con rimborso, è servita a scalfire: molti chiedono una deroga a questo tetto e anche in virtù dell'accordo la ottengono perché «se non si cambia il vecchio patto non si può fare nulla». Uno spreco che, secondo i calcoli dell'amministrazione, dal 2002 a oggi è costato almeno 40 milioni di euro.
Soldi intoccabili perché previsti dal contratto
Giro di vite del dirigente sui benefit a pioggia
I punti
RIMBORSO
la Regione riconosce agli operai dell'antincendio un rimborso chilometrico per spostarsi da casa al luogo di lavoro
II COSTO
Per il rimborso chilometrico riconosciuto da casa al lavoro la Regione ha speso dal 2002 a oggi oltre 40 milioni di euro
L'INDENNITA'
Il Comando del Corpo forestate ha bloccato alcune indennità ad operai che risultavano reperibili anche senza incendi
13 Dicembre 2016.
La Repubblica Palermo
Per chi non lo sapesse. L'ipettorato di Palermo ci ha sempre riconosciuto la stratosferica indennità' di reperibilità pari a euro 38'95 al mese per essere reperibili 6 giorni al mese pari ad ore 105. Per tutto l'anno,e Vi posso assicurare che al di la di quello che scrivono certi giornalisti non sono mai mancate occasioni per correre sugli incendi a volte anche a gennaio spesso si dimenticano che qui siamo in Sicilia.Per quanto riguarda l' indennità del 20℅ essa ci viene erogata soltanto nel periodo che è aperta la campagna antincendio cioè 4 mesi.comunque per la consolazione della stampa, per risollevare i conti ed eliminare gli sperperi è stato deciso di non pagarci più l' indennità' di reperibilità. Questi 38,92 euro"lordi" serviranno a risollevare le sorti della Sicilia. Oti Antonino Russo 6° distretto.
RispondiEliminaBene, ci risiamo, le solite notizie incomplete e tendenziose, direi proprio di parte. Si scrive che questi famigerati dirigenti stanno scoperchiando abusi da parte di chi li ha preceduti in quelle poltrone, nell'applicazione di contratti e accordi in materia di rimborso chilometraggio, il tutto a favore dei forestali, antincendio in primis. Forse questi famigerati dirigenti hanno poco capito come applicare la legge finanziaria 2015. Hanno dato direttive agli irf provinciali di erogare non più di 20 chilometri a quei lavoratori che per recarsi al lavoro ne percorrevano di più, danneggiando così il lavoratore nella parte economica, mentre chi per andare a lavoro percorreva meno di 20 chilometri non è stato assolutamente danneggiato. Non diceva questo la finanziaria 2015, diceva altra cosa; ove non era possibile restringere la percorrenza dei lavoratori sotto i 20 chilometri, l'irf doveva chiedere autorizzazione al comando per spostare il lavoratore sopra i 20 chilometri, punto. Hanno così intaccato norme contrattuali e accordi siglati con i sindacati che non possono essere modificati se non da un nuovo contratto. C'è da dire pure che il dirigente menzionato nell'articolo ha pure chiesto parere all'avvocatura dello stato che ha dato ragione al lavoratore. Bisogna pure spiegare all'opinione pubblica che legge questi articoli incompleti e tendenziosi, da dove viene il rimborso chilometraggio. L'articolo 54 del contratto collettivo nazionale di lavoro recita che è l'azienda che deve provvedere allo spostamento dei lavoratori dal centro di raccolta sul luogo del lavoro, qualora l'azienda sia impossibilitata, deve al lavoratore rimborsare le spese per il carburante pari a un quinto del costo del carburante per ogni chilometro percorso. Bene, questo è quanto riguarda l'indennità chilometrica, per le altre questioni inerenti gli oti sapranno sicuramente loro rispondere a tono. Dulcis in fundo, penso che se ci sia sperpero di denaro pubblico, sia nel mantenere questi dirigenti e funzionari che non sanno fare il proprio lavoro. Saluti Giuseppe Candela
RispondiEliminaMi preme aggiungere a quanto giustamente esposto dal collega Candela, che in questa famigerata indennità chilometrica, prevista dai CCNL per TUTTE le categorie di lavoratori, oltre a al costo "vivo" del carburante, è compreso anche il logorio del mezzo, i lettori piu' smaliziati capiranno che salire due volte al giorno su di una montagna con strade che chiamrle tali è un eufemismo, a quote anche rilevanti, impone che o si sia poprietari di un mezzo pesante tipo PANZER, oppure quei poveri tapini che sono possessori di qualche misera utilitaria a fine turno di lavoro bisogna mettere in conto (proprio) un salato conto per la manutenzione del proprio mezzo...Naturalmente ai "solerti" Dirigenti tutto ciò non tocca in quanto vanno in giro con le macchine aziendali e se malauguratamente quest'ultima non fosse disponibile, si sta comodomente in ufficio!!! E basta con ste menate..
RispondiEliminaSaluti
Alessandro Ardito
Calatafimi Segesta - TP
SPRECO giornalistico.aldorizza
RispondiEliminaBuongiorno,
RispondiEliminaforse una lettura miglior del contratto non sarebbe tempo perso, però scordatevi del diritto alla sede tipico del pubblico impiego con cui molti confondono il diritto al chilometraggio, ma leggetelo con la mentalità di chi effettua una contrattazione privata relativa all'erogazione di una prestazione lavorativa e dei suoi rimborsi per le spese vive del lavoratore.
Poichè il cantiere idraulico-forestale diversamente dal capannone industriale è un luogo di lavoro mobile, cioè non ha una via ed un numero civico ove iniziare l'erogazione della prestazione lavorativa, il datore di lavoro ha l'obbligo di comunicare preventivamente il punto di partenza da dove dove si aspetta l'inizio dell'erogazione lavorativa e questo si chiama 'centro di raccolta',da qui partirebbe l'orario di lavoro e tutti i successivi spostamenti nel globo terracqueo sarebbero a carico del datore di lavoro.
il problema si pone quando il datore di lavoro non comunica preventivmente il centro di raccolta, che il contratto fissa in caso di assenza di preventiva comunicazione nella casa comunale ove ha sede il cantiere forestale.
poi come dei normalissimi privati un eventuale accordo fra le parti, ovvero fra i lavoratori ed il datore di lavoro, nel solo caso che questo accordo migliori le condizioni del lavoratore supererebbe il contratto.
preferirei non firmarmi