La struttura territoriale di Ragusa ha diffuso un report che svela l’uso di diverse categorie di fitofarmaci nelle colture agricole. Le sostanze, nocive per l’uomo, registrano una presenza “superiore a quella rilevata in ambito nazionale”
PALERMO – L’allarme è di quelli seri e arriva direttamente
dall’Arpa Sicilia. La struttura territoriale di Ragusa dell’agenzia
regionale, centro di riferimento regionale per la ricerca dei
fitosanitari, ha diffuso, nelle scorse settimane, un report che non
lascia adito a dubbi: l'indagine sui dati di utilizzo di diverse
categorie di fitofarmaci impiegati nelle colture agricole evidenziano
che “i composti utilizzati in Sicilia, ed in particolare nella
provincia di Ragusa, sono caratterizzati da consistenti impatti
potenziali su tutti i comparti indagati”.
Numeri che, secondo l’Arpa, risultano “superiori a quelli rivelati in ambito nazionale” e che gettano un'ombra sul futuro raggiungimento delle riduzioni dei pesticidi previsti in ambito nazionale. L'appello assume contorni preoccupanti se consideriamo che i pesticidi sono potenzialmente dannosi per l'ambiente e per l'uomo.
Numeri che, secondo l’Arpa, risultano “superiori a quelli rivelati in ambito nazionale” e che gettano un'ombra sul futuro raggiungimento delle riduzioni dei pesticidi previsti in ambito nazionale. L'appello assume contorni preoccupanti se consideriamo che i pesticidi sono potenzialmente dannosi per l'ambiente e per l'uomo.
Non sono state sufficienti, spiegano dall'Arpa, le politiche di “regolamentazione dell’immissione in commercio orientate da anni verso un uso più sostenibile”. A fornire il dettaglio del quadro regionale ci ha pensato l'ultimo report, realizzato verso la fine di ottobre, che utilizza una nuova metodologia per la valutazione dei dati di vendita. Si tratta dell'applicazione di un indicatore di pressione che è stato sviluppato dall'Arpa Toscana. “Tale indicatore, combinando le proprietà ambientali, eco tossicologiche e tossicologiche delle sostanze attive con i dati di consumo – si legge in una nota dell'agenzia siciliana –, consente una caratterizzazione quali-quantitativa di dettaglio, rispetto a specifici indicatori del rischio correlato all’utilizzo dei pesticidi”.
L'immissione in commercio dei pesticidi non si ferma nell'Isola. “Tale situazione assume particolare rilevanza nel territorio ragusano dove – si legge nel report –, in controtendenza rispetto al dato nazionale e regionale, è stato registrato un aumento delle vendite”.
I dati non mentono e l'accusa dell'agenzia è precisa: “la peculiarità delle produzioni agricole locali è caratterizzata da consumi contraddistinti da un'ampia varietà di sostanze, alcune delle quali rappresentano la quasi totalità delle vendite regionali, che hanno un impatto potenziale elevato sia per il comparto ambientale sia per quello sanitario”.
Il rapporto sarà un utile strumento anche le strutture regionali che dovranno confrontarsi con gli obiettivi nazionali previsti nel Piano d'azione per i fitofarmaci che fissa delle riduzioni specifiche da raggiungere. Lo precisa Maria Antoci, direttore della struttura territoriale Arpa di Ragusa, che conferma come il “lavoro svolto oltre a rappresentare un utile riferimento nei processi di pianificazione territoriale, potrà essere un valido supporto alle decisioni che i competenti settori dei tre assessorati regionali Sanità, Agricoltura ed Ambiente, dovranno adottare ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’impatto da pesticidi”.
A livello nazionale il d.lgs. n.150 del 14 agosto 2012 ha recepito la direttiva 2009/128/CE che ha istituito un quadro d'azione comunitario per l'utilizzo sostenibile dei pesticidi. Il decreto del 22 gennaio 2014 ha adottato il Piano di azione nazionale (Pan) nel quale sono esplicati “finalità, misure, tempi, modalità di raggiungimento degli obiettivi dell'azione strategica comunitaria”.
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