Infatti, all’osservazione di un cronista che gli ha fatto rilevare che ‘ormai è di casa in Sicilia’, il premier ha risposto: “Di solito mi fanno delle domande e poi rispondo, ma avremo due giorni per parlare. Comunque è un giorno bello per questa inaugurazione”.
Ad accogliere Matteo Renzi c’erano tra gli altri il prefetto Maria Guia Federico il sindaco di Catania, Enzo Bianco e il rettore Giacomo Pignataro, ma a ‘scortarlo’ c’è soprattutto Davide Faraone, il petalo siciliano del giglio magico, che ha organizzato la due giorni isolana del premier.
Durante la cerimonia, prendendo la parola, il sindaco di Catania ha ricordato gli interventi promessi dal premier in favore della città, così successivamente Renzi ha precisato che ci sono anche i 44 milioni per le periferie ‘licenziati stamani dalla cabina di regia’: “L’alibi del non ci sono i soldi non ha più cittadinanza in Italia – ha detto – perché abbiamo iniziato a mettere assieme risorse in modo organico e le abbiamo affinate in una progettazione di insieme che dà il protagonismo ai territori”.
Il presidente del Consiglio da Catania torna a bacchettare Bruxelles: “Nell’ambito di questa nuova stabilità di Governo l’Italia ha smesso di essere un problema per l’Europa. Riempiamo di soldi i Paesi europei che creano muri. Noi oggi abbiamo però il veto in Europa“.
Renzi, inaugurando la struttura universitaria catanese, ha detto che “fare innovazione è l’unico modo che ha l’Italia per essere fedele a se stessa e alla propria tradizione. Non bisogna continuare a ricordare ciò che siamo stati, ma diventare il simbolo di ciò che saremo, incoraggiarsi e guardare in alto. Non possiamo accettare di adorare le ceneri, ma alimentare il fuoco. Il ruolo del nostro Paese non può fare altro che crescere”.
E’ sempre il futuro il mantra di Renzi così dalla nuova struttura dell’ateneo afferma: “Il primo modo per attrarre i cervelli è non farli fuggire” e ricomincia con una tema più volte snocciolato: “L’Italia deve mettersi a fare l’Italia con innovazione, tecnologia e ricerca che sono il ruolo trainante se giochiamo all’attacco”.
Il premier detta i tempi e scandisce una sorta di count down: “Se è così abbiamo sei mesi di tempo – aggiunge – per potere attrarre realtà internazionali e l’Etna Valley può diventare attrattiva mondiale in vista del G7. I nostri territori sono belli e Catania ha tutte le risorse per richiamare le aziende internazionali per recare sviluppo e speranze”.
Renzi ha quindi analizzato il momento economico che sta attraversando il Paese: “I numeri cominciano a ingranare, ma ancora è lunga – ha detto – . Oggi sono usciti i dati del primo trimestre del Pil, non sono ancora soddisfacenti, ma per la prima volta in questo trimestre l’Italia va meglio della Francia e della Germania. C’e’un’inversione. E’soltanto l’inizio e c’è molta strada da fare”.
Il presidente del Consiglio riconosce però che “c’è un Nord tornato allo stato pre-crisi e un Sud che ha pagato il conto della crisi che ha preso tutta in faccia”. Senza giri di parole Renzi afferma che “il Mezzogiorno dunque è il nostro problema, ma anche l’opportunità più grande che abbiamo, con una qualità della vita, dei valori, un capitale ambientale e umano meraviglioso.
L’ex sindaco di Firenze ha quindi lanciato un appello: “(Il sud ndr) Ha bisogno di uno scatto, di un stacco fondamentale per diventare il punto di riferimento di molte realtà”.
A seguire, nel capoluogo etneo, il presidente del Consiglio parteciperà ad una incontro sui temi della sanità, mentre a Ragusa e Siracusa Renzi vestirà principalmente i panni del segretario del Pd promuovendo le ragioni del Sì al referendum costituzionale.
di Francesco Bianco
15 Novembre 2016
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