21 agosto 2016

LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA


La legge non ammette ignoranza


di Antonino Lomonaco
Sentire il tono di meraviglia nella notizia data da un TG nazionale, che la Sicilia deteniene, in questo momento, il primato degli incendi boschivi (circa diecimila) fra le regioni italiane, fa considerare la pochezza dell’informazione giornalistica, la quale ammicca agli interessi politici del momento, passando sui “corpi” della gente reale. Una notizia del genere dovrebbe stimolare ad approfondire la questione: innanzitutto ricordarsi della latitudine di questa regione e del tipo di vegetazione che la riguarda, la quale rinsecca in estate. Intendere che questi incendi avvengono per l’abbandono dell’agricoltura nei territori montani, collinari, ed anche di pianura. Intendere che in un contesto di degrado economico, sociale, culturale, dovuto alla “cecità” politica di chi ha gestito e dovrebbe gestire questi territori, e la gente che vi vive, non può destare meraviglia l’ignoranza che produce distruzione. Perciò si potrebbe approfondire la questione, ribaltandola, nel senso che diecimila roghi sgnifica diecimila interventi da parte di quei vituperati operai dell’antincendio boschivo, che affrontano, ogni volta, le fiamme rischiando la propria incolumità, respirando fumo, disperandosi o rallegrandosi quando riescono a fermare la distruzione in un breve tempo. Non scrivere, invece, per come fanno questi giornalisti, che a fermare le fiamme nei boschi siano stati i (pur valorosi e nostri fratelli) vigili del fuoco o gli “sconosciuti” della protezione civile. Senza l’intervento di questi “insulsi” dell’antincendio boschivo, quei diecimila roghi, avrebbero certamente arso l’intero territorio abbandonato, desertificando una terra che è il cuore del Mediterraneo. Senza il loro apporto anche i costosissimi bombardamenti aerei di acqua sarebbero inutili od ancora più dispendiosi in un clima e con una vegetazione come la nostra, poichè senza il lavoro di bonifica, del perimetro bruciato, le riprese sono quasi sempre una certezza. Eppure passa bene, e sempre, quella cattiva informazione che “strizza l’occhio” ad un interesse di queste squadre nel propagare incendi, come se l’intervento fosse poi una festa, come se non vi fossero mai stati incidenti e morti in questi interventi. Come se respirare fumo fosse una ricchezza per la salute. E’ bene ribadire con vigore che questi incendi interessano sempre territori composti da appezzamenti di terreno di proprietà privata, dove non vi sono e non vi possono essere lavori di manutenzione forestale, ed i cui proprietari avrebbero dovuto provvedere alla pulizia dalla vegetazione selvatica ma alla quale, per l’insostenibilità dell’agricoltura, non riescono a provvedere. In verità gli operai forestali della manutenzione lavorano solo nell’ambito del demanio regionale, dove le fiamme raramente giungono e quando ciò succede, esse provengono dai terreni limitrofi, privati e abbandonati. Per cui sarebbe davvero opportuno un elogio degli uomini delle squadre di antincendio boschivo che intervengono dove nessun altro interviene, dei loro sacrifici fisici davanti e contro le fiamme, nonchè morali, per la continua loro mortificazione attraverso i media, senza alcuna voce di rilievo che li difenda. Mortificazione morale che si trasforma, poi, in situazione organizzativa: in mancanza di mezzi, attrezzature, dispositivi di sicurezza personali, ecc. E persino nell’ormai consolidata pratica del ritardo dei pagamenti. Non può essere sminuito, in questa attività, il rischio emotivo di lavorare per tre mesi senza recepire paga: per un padre di famiglia è una gravosa preoccupazione che si aggiunge come ulteriore fattore di rischio. Tuttavia, almeno quest’anno, grazie al nostro caro presidente regionale, abbiamo appreso che il nostro lavoro è un “pubblico ufficio”! Solo che, come in tutti i film di Totò, ciò vale esclusivamente per chi qualche decennio fa, o giù di lì, ha avuto un qualsiasi problema con la giustizia, per cui senza paga deve pur andarsi a cercare un avvocato e chiarire la sua posizione. Altrimenti rischia il licenziamento, che in una terra come la nostra significa il lastrico e la totale rovina sociale e famigliare. E dire che questa nostra attività, dell’antincendio boschivo, meriterebbe davvero, a pieno titolo, il ruolo di pubblico ufficio, mentre è nata e continua come un ammortizzatore sociale. Come fa a non saperlo il nostro presidente di regione? La nostra piccola “croce”. 





5 commenti:

  1. Ben detto, questa è la vera verità, anzi l'unica verità. Ho sentito qualche settimana fa che una giornalista che scrive per il giornale di Sicilia, se non ricordo male una certa Silvia Iacono, in merito alla questione forestale, ha parlato con alcuni addetti perché voleva sapere la versione dei lavoratori. Caro Michele, visto che il pensiero è stato esposto in maniera molto esaustiva, penso sia il caso ( visto che tu hai contatti con lei) di girarlo alla giornalista in questione, vediamo se avrà il coraggio di far pubblicare nel giornale di Sicilia la verità dei lavoratori. Aggiungo, forse sarebbe il caso di girarlo a tutti quei media che ci hanno denigrato è continuano a farlo. Saluti Giuseppe Candela

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  2. ...MA GLI IGNORANTI AMMETTONO LA LEGGE.aldo rizza

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  3. Pe niente d'accordo, anzi quello che lei ha appena scritto per me è totale disinformazione...e le spiego perchè
    1) gli incendi non si innescano da sè anche se la vegetazione è secca
    2) non è affatto vero che gli incendi non interessano il demanio forestale (vedi il recente scempio di mezzo M. Pellegrino
    3) è abbastanza normale pensare che tra i lavoratori precari della forestale, ci possa essere qualcuno che voglia speculare, ricattare il sistema (incendiamo e dimostriamo che c'è bisogno di noi, pure un bambino lo sospetterebbe, e non poche volte sono stati arrestati proprio dei forestali precari).... e lo dimostra il fatto che nelle regioni italiane con personale stabilizzato, gli incendi quasi non esistono, e immagino che questo è l'unico punto, in cui saremmo d'accordo: i politici non avrebbero dovuto creare oltre 20.000 forestali con i voti di scambio, di cui la maggior parte è precaria....soluzioni? fare dei concorsi e assumere molto meno forestali ma a tempo indederminato, seri, preaparati e motivati ed eliminare, mafiosi, speculatori, ricattatori e delinquenti...solo così la categoria potrà riappopriarsi della dignità che merita....se invece si continuerà sulla strada dell'assistenzialismo puro, la Sicilia continuerà a bruciare e a perdere quasi del tutto quel poco di verde che rimane, e lo sperpero di denaro pubblico non avrà fine....e l'opinione pubblica sospetterà sempre di voi..
    cordialmente
    Fabio Romano

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  4. Bentornato Sig. Fabio o Filippo o chissa chi. Non sappiamo realmente la sua identità, ma nonostante il fango e l'insinuazione gli diamo un'altra volta la possibilità di commentare in uno spazio che non ha padroni e come se ne può accorgere anche Lei, è completamente libero. Abbiamo risposto altre volte, ma questa volta lo lasciamo nella Sua ignoranza. Ah dimenticavo, la prossima volta che accede al Blog (visto che non ne può fare a meno), si sforzi per una una proposta più seria (ovviamente se ci riesce) su come risolvere la questione dei lavoratori forestali, da premettere che la stragrande maggioranza non è delinquente, anzi, ama il proprio lavoro. Concludo dicendo, che se usati intelligentemente potremmo essere una grandissima risorsa per l'ambiente e per il territorio. Distinti Saluti

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  5. Mi è capitato spesso di trovare persone comuni quando siamo intervenuti nelle segnalazioni di incendio, e puntualmente senza che nessuno glielo abbia chiesto ti gridano dietro come fare e dove andare. La mia risposta in qualità di responsabile è stata sempre la stessa, lasciateci lavorare, sappiamo cosa fare. Si capisce che quando capita un'emergenza del genere vicino le tue proprietà le persone siano tutte agitate, poi alla fine pochissime di loro vengono ad apprezzare il lavoro espletato. A dir la verità, mi è capitato una volta che appena arrivati sul luogo dell'incendio, appena sceso dal furgone un signore mi si avvicina e mi indica al solito da dove prendere e cosa fare, la mia risposta è stata sempre la stessa, ma stranamente questo signore fa un passo indietro come a voler chiedere scusa. Abbiamo cominciato a spegnere e quando abbiamo finito non c'erano più civili. Dopo qualche giorno, con un nostro collega torrettista mi arrivano i complimenti di quel signore per il lavoro espletato e l'alta professionalità dimostrata. Ora presumo che Fabio Romano non sia un forestale e quindi non possa mai capire il nostro lavoro, ha solo pensato che i lavoratori forestali siano nella maggiorana come la mela marcia del comparto, come dire che tutti i poliziotti siano degli assassini e ladri come i loro colleghi della uno bianca. Forse nel settore dove il sig. Romano lavora c'è pure una mela marcia, ma non per questo si infanga una categoria. Mi dia retta, sig. Romano, si informi meglio prima di parlare. Saluti Giuseppe Candela

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