Il responso arriverà ai primi di settembre. Ma il piano per il sistema Formazione professionale trasmesso dalla Regione al ministero del Lavoro ha già un primo via libera di massima,
in attesa della valutazione tecnica che nelle prossime settimane sara’
elaborata a Roma: obiettivo, assottigliare l’esercito degli 8.250
lavoratori della formazione tramite prepensionamenti e incentivi
all’esodo, in modo da dover trovare un lavoro per “sole” 4.000 persone.
Come riporta oggi il quotidiano La Repubblica, edizione Palermo. “Di
certo – scandisce l’assessore alla Formazione Bruno Marziano, che con il
collega al Lavoro Gianluca Micciche’ ha trattato con il sottosegretario
Luigi Bobba – il ministro Giuliano Poletti ha gia’ preso atto
pubblicamente della grave crisi del sistema in Sicilia. Questo e’ un
segnale incoraggiante”.
Il primo passo sara’ il prepensionamento.
Nella proposta trasmessa a Roma, la Regione fa leva su una norma che la
maggioranza vuol inserire nella legge di stabilita’ nazionale a
prescindere dal caso Sicilia, la possibilita’ di anticipare la pensione
per chi e’ nato fra il 1951 e il 1953. “La norma generale – prosegue
Marziano – prevede costi a carico dei lavoratori. Noi puntiamo a fare in modo che per i formatori siciliani sia lo Stato a pagarli”.
Aggiungendo pero’ un tassello, stavolta con i finanziamenti del Fondo sociale europeo:
la possibilita’ di andare in pensione un po’ prima scatterebbe anche
per gli ex dipendenti degli enti di formazione siciliani nati fra il
1954 e il 1956, con un costo che la Regione stima in 32 milioni e mezzo.
Secondo uno studio predisposto dall’assessorato alla Formazione, queste
due mosse – che dovrebbero partire da gennaio – liberebbero da sole
circa 3.000 caselle, riducendo il bacino a 5.250 persone.
A quel punto scatterebbe la fase 2.
Che si compone di due mosse: da un lato verificare se i numeri teorici
corrispondano con quelli reali, controllando cioe’ se qualcuno degli ex
formatori sia gia’ andato in pensione o abbia comunque trovato un altro
lavoro, e dall’altro offrire una exit strategy a un migliaio di altre
persone. “Quando sara’ fatta pulizia negli elenchi – continua Marziano – offriremo un anno di copertura previdenziale,
con un costo stimato di circa 7.500 euro a lavoratore, a chi sceglie
l’esodo volontario. Io sono quasi certo pero’ che le liste che abbiamo
contengano un migliaio di nomi che non ci dovrebbero stare”. Una volta
sfoltito l’elenco con prepensionamenti ed esodi volontari, i 4.000
lavoratori rimanenti troverebbero un posto nel sistema tradizionale
della formazione. Come “Repubblica” ha spiegato nelle scorse settimane, la Regione ha gia’ riavviato i corsi attingendo ancora al Fondo sociale europeo:
quelli dell’obbligo formativo (rivolti agli under 19) daranno lavoro a
1.400 persone per un investimento di 67 milioni, mentre quelli
“tradizionali” permetteranno a 2.600 persone di trovare un impiego e
costeranno 110 milioni.
Oltre 200 corsi partiranno il 14 settembre
(‘Chi non li avvia perde il finanziamento’, avvisa l’assessore), mentre
per gli ultimi 45 bisogna ancora trovare i soldi: “I fondi – assicura
Marziano – arriveranno dalle variazioni di bilancio. Entro novembre
partira’ tutto”. Tempi un po’ piu’ lunghi, invece, serviranno per pagare
gi arretrati con gli enti, ai quali la Regione deve ancora circa 96
milioni. A bloccarli, finora, e’ stato lo sforamento del Patto di
stabilita’, ma uno degli elementi del patto Stato-Regione di fine giugno
permette di superare l’ostacolo. “I primi 46 milioni – garantisce
l’assessore – saranno pagati entro il 2016. Per gli altri 50, da finanziare tramite il Fse, bisognera’ aspettare il 2017″. L’anno delle elezioni.
20 Agosto 2016
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RispondiEliminaBene.......
RispondiEliminaMa quando il primo OK per dimezzare i parlamentari con il loro stipendio ????