IL PUNTO
Crocetta perso nelle sue vacanze
Ma tanto silenzio ci rinfresca
PALERMO - Da due settimane ha interrotto le trasmissioni. Se si esclude, infatti, il messaggio di cordoglio per le popolazioni terremotate, da quattordici giorni il pesidente della Regione tace. In vacanza, anche lui. Un regalo ai siciliani, a pensarci bene.
Perché nel solito rovente agosto siciliano, ecco giungere almeno il rinfrescante silenzio di Rosario Crocetta, che ha allentato la morsa delle dichiarazioni roboanti, delle plateali crociate, delle accorate accuse. E a dire il vero, in questa estate in cui governo e Ars hanno pensato bene di andare in ferie lasciando in sospeso un po' di faccende (tutte quelle raccolte ad esempio nella cosiddetta 'manovra-bis'), mancano anche le turbolenze politiche, i mal di giunta che negli anni passati furono preludio a nuove cacciate, ennesimi rimpasti, “programmi da sottoscrivere con gli alleati”, le solite “svolte”, insomma, di una legislatura fatta di sbandate.
Ma quest'anno no. Per fortuna, verrebbe da dire. E non certo perché i risultati di questo nuovo governo politico abbiano risolto una porzione significativa di problemi (la Formazione è ancora ferma, i Forestali sono allo stesso punto di prima, le Province sono ancora commissariate, i precari siciliani ancora senza un futuro), ma perché, quantomeno, le cronache politiche sono state risparmiate dalle invettive e dalle trovate del presidente utili a nascondere l'evidente sfacelo amministrativo.
Ma Crocetta probabilmente è contento così. Le ultime dichiarazioni pubbliche sono datate 12 agosto: il presidente si affrettò a smentire l'aumento dei pedaggi autostradali raccontato da tutti i giornali. Poi, tanti saluti. In questi 14 giorni la Sicilia non ha avuto bisogno del suo presidente. E il presidente, forse, non ha avuto bisogno della Sicilia. È tutto a posto. Crocetta, tra un polverone e un altro, ha lasciato tutto in ordine, prima di chiudere a doppia mandata Palazzo d'Orleans e partire per le meritate ferie.
I suoi commissari, ad esempio, sono tutti lì. Tutti. Le famose Province “abolite” sono ancora gestite (e lo saranno per mesi, dopo la nuova, grottesca proroga dei commissariamenti) dai suoi fedelissimi. Piazzati ormai ovunque. Negli enti regionali come l'Esa (Calanna), nelle società partecipate come Sicilia e-servizi (Ingroia), Sas (prima il suo avvocato Lo Re, poi l'amministratore unico gelese Sergio Tufano ex revisore dei conti nelle scuole comunali di Gela ai tempi di Crocetta sindaco), Ast (Finocchiaro), Riscossione Sicilia (Fiumefreddo). Senza contare la nomina più importante: il rinnovo, cioè, del contratto del Segretario generale Patrizia Monterosso, esterna all'amministrazione e gravata da una condanna contabile milionaria.
È tutto in ordine, insomma. Crocetta ha assicurato la sopravvivenza del sempre più striminzito cerchio magico. E ha potuto quindi andare in vacanza. Lasciando una Regione puntellata di bandierine che torneranno utili tra un po'. Quando, magari, dovrà discutere col suo partito l'exit strategy buona a garantire un futuro al governatore in scadenza di mandato. E almeno in questo, Crocetta ha già dato da un po' un segnale positivo, facendo arrivare in giunta tanti big di partito. Gli stessi che condivideranno con lui successi e insuccessi di questa fine legislatura. È tutto in ordine quindi. E il silenzio del presidente è quello di chi è sazio alla fine di una abbuffata. Un silenzio rinfrescante, però, per tutti quelli che vivono al di fuori del suo cerchio magico.
26 Agosto 2016
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