La parola della settimana
Piromani
Li chiamano piromani, e così senza volerlo li perdonano: perché come fai a punire i furti di un cleptomane? O a mandare in galera un eroinomane? Sono malati: vanno compresi, curati, assistiti. Chi appicca il fuoco a un bosco, aspettando il vento giusto perché il rogo faccia ancora più danni, invece non è un malato: è un criminale, e in quanto tale va trattato, senza indulgenze neppure nella qualificazione che gli si attribuisce.
Sul movente degli incendi che hanno devastato la Sicilia nell'ultima settimana, com'è noto, le ipotesi sono diverse, e vanno dalla speculazione edilizia all'ampliamento delle aree a pascolo, dalla vendetta di qualche forestale licenziato alle aspettative di chi invece è sì un forestale ma vorrebbe farlo più a lungo (incrementando proporzionalmente i guadagni).
Tutte piste, si intende, ancora da battere e verificare. Certo, fa ancora più male, vedendo quei desolati panorami grigio cenere, anche solo sospettare che i responsabili dello scempio possano essere lavoratori al servizio della collettività, insomma di tutti noi. Contro il fuoco nemico si possono sempre impugnare le armi e combattere. Mettersi al riparo dal fuoco amico è molto più difficile.
20 giugno 2016
Nota
Forse il quotidiano La Repubblica aspira a qualche altro privilegio milionario visto che non gli bastano quelli che lo Stato gli regala, ma per ottenerlo deve sudare ancora per un pò, bisogna continuare all'infinito a sparare minchiate a ripetizione sui forestali. Forza, siamo solo agli inizi
Forse molti amici e parenti di chi scrive su " la repubblica lavorano per qualche pseudo onlus falso ambientalista che ambisce ad aumentare i propri introiti sottraendoli ai lavoratori forestali.
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