24 maggio 2016

IL CAOS DEI FONDI. MEZZA SICILIA NEL CAOS, IN ATTESA DEI 500 MILIONI DA ROMA. BLOCCATI 73 MILIONI DEI 142 MILIONI PREVISTI PER I FORESTALI


IL CAOS DEI FONDI

Mezza Sicilia nel caos
in attesa dei 500 milioni da Roma



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L'accordo tra il governo Crocetta e lo Stato non arriva ancora. E le conseguenze del ritardo riguardano già Comuni, province, enti e precari.


di Accursio Sabella
PALERMO - Com'era prevedibile, i mattoni stanno crollando uno dopo l'altro. Le Province, i Comuni, gli enti regionali, il precariato siciliano, sono in frantumi. Senza più risorse e ossigeno. Tutto a causa di un accordo che non c'è. Dato per fatto, e per certo, già mesi fa. Ma ancora non ratificato ufficialmente. L'accordo tra il governo Crocetta e l'esecutivo di Renzi prevede lo sblocco del mezzo miliardo che attualmente tiene “in scacco” mezza Isola.

Ma l'accordo non c'è. Ci sarà. Lo assicurano, almeno, l'assessore Baccei che poco meno di un mese fa esprimeva un “cauto ottimismo”: “Gli aspetti tecnici sono stati chiariti”, aveva detto. Assai più ottimisti sono invece i renziani del Pd all'Ars: “Lo Stato – dichiara oggi il parlamentare Gianfranco Vullo - sbloccherà i 500 milioni di euro che la Regione Siciliana attende con un decreto legge che il Consiglio dei Ministri varerà già nei prossimi giorni. L’impegno preso dal presidente Matteo Renzi è serio e per questa ragione non ci sono dubbi sull’esito positivo. In questo modo – aggiunge - la Sicilia potrà gestire l’esercizio finanziario in corso senza dover operare tagli ai comuni ed ai servizi”.

Tra pochi giorni. È questo l'ultimo, assai vago riferimento. Che farebbe pensare a una “fumata bianca” provvidenzialmente a ridosso dwlle elezioni amministrative siciliane. Ma c'è poco, adesso, da storcere il naso. Perché al di là delle dichiarazioni dei deputati – gli stessi che mesi addietro avevano dato per “fatto” quell'accordo che ancora non c'è – gli effetti sulla Regione si sono già sentiti, eccome. I Comuni, ad esempio, come abbiamo raccontato ieri sera, non hanno potuto chiudere i bilanci al 30 aprile. E proprio nelle ultime ore si sono visti recapitare una lettera della Regione con la quale viene comunicato che “dei 340 milioni previsti ne potranno essere erogati solo 105”. Un disastro, perché oggi gli enti locali non possono compiere alcuna spesa. Compresa, ad esempio, quella destinata al pagamento delle ditte per lo smaltimento dei rifiuti: col rischio che un caos immondizia possa coinvolgere diversi centri siciliani.

Tutto perché quei 500 milioni non ci sono ancora. Accantonati – così vengono definiti tecnicamente – in attesa del “via libera” da Roma. Ma come detto, di danni già se ne sono visti parecchi. Oggi ad esempio i precari degli enti locali sono scesi in piazza. Anche le somme destinate ai loro stipendi sono state bloccate per circa la metà della cifra complessiva. Un caso che ha messo in ginocchio diversi Comuni, costretti a chiudere, oggi, uffici importanti come quelli per i Tributi, l'Anagrafe, lo Stato Civile, il Protocollo. Giù le serrande, quindi. Con enormi disagi per i cittadini.

Nel frattempo, caos simile nelle ex Province. Anche in questo caso, l'assessore alla Funzione pubblica Luisa Lantieri ha ammesso: “Nei prossimi giorni trasferiremo metà dei 18 milioni previsti. Al momento, di più non possiamo fare”. Proprio perché metà di quella somma è vincolata all'accordo romano. E così, anche in questo caso, ecco disagi per i servizi per i portatori di handicap, per le scuole e per le strade. Guai che, a dire il vero, affondano anche in altre cause: come i ritardi nell'approvazione della riforma sulle Province, andata avanti tra strafalcioni, liti politiche, impugnative e frettolose riscritture.

Sempre il congelamento del mezzo miliardo, poi, aveva portato all'annuncio della chiusura delle riserve naturali siciliane. Una ipotesi scongiurata in che modo? Bloccando ulteriormente i contributi destinati alle borse di studio degli studenti. Anche quelli congelati per metà dello stanziamento complessivo. La coperta, infatti, è sempre quella. Ed è cortissima. All'Irsap, ad esempio, gli stipendi sono tornati a singhiozzare. E il governo regionale ci ha pure messo del suo, togliendo all'ente, già in grave sofferenza e obiettivo costante di decreti ingiuntivi, anche 500 mila euro per destinarli alla “propaganda dei prodotti siciliani”.

Ma le conseguenze del “gelo romano” rischiano di crescere in maniera esponenziale nei prossimi giorni. Quando nelle casse degli enti e nei fondi destinati a varie categorie di personale, i soldi si esauriranno. Anche perché tra le cifre congelate c'è davvero di tutto. Oltre a Comuni, precari, province ecco bloccati 73 milioni dei 142 milioni previsti per i Forestali, 22 milioni dei 44 previsti per la società partecipata Servizi ausiliari Sicilia (tremila dipendenti), metà dei 12 milioni previsti per l'Ente acquedotti siciliano, metà dei dieci milioni per le “garanzie occupazionali” nei Consorzi di bonifica. Per questi ultimi enti previsto anche il ben più corposo “taglio” di 17 su 33 milioni destinato agli stipendi. Stesso discorso per gli ex Pip di Emergenza Palermo che, in caso di mancato accordo, vedrebbero andare in fumo quasi 15 dei 29 milioni destinati a loro. E poi c'è il famoso “allegato 1” della Finanziaria: un elenco lunghissimo di enti e soggetti vari. Tra questi, oltre all'Irsap, l'Istituto Vite e vino, l'Esa, gli enti parco, i teatri siciliani, la Fondazione orchestra sinfonica, le università per le borse di studio degli aspiranti medici, ecco anche i fondi per le comunità alloggio per minori e quelle per disabili. Tutti “appesi”. Tutti in bilico. In attesa del “sì” di Roma.

24 Maggio 2016
http://livesicilia.it/2016/05/24/comuni-enti-precari-nel-caos-in-attesa-dei-500-milioni-da-roma_751606/








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