Il flop di Crocetta il ‘licenziatore di criminali’. Il lavoro lo perdono solo le persone perbene
Centosessanta pregiudicati,
anche mafiosi fra gli ex Pip, 85 fra gli autisti soccorritori del Seus
118 e ora tocca ai Forestali. E’ l’operazione pulizia del governatore Rosario Crocetta
che annuncia, a sprazzi, interventi risolutori e durissimi nei
confronti di questa o quella categoria nel momento in cui lo contesta o è
in crisi. Salvo poi dimenticarsene o lasciare che le procedure si
risolvano in un nulla di fatto o, in alcuni casi, in una bella causa per
danno.
Mentre il governatore annuncia il licenziamento di numerosi Forestali e lo fa anche con conferenze stampa appositamente convocate, arrivano i dati delle sue precedenti azioni ‘moralizzatrici.
Fra gli ex Pip,
ormai è noto, una legge regionale prima ed una finanziaria dopo, sono
rientrati quasi tutti. Fuori sono rimasti solo una decina. Un dato
fisiologico. Errore che sta alla base di quella
operazione, il fatto che nel bacino dei piani di Inserimento erano
confluite ‘solo’ persone pregiudicate. Si trattava di ex detenuti che
dovevano essere reinseriti nel mondo del lavoro e nella società in
genere. Come pretendere che fossero incensurati?
Diverse le cose per chi è tornato a delinquere o per chi ha accuse addirittura di mafia.
Alla fine sono una dozzina i casi che hanno già portato alla
sospensione del sussidio anche se il dato non è definitivo. Si è
arenata, invece, l’idea di sospendere lo stesso sussidio in base al reddito familiare.
E oggi il giornale La Repubblica scrive anche i dati dell’azione moralizzatrice del Seus 118. Degli 85 finiti nel mirino del governatore solo 3 sono stati licenziati.
Alla fine ad andare a casa sono stati solo tre autisti soccorritori
che al momento dell’ assunzione avevano dichiarato di non avere guai
con la giustizia, pur avendo alle spalle sentenze pesanti. Alla guida
delle ambulanze di giorno, stalker nelle ore libere. O addirittura in
cella per sequestro di persona e minacce. E fra i tre che hanno perso il
lavoro c’ è un ex imprenditore che tentò una truffa per avere fondi
dell’ Unione europea.
L’ha ‘scampata’, invece
il caso che fece scalpore, quello di un autista sorpreso alla guida
della sua vettura con un tasso alcolico oltre la soglia consentita e
condannato per guida in stato d’ebbrezza. In realtà dai racconti di
allora era sembrato che guidasse ubriaco l’ambulanza e così non era.
Nessun provvedimento neanche nei confronti dei ventidue dipendenti con sentenze per droga o per rapina.
Gli 85 dipendenti si sono difesi, assistiti dai loro legali o dai sindacati.
“Nella maggior parte dei casi – spiega a La Repubblica Gaetano Montalbano
da due anni alla guida del consiglio di gestione – si trattava di
reati di scarso allarme sociale come l’ occupazione abusiva di case
popolari, oppure commessi anche vent’anni fa”.
“Se questa ricognizione fosse stata fatta 7 anni fa – dice Montalbano – i licenziamenti sarebbero stati molti di più”.
Adesso tocca ai Forestali
ma è difficile immaginare che le cose vadano in modo diverso. E mentre
si perseguono queste pulizie infinitesimali, sono altri a perdere il
lavoro. Il saldo passivo dell’occupazione nel settore para pubblico
ovvero l’indotto della Regione siciliana durante il mandato Crocetta si
avvicina pericolosamente alle 10mila unità.
Non lavorano più gli operatori della Formazione professionale,
circa settemila ai quali vanno aggiunti gli ex sportellisti che portano
già il saldo a quasi novemila. A rischio, invece, ci sono i dipendenti
di Partecipate, controllate e società varie dall’Irsap ovvero gli ex consorzi Asi, alle Ipab, da Sviluppo Italia Sicilia passando per il Cerisdi.
Settantacinque là con 180 dipendenti di aziende private che rischiano
per effetto della chiusura della partecipata regionale; 28 qua, altri 45
in un terzo contenitore.
Ci sono, poi, tutti i dipendenti dei consorzi di bonifica, quelli degli enti di assistenza ai disabili.
Impossibile fare di conto con la disperazione.
Ma la Regione risparmia, su questo non c’è dubbio. E guai a chiamarla
‘macelleria sociale’. In fondo la maggior parte di queste persone, di
queste famiglie hanno il ‘peccato originale’, quello di essersi fatti
segnalare da qualcuno per lavorare quando in Sicilia un lavoro lo si
trovava solo così. Ma siamo sicuri che non sia più così?
07 Aprile 2016
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