22 febbraio 2016

OK AL BILANCIO DELL'ARS: CRESCE LA SPESA PER PENSIONI, LA CAFFETTERIA COSTA 500 MILA EURO


Ok al bilancio dell'Ars: cresce la spesa per pensioni, la caffetteria costa 500 mila euro

Sala d'Ercole approva il rendiconto interno da 155 milioni di Palazzo dei Normanni: tagli per 2,8 milioni. Cresce la voce per i burocrati andati in quiescenza con le norme pre-Fornero. Cancellate le spese per attività culturali della Presidenza 


 Ok al bilancio dell'Ars: cresce la spesa per pensioni, la caffetteria costa 500 mila euro


di ANTONIO FRASCHILLA
Via libera al bilancio interno dell'Assemblea regionale, che rimane tra le assemblee più costose d'Italia. Quest'anno previsto un risparmio di 2,8 milioni di euro, pari all'1,7 per cento del bilancio complessivo che sarà pari a 155 milioni di euro. Considerando un avanzo di amministrazione di 17 milioni di euro, registrato nel 2015, il risparmio non è proprio elevato, anzi. I deputati costeranno, tra indennità e diarie varie, sempre 16,1 milioni di euro, e vitalizi e pensioni dei deputati non scendono per nulla rimanendo sempre a quota 19,5 milioni di euro. Spese praticamente invariate anche sul fronte dei dipendenti, che costano 27,5 milioni di euro. A questa voce vanno aggiunti 120 mila euro per "vestiario" (50 mila euro in meno rispetto allo scorso anno). Cresce la spesa per i trasferimenti ai gruppi parlamentari (da 6,2 milioni del 2015 a 6,9 milioni di euro per il 2016), mentre non un euro sarà risparmiato per la spesa di consulenze  del consiglio di presidenza (300 mila euro) e per il personale addetto alla segreterie sempre del consiglio di presidenza (2,6 milioni di euro).

Cancellate comunque le spese per attività culturali direttamente finanziate da Consiglio di presidenza dopo le polemiche per il boom di sagre e tornei di calcetto. Questa voce valeva 700 mila euro.  Cresce la voce per gli abbonamenti alle agenzia stampa, da 500 mila euro a 570 mila euro, e cresce la voce per noleggio di autovetture di servizio, da 115 a 130 mila euro. La buvette dell'Ars costerà 500 mila euro (150 mila euro in meno rispetto al 2015).

La gran parte dei risparmi deriva in realtà dal taglio del fondo di riserva per spese impreviste e da quello per tasse e imposte. A crescere è la voce  delle pensioni dei burocrati dell'Assemblea. Unica voce in costante crescita negli ultimi due anni. Basta un semplice confronto con  il bilancio del 2013 per capire come la fuga verso le pensioni scattata dal luglio 2014 per evitare di incorrere nei tetti agli stipendi stia gravando in maniera pesante sul bilancio con un incremento della voce di spesa per «pensioni» pari a 11 milioni di euro negli ultimi due anni.

Negli ultimi sedici mesi hanno lasciato l’Ars in 42, tra questi tre segretari generali. Il costo in più di queste mega pensioni, che l’Ars dovrà sopportare per gli anni a venire è pari a 11 milioni di euro: nel 2013 il costo delle pensioni dei burocrati dell’Ars era pari a 39,5 milioni, nel 2014 si è saliti a quota 42,4 milioni per arrivare ai 50,6 milioni del 2015 fino a 50,8 milioni del 2016. Una crescita esponenziale che ha prosciugato i risparmi fatti con il taglio alle indennità dei deputati e il tetto agli stipendi dei dipendenti. In base a questi limiti, comunque, il segretario generale e i consiglieri parlamentari non possono superare i 240 mila euro lordi all’anno, gli stenografi 204 mila euro, il segretario parlamentare 193 mila euro, il coadiutore 148 mila euro, il tecnico amministrativo 133 mila euro e l’assistente parlamentare 122 mila euro all’anno. Cifre di tutto rispetto.


22 Febbraio 2016
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/02/22/news/ok_al_bilancio_dell_assemblea_cresce_la_spesa_per_pensioni-133991232/








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