Quel professore narciso, supponente e amico dei grillini, che attacca chiunque si dichiari amico degli indipendentisti per restare da solo al centro della scena!
Nelle migliori tradizioni dell’integralismo di qualsiasi colore e latitudine, il professore Massimo Costa “giudica”. Giudica tutti, e le sue parole sono il metro dell’ortodossia.
I suoi lo seguono come fosse il Messia, e chiunque non è d’accordo con lui appartiene ad una delle seguenti categorie: nemici; ascari; traditori.
E senza la sua approvazione non è possibile militare nell’area di chi vuole l’indipendenza.
Il pensiero che, fuori dal suo pensiero, possa esistere un’altro pensiero non lo sfiora neppure.
La sua fatwa è calata nei confronti degli ex amici di Sicilia Nazione, rei (a giudicare dalle parole di tale Giulio Ambrosetti) di non averlo scelto come capo.
Il professore è anche capace di produrre fenomeni miracolosi come la moltiplicazione dei posti a sedere di una sala per cento persone, accreditata di averne contenuto oltre seicento in occasione di un suo convegno.
L’ultima sua vittima è stato Vincenzo Figuccia, deputato regionale, che, oltre ad essere stato osannato ad un congresso di lavoratori forestali, si è macchiato anche del reato di avere partecipato ad un incontro organizzato da nazionalisti e indipendentisti, ma non da Costa.
Era un Presidio davanti la Rai contro le parole vergognose e razziste del giornalista Carlo Panella. I numerosi movimenti che lo avevano organizzato si erano impegnati a costruire un momento unitario con la partecipazione di più associazioni possibile. Tra le associazioni che avevano aderito vi era anche CambiAmo la Sicilia della quale fa parte appunto l’on. Figuccia. La cosa era evidentemente positiva. Un deputato trova il coraggio di partecipare a viso aperto a un’iniziativa di questo tipo. Bisogna apprezzare (e infatti gli organizzatori avevano apprezzato), non chiedergli il pedigree. Peraltro, il deputato è Vincenzo Figuccia, persona notoriamente vicina a posizioni sicilianiste e molto popolare a Palermo per avere spesso preso posizione a favore delle categorie più deboli.
Invece il prof. Costa, forse adirato di non essere lui l’interlocutore, attacca Figuccia accusato di non dimettersi e non lasciare il suo partito, concludendo con l’anatema finale: “… se non farai chiarezza, sarai anche tu un nemico della Sicilia. Uno dei più subdoli, di quelli che si fingono amici …”.
Quello di attaccare chiunque si avvicina facendogli un’insuperabile analisi del sangue è notoriamente una pratica abituale dei mediocri che vivono dentro la cupola del delirio di onnipotenza. Il principio è lo stesso di sempre: “Après moi, le déluge”, ossia “dopo di me, il diluvio”.
Ma chi è, e quanto è davvero vergine il professore Costa?
Non sarà per caso lo stesso professore Massimo Costa, Presidente dal 2012 al 2015 del Collegio Sindacale della pessima società partecipata dalla Regione “Sicilia e-Servizi”, nominato al ben remunerato incarico da Raffaele Lombardo (che notoriamente nominava solo suoi fedelissimi), con il sostegno dell’allora assessore all’economia Gaetano Armao (come è vero che la riconoscenza in politica non esiste!)? E’ proprio lui? Da quale pulpito giunge allora questa rigorosa e intollerante predica?
Non sarà per caso lo stesso professore Massimo Costa che sostiene che il grillino Cancelleri gli abbia proposto di fare l’assessore all’economia nell’ipotetico prossimo governo a 5 stelle siciliano? Non sarebbe questa una violazione del principio “né con il centrodestra, né con il centrosinistra, né con i grillini”? Ma, si sa, la pagliuzza negli occhi degli altri si vede meglio della trave nel proprio.
E infine, il Massimo Costa che giura di essere diventato solo adesso un politico, non sarà per caso lo stesso Massimo Costa che già nel 2007 si candidò a Sindaco di Palermo ottenendo lo strabiliante risultato dello 0,30% dei voti? Una percentuale da prefisso telefonico (per l’esattezza quello di Brescia, non certo uno di quelli siciliani).
Niente fa più danno ai nazionalisti e agli indipendentisti, che hanno bisogno del massimo di unità, di un narciso e supponente capetto che predica bene e razzola male e che passa le sue giornate a giudicare gli altri e a bearsi del suono delle sue parole.
L’estremismo, il manicheismo e la mancanza di ironia sono i veri alleati dei nemici della Sicilia.
26 Gennaio 2016
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