06 novembre 2015

CGIL, CISL E UIL: IN SICILIA LE EMERGENZE, SENZA RIFORME E SOLUZIONI, PEGGIORANO DI GIORNO IN GIORNO. DAI FORESTALI AI PRECARI DEGLI ENTI LOCALI. PER QUESTI LAVORATORI NON CI SONO GARANZIE OCCUPAZIONALI


VETI E CONTROVETI FERMANO IL NUOVO GOVERNO 

II Crocetta-quater già passato, esecutivo nel caos 

DI ANTONIO GIORDANO Il pasticciaccio di Palazzo d'Orleans sembra destinato a risolversi con un rimpasto del rimpasto. Ovvero con un governo Crocetta quater-bis. Sul quarto governo ieri varato da Rosario Crocetta, bocciato nel giro di un'ora (un vero record) da Pd, socialisti e Sicilia futura dell'ex ministro Totò Cardinale, è calata una notte di trattative (fallite) con il segretario del Pd siciliano Fausto Raciti. Negoziato non concluso e complicatissimo anche con gli altri alleati. Obiettivo dichiarato fare spazio all'area dem di Giuseppe Lupo e agli scontenti disseminati ovunque come mine. Il mandato che del resto il governatore sin da ieri si è dato è «verificare la possibilità di allargare la rappresentanza politica in giunta, rivedendo qualche nome tra quelli precedentemente comunicati». Fallendo ancora una volta sui tempi, più dilatati di quanto preteso. E tra i renziani siciliani a Roma c'è chi torna a reclamare il voto anticipato. Per il 10 la Conferenza dei capigruppo dell'Ars ha fissato il battesimo del nuovo governo Crocetta, ma a poco più di 24 ore dal roboante annuncio («Ecco la nuova Giunta») tutto appare avvolto dalla foschia, nella ricerca di nuovi equilibri tra partiti e poltrone. In un tutto contro tutti che pare il logico prolungamento dell'alto tasso di litigiosità che ha già segnato le tré passate giunte con il loro carico di circa cinquanta assessori in tré anni. Solo l'Udc tiene i nervi saldi e professa ottimismo: «Noi vogliamo assicurare stabilità alla Sicilia, stiamo facendo la nostra parte per perseguire questo obiettivo», afferma il coordinatore regionale Gianluca Miccichè, «sono pronto e disponibile a entrare in questa giunta che credo sia di altissimo profilo e destinata a dare stabilità alla Sicilia fino alla chiusura naturale della legislatura». Intanto dopo à Ned anche i verdiniani si sfilano ufficialmente da ogni ipotesi di ingresso in Giunta: «Di Crocetta e dei suoi governi è noto cosa io pensi: tutto il male possibile», dice Saverio Romano, coordinatore dei gruppi parlamentari Ala. E sul riconfermato (fino a questo momento) assessore al Turismo Cleo Li Calzi, data in quota Verdini, taglia corto: «E persona che non conosco». E non ci sono solo settori renziani a evocare le urne. Anche Cgil, Cisl e Uil spiegano che non c'è più tempo: «Mentre la politica litiga sulla distribuzione delle poltrone, mentre clientelismo e corruzione dilagano, in Sicilia le emergenze, senza riforme e soluzioni, peggiorano di giorno in giorno. Dai Forestali ai precari degli enti locali che fra meno di un mese saranno in mezzo alla strada, sino ai lavoratori della Formazione. Per questi lavoratori non ci sono garanzie occupazionali. Per non parlare delle città a secco, oggi nel 2015, e dei collegamenti ridotti a un colabrodo. Un disastro. Adesso serve un nuovo governo autorevole, che sia capace di trovare soluzioni immediate per i lavoratori e di sbloccare investimenti per lo sviluppo. Altrimenti è meglio andare al voto». Di certo, come dice il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, «i siciliani non ne possono più di balletti a destra e a manca o di assessori che si alternano, non può continuare l'instabilità perché è l'intero sistema a soffrirne». Nel frattempo è tutto bloccato da una ventina di giorni. E quella che sembrava essere una crisi lampo sta costando molto cara alla credibilità dell'esecutivo. 
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05 Novembre 2015



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