del Segretario della Flai-Cgil del Calatino
Nuccio Valenti
Sono stato ieri alla manifestazione dei
"famigerati" lavoratori forestali siciliani, proprio quelli che i talk
show nazionali dipingono come i responsabili del fallimento della
Regione Siciliana.
In verità non ho mai visto in economia un Ente o un'azienda che possa essere portato al fallimento dall'1,4 % della spesa a bilancio, tanto rappresenta la voce forestale sul bilancio della Regione.
Le cause del fallimento della Regione sono semmai da ricercare sulla dissennata e clientelare gestione della sanità, che rappresenta ben oltre il 50% della spesa regionale.
I forestali protestavano perchè c'è il rischio quest'anno di non poter effettuare le 78 o le 101 giornate previste dalla legge, tenuto conto che le burocrazie nazionali e regionali non sono state in grado di poter progettare in tempo 100 milioni di euro di fondi europei, che, ovviamente, non gravano sul bilancio della Regione.
Perchè deve essere chiaro che la stragrande maggioranza dei forestali non sono lavoratori in pianta stabile, ma precari e stagionali.
Come è altrettanto chiaro che questi lavoratori rappresentano un pezzo di quel lavoro assistenziale, che viene dato a lavoratori delle zone interne e montane, che diversamente non avrebbero di che vivere. Ma è altrettanto chiaro che quelle somme possono essere spese in modo più razionale produttivo.
Durante la manifestazione un lavoratore di San Michele di Ganzeria mi diceva: "Ho 58 anni, non c'è lavoro, per quel poco che c'è i datori di lavoro preferiscono uno più giovane, non posso andare in pensione a causa della legge Fornero, nonostante abbia 39 anni di contributi. Cosa mi resta da fare se mi viene tolta la Forestale ?" La risposta al prossimo talk show.
In verità non ho mai visto in economia un Ente o un'azienda che possa essere portato al fallimento dall'1,4 % della spesa a bilancio, tanto rappresenta la voce forestale sul bilancio della Regione.
Le cause del fallimento della Regione sono semmai da ricercare sulla dissennata e clientelare gestione della sanità, che rappresenta ben oltre il 50% della spesa regionale.
I forestali protestavano perchè c'è il rischio quest'anno di non poter effettuare le 78 o le 101 giornate previste dalla legge, tenuto conto che le burocrazie nazionali e regionali non sono state in grado di poter progettare in tempo 100 milioni di euro di fondi europei, che, ovviamente, non gravano sul bilancio della Regione.
Perchè deve essere chiaro che la stragrande maggioranza dei forestali non sono lavoratori in pianta stabile, ma precari e stagionali.
Come è altrettanto chiaro che questi lavoratori rappresentano un pezzo di quel lavoro assistenziale, che viene dato a lavoratori delle zone interne e montane, che diversamente non avrebbero di che vivere. Ma è altrettanto chiaro che quelle somme possono essere spese in modo più razionale produttivo.
Durante la manifestazione un lavoratore di San Michele di Ganzeria mi diceva: "Ho 58 anni, non c'è lavoro, per quel poco che c'è i datori di lavoro preferiscono uno più giovane, non posso andare in pensione a causa della legge Fornero, nonostante abbia 39 anni di contributi. Cosa mi resta da fare se mi viene tolta la Forestale ?" La risposta al prossimo talk show.
"Ho 58 anni nonostante abbia 39 anni di contributi. Cosa mi resta da fare se mi viene tolta la Forestale ??'' CARO COLLEGA SPERIAMO CHE NON CI TOLGANO NE ORA NE MAI LA FORESTALE. E PENSARE CHE I POLITICI TUTTI GLI BASTA SVOLGERE ANCHE 5 ANNI DI ''' FARISI I SCIANCHI TANTI''' PER ANDARE IN PENSIONE COSIDDETTA D'ORO.COMUNQUE DI SICURO NON SI VERGOGNANO AFFATTO,ANZI POSSIBILMENTE CI PONNU PARIRI SEMPRI PICCA. toto gebbia
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