LA SICILIA NON FA ECCEZIONE
Conti a rischio incostituzionalità
Dopo il Piemonte trema anche la Sicilia
Chi si ricorda le polemiche di quasi due anni fa ormai, quando assessore all’economia in Sicilia era Luca Bianchi, sul mutuo per ripagare i debiti della pubblica amministrazione? Allora si impose la permanenza ai massimi livelli delle tasse regionali per ottenere i fondi necessari a pagare i debiti che la regione aveva contratto con le aziende ma non riusciva a saldare con enormi ritardi. una situazione che riguardava l’intero paese e che in Sicilia valeva circa 1 miliardo e 100 milioni buona parte dei quali debiti delle Asp.
Bene quei ‘prestiti’ lo Stato li fece a tutte le Regioni sotto forma di mutuo per non incidere troppo sulla spesa corrente ma vincolandoli allo sblocco dei pagamenti nei confronti delle imprese.
Il Piemonte, però, utilizzando le norme contabili tradizionali, introitò quei soldi come proventi da un mutuo e dunque li usò non solo per i debiti ma in buona parte per le spese correnti dimenticando che il pareggio di bilancio ed i vincoli di spesa sono, adesso, un obiettivo inserito in Costituzione.
Così la Corte Costituzionale, pronunciandosi per la prima volta su una simile materia, ha dichiarato incostituzionale il bilancio del Piemonte.
Cosa comporti questa sentenza è davvero difficile comprenderlo visto che esiste la norma ma non la sanzione. fatto sta che in queste condizioni non c’è solo il Piemonte ma praticante tutte le Regioni italiane. Solo la Lombardia ha fatto scelte diverse e non è attaccabile.
A rischio incostituzionalità ci sono, quindi, i bilanci 2013 o 2014 o entrambi di altre 15 regioni a statuto ordinario mentre la situazione diventa più ingarbugliata per le regioni a Statuto Speciale.
Anche la Sicilia ha introitato, come quasi tutti, quelle somme come provento da mutuo facendole confluire nel bilancio complessivo della Regione. Del pagamento dei debiti nei confronti delle aziende poche tracce. In realtà qualcosa è stato fatto ma di saldi ancora non si parla e diversa la situazione non potrebbe essere viste le difficoltà di liquidità della Regione che si protraggono da anni.
Il problema ‘tecnico’ non si risolverebbe neanche a fronte del pagamento di tutti i debiti pregressi. La consulta, infatti, ha dichiarato incostituzionale il bilancio che introita nei fondi correnti quei soldi che dovrebbero, invece, essere vincolati. una sorta di distrazione di somme anche se formalmente non è così trattandosi di un mutuo.
C’è poi un secondo problema tecnico – giuridico. Le norme dello statuto siciliano hanno valore costituzionale. Sono o non sono superate dall’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione dallo Stato? Secondo i tecnici del Ministero sì, tanto da considerare teoricamente fattibile anche il commissariamento di una regione ‘speciale’ come la Sicilia sui temi del bilancio. una interpretazione che, però, è tutt’altro che univoca e che, se ma vi si dovesse arrivare, sarebbe certamente oggetto di ricorsi e contenziosi.
Per evitare scontri ulteriori con Roma offrendo il fianco al Ministero dell’economia che da sempre mal tollera l’autonomia siciliana, la strada sarebbe quella del saldo dei debiti. in questo modo, anche se tecnicamente introitate in modo considerato errato dalla Corte, verrebbe meno la ‘distrazione costituzionale’ (passateci il termine) e dunque il motivo di un eventuale ricorso.
Ma la Sicilia non ha questa liquidità e dunque si naviga nel mare dell’incertezza giuridica in territori del tutto inesplorati
24 Agosto 2015
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