Caso Crocetta chiuso, vertice romano del Pd
In arrivo una pioggia di 500 milioni
Il caso Crocetta si chiude qua, almeno per il momento. Il Pd ha deciso di non insistere sulle dimissioni del governatore. La scelta è maturata durante un vertice romano convocato da Matteo Renzi in persona e che ha portato nella capitale anche il segretario regionale Fausto Raciti. L’incontro si è svolto a tarda ora ma Renzi non c’era. Il faccia a faccia è stato delegato a Guerini e Faraone che hanno rimproverato a Raciti una gestione approssimativa del caso Sicilia. Sarebbero stati sbagliati modi e tempi sia del ritiro della fiducia che poi della riconferma della stessa fiducia a Crocetta. Il piano resta comunque quello di andare ad elezioni in primavera ma i tempi per la chiusura della legislatura si allungano un po’.
Così oggi il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone plenipotenziario di Renzi per la Sicilia sotto la supervisione di Guerini, annuncia che sono passati in commissione bilancio al senato gli emendamenti che danno il via libera all’accordo stato regione. Di fatto il governo pensa, adesso, a sistemare il bilancio per avere la mani libere e poter scegliere di staccare la spina non appena sarà pronto il documento economico per il 2016.
“Grazie al Pd e alle forze di maggioranza che sostengono il governo Renzi, sono stati approvati emendamenti che finalmente definiscono i termini dell’accordo tra Stato e Regione – dice Davide Faraone -. Un grande e, per certi versi, storico risultato. In collaborazione con l’assessore regionale al bilancio Alessandro Baccei abbiamo realizzato l’intesa che consentirà alla Sicilia di pagare gli stipendi dei suoi dipendenti e chiudere il bilancio. Non solo: l’accordo porrà le basi per risolvere la questione dell’impugnazione dei bilanci dei prossimi due anni. La regione potrà tornare a investire in crescita e occupazione”.
E a fargli eco è proprio il segretario siciliano Raciti, richiamato all’ordine dal partito “Il governo nazionale e il Parlamento hanno dimostrato un’attenzione nei confronti della Sicilia di cui siamo grati. Un’attenzione di cui avremo ancora bisogno in futuro. Manteniamo un produttivo dialogo tra Stato e Regione nell’interesse dei cittadini”.
L’accordo fa arrivare in Sicilia 500 milioni, non più i 300 previsti, e permette di pagare gli stipendi ma anche di superare l’impugnativa del bilancio 2016 e 2017 permettendo a Baccei di lavorare alla predisposizione del bilancio 2016. Proprio a Baccei è stato chiesto di restare fino alla soluzione di questi temi anche se lui ha annunciato di voler andare via. Per il momento si va avanti, dunque, con Crocetta ma fra la resa dei conti è solo spostata a settembre o forse ad ottobre
“Non siamo né distratti, – riprende invece il sottosegretario all’istruzione – né impressionati dalla crisi politica che si è aperta nella Regione Sicilia. Teniamo la barra dritta e abbiamo trovato una soluzione per i 300 i milioni mancanti in bilancio di previsione che la regione ha chiesto al governo nazionale. Adesso, dopo un’operazione di riaccertamento dei residui, sono diventati 500. Un’operazione richiesta da tempo per completare la pulizia del bilancio della Regione, eliminando quasi 6 miliardi di euro di partite attive difficilmente esigibili. Un provvedimento che consente alla Sicilia di rimettere in sesto i bilanci e far ripartire gli investimenti per lo sviluppo”.
“I 500 milioni arriveranno con un pacchetto di misure, delineate negli emendamenti approvati in Commissione al Senato, che si sbloccheranno una volta che il dl sarà convertito in legge. Nel dettaglio sono previsti 200 milioni come riconoscimento delle mancate entrate Irpef, riscosse dallo Stato anziché dalla Regione, 100 milioni collegati all’attuazione dell’art. 37 dello Statuto che riguarda l’attribuzione delle quote Irpef alla regione da parte delle imprese con impianti in Sicilia, 150 milioni – che saliranno a 300 per il 2016 e il 2017 – derivanti dalla possibilità di spalmare in 7 anni, anziché in 3, il disavanzo globale maturato a fine 2014, 50/100 milioni da ulteriori efficienze sul bilancio regionale e dalla possibilità, da verificare, di utilizzare, l’avanzo di gestione 2014 della sanità per ripagare costi sanitari addebitati impropriamente sul bilancio regionale.
“Sono riconoscimenti importanti per la Sicilia. Ma, chiaramente, il lavoro non si ferma qui. Il governo nazionale e quello governo regionale – aggiunge Faraone – dovranno continuare a collaborare per il 2016. Serviranno credibilità ed autorevolezza. Dobbiamo trovare soluzioni che consentano la chiusura del bilancio senza usare i fondi per lo sviluppo per pagare le spese correnti. Lo dobbiamo – conclude – alle nuove generazioni che non possono portare il peso di debiti cresciuti in maniera spropositata negli anni passati”.
La questione politica è, per il momento, accantonata, almeno da un punto di vista formale e della comunicazione
24 Luglio 2015
Per favore, ridateci la dignità
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