«La Regione non svincola 150mila ettari di terreno»
Leggo su "La Sicilia" che, a gennaio inoltrato, l'Assemblea regionale siciliana non è riuscita non solo ad approvare il bilancio di previsione per l'anno 2015 ma non ha approvato nemmeno l'esercizio provvisorio sino al 30 aprile corrente anno. Il testo di legge è andato prima all'Ars, poi in commissione poi di nuovo all'Assemblea e poi di nuovo in commissione dove doveva essere deliberato lunedì scorso e invece è slittato ad altra data. La verità è che mancano i soldi non per fare grandi opere o grandi investimenti ma solo per pagare gli stipendi ai precari, ai forestali e forse anche agli stessi dipendenti regionali. Siamo alla bancarotta! Ma non è tutto. Gli ultimi dati Istat danno notizie allarmanti per l'economia: il prodotto interno lordo è in caduta libera - negli ultimi sette anni l'Italia ha perso il 25% della propria capacità produttiva - facendoci crollare dal quinto posto (potenza industriale del mondo) alle ultime classifiche dei paesi industrializzati; la media della disoccupazione nazionale è al 14% circa mentre quella della Sicilia ha superato il 25% - la disoccupazione giovanile che in Italia è al 45%, in Sicilia si avvia al 60%. Le imprese che chiudono sono il doppio di quelle che aprono; l'emigrazione all'estero dei nostri giovani sta aumentando vertiginosamente-si va fuori per trovare un lavoro, per crearsi una famiglia per avere un futuro migliore! I giovani che restano sono imbrigliati in una logica perversa da anni messa in atto da associazioni, enti e politici che sanno guardare solo all'immobilismo, al parassitismo e a bloccare tutto: No ponte, No Muos, No Tav, No Triv, No Ilva, No M., No Pillirina, ecc.
Il 90 % del territorio siciliano è comunque sottoposto a vincoli. Nella sola Sicilia ci sono sei parchi e 95 oasi con uno sperpero di centinaia di milioni di euro all'anno e con il risultato di aver bloccato l'agricoltura, l'edilizia, la zootecnia e il turismo. La Corte Costituzionale con la sentenza 212/14 ha ribadito la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente e l'obbligo per la Regione Siciliana di applicare la Legge 394/91 che al terzo comma dell'art. 23 impone, per l'istituzione di parchi ed oasi regionali, l'utilizzo di terreni demaniali o comunque appartenenti ad enti pubblici e non contempla l'utilizzazione dei terreni dei privati. Io stesso, nel mese di ottobre, ho sollevato il problema durante la mia audizione presso la quarta commissione Territorio dell'Ars e tutti, deputati, dirigenti e presidenti dei parchi, mi hanno guardato come se fossi stato l'alieno venuto da altri pianeti! Da luglio 2014 - data in cui è stata emessa la sentenza della Corte, massimo organo giurisdizionale in Italia - la Regione Siciliana non ha messo in atto alcuna procedura per liberare i centocinquantamila ettari di terreno tuttora sottoposti a vincoli, anzi qualcuno si è glorificato, vantando l'operato di qualche Procura che anzicchè difendere il diritto di proprietà dei cittadini ha messo in atto procedure abnormi di sequestri e demolizioni! Siamo veramente in un dilemma kafkiano: se non è lo Stato che deve difendere i Cittadini dai soprusi e dalle angherie che vengono commessi da altri enti, il Cittadino a chi deve rivolgersi?
Dott. Carlo Cincotti
Presidente del comitato per la riperimetrazione
del Parco dell'Etna
10 Gennaio 2015
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