Regione, ecco il piano di risanamento
ma i Comuni sono sul piede di guerra
L'Assessore Baccei
Giovanni Ciancimino
Palermo. La commissione Bilancio ha approvato il Dpef 2015-2017 che ora andrà in Aula per il voto definitivo. Dalla relazione dell'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, emerge la sintesi delle indicazioni fondate sulle riforme suggerite dal governo centrale nel corso del recente incontro informale del sottosegretario Delrio con gli assessori regionali.
La riduzione e la qualificazione della spesa partirà dalla ristrutturazione degli enti strumentali e della burocrazia, dal ridimensionamento degli incentivi e dei vertici, dalla revisione delle missioni delle partecipate, dalla riqualificazione della spesa per precariato e forestali e dall'istituzione di una centrale acquisti (se ne parla da anni e mai realizzata).
Altre indicazioni riguardano le risorse extra regionali, in primis l'uso dei 20 mld che la Sicilia avrà a disposizione dalla chiusura della programmazione comunitaria 2007-2013 e dalla nuova programmazione 2014- 2020.
Questi i settori stategici per lo sviluppo indicati dal governo nel Dpef: Turismo, Beni culturali, Sanità e scienza della Vita, Agroalimentare ed Economia del mare; Energia e Smart cities.
Si punta all'aumento delle entrate. Come? Con l'intensificazione delle riscossioni esistenti, l' individuazione di nuove risorse, la gestione più efficiente del patrimonio regionale per migliorarne la redditività.
Questi gli argomenti indicati per i tavoli tecnici col governo centrale: riconoscimento della quota del gettito Irpef trattenuta dallo Stato che in base all'art. 36 dello Statuto spetta alla Regione; revisione del riparto tra le regioni a Statuto speciale degli accantonamenti tributari; riequilibrio finanziario della sanità attraverso la riduzione della compartecipazione dal 49,2% al 42,5%; rinegoziazione del patto di stabilità al fine dell'esclusione da questi vincoli della compartecipazione alla spesa comunitaria.
Il tutto nel quadro del riequilibrio dei conti regionali nel breve periodo e delle condizioni per lo sviluppo economico nel medio e lungo periodo.
Nel corso della conferenza stampa riguardante ben altri argomenti di cui ci occupiamo in altra pagina, Antonello Cracolici (Pd), a conferma che nel Pd sono tornati i mal di pancia precedenti al rimpasto del governo Crocetta (anzi sembrano essere peggiorati, visto che ora il fronte su cui il governatore dovrà destreggiarsi si è allargato agli amici di Davide Faraone) ha dichiarato: «Ho il sospetto che l'assessore Baccei abbia un accordo con la stampa per far conoscere ai giornalisti quello che non è consentito conoscere ai parlamentari della maggioranza. Fino a quando non ho atti formalmente prodotti da riunioni di maggioranza, le riforme di Baccei restano solo sue idee personali e basta».
Allarme sui tagli penalizzanti per i Comuni. Il presidente Leoluca Orlando avverte che i 390 Comuni siciliani saranno invitati a convocare i Consigli comunali il 9 febbraio, contro le scelte governative che penalizzano il Mezzogiorno. Orlando dice basta all'autonomia speciale, pretesto per scontri istituzionali, mistificazioni, sprechi e disservizi. Chiede l'immediata convocazione del tavolo Stato-Regione-AnciSicilia. Annuncia bandiere siciliane a mezz'asta nei municipi. Nel documento approvato dal Consiglio regionale dell'Anci si ribadisce «la preoccupante situazione delle amministrazioni locali messe in ginocchio dagli insostenibili tagli da parte dei governi nazionale e regionale». Vi si sottolineano
gli episodi di violenza e di minacce ad amministratori comunali impegnati per la legalità e lo sviluppo «mentre le scelte nazionali non solo continuano a mortificare Comuni e Mezzogiorno, ma non tengono minimamente conto che gli enti locali, negli ultimi anni, non si sono sottratti a dare il loro contributo al risanamento della finanza pubblica». Il 28 gennaio i Comuni dell'Isola, per 5 minuti, spegneranno le luci dei palazzi comunali e di una parte del centro città. Protesta anche il segretario generale della Uil Sicilia Claudio Barone per i tagli alle pensioni dei regionali: «Viene fuori un altro pasticcio in Sicilia. Nello sbando più totale il governo Crocetta ha deciso di tagliare del 20% le pensioni dei regionali senza alcuna logica. L'effetto che produrrà questa riforma non sarà un ridimensionamento della spesa, ma solo l'aumento dei contenziosi legali che la Regione perderà con notevole spreco di risorse, autorevolezza e credibilità».
23 Gennaio 2015
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