«Guardie volontarie ambientali per tutelare meglio l'Etna»
Il "primo comandamento" per un ente gestore di un Parco naturale è quello di tutelare le proprie peculiarità naturalistiche. La più importante delle "mission" del Parco dell'Etna, che sta alla base della sua istituzione, è dunque quella di salvaguardare, di difendere le bellezze naturali dell'area protetta attorno al vulcano Patrimonio dell'Umanità.
Così come la violazione dei precetti contenuti nei dieci comandamenti viene considerata tra i più gravi peccati, la devastazione più violenta, insensata e becera della natura, come quella consumata nei giorni scorsi ai danni del sentiero dei Monti Sartorius dall'anonimo, "barbaro", gruppo di fuoristrada che lo ha solcato in un insensato carosello, irridendo tutte le norme e le più elementari regole del buonsenso, rappresentata la peggiore, la più avvilente delle offese contro il Parco, contro chi ci lavora, contro i tantissimi che lo amano.
Bene ha fatto La Sicilia a evidenziare l'accaduto e a parlare di sfregio e di vandali.
Così come l'irresponsabile abbandono incontrollato di rifiuti in vari siti dell'area protetta, anche in questo caso non è solo un problema di inciviltà e di rozzezza, ma di illegalità ai danni dell'ambiente, che va duramente repressa e punitae costituisce uno sprezzante oltraggio a tutti coloro, la corretta e silenziosa maggioranza, che invece vivono il Parco con rispetto e passione, e che lo vogliono integro e pulito per sé e per i propri figli.
Il Parco, insieme ad altre istituzioni, a tante associazioni e cittadini, opera per mantenere e offrire agli occhi del mondo un territorio, l'Etna, oggi Patrimonio dell'umanità, incontaminato, vivibile e decoroso, ma la contemporanea incidenza sullo stesso territorio di competenze e compiti frammentati, spesso impedisce incisività, efficacia e concreta tutela.
E' ben noto che il Parco dell'Etna non ha propri guardiaparco e che il compito del controllo e della repressione degli abusi nell'area protetta è affidato a ben 7 distaccamenti forestali che operano attorno alle falde del vulcano, ciascuno con pochi uomini e con competenze territoriali e funzionali non coincidenti con il territorio dell'area protetta. E' un modello che non funziona, se la barbara orda dei fuoristrada ha devastato in quel modo, con tanta arroganza e strafottenza di regole e norme, ma soprattutto con tanta presunzione di impunità, un luogo incantato come il sentiero dei Sartorius, che può ispirare solo ammirazione e rispetto. Serve di più: più presenza e più interventi, duri ed esemplari, contro chi devasta, sporca, offende la nostra Etna, da parte del Corpo Forestale, preposto alla vigilanza del Parco; ma proponiamo anche che la Regione prenda rapidamente in considerazione l'idea di istituire la figura della guardia volontaria ambientale, che potrebbe avere importanza strategica in termini di presenza sul territorio, e soprattutto chiediamo a quella maggioranza silenziosa che ci sia più coraggio e tempestività nelle segnalazioni da parte dei testimoni di questi scempi.
Forse stiamo ripetendo cose già dette, ma non ci stanchiamo di farlo. Abbiamo il dovere di ripeterle per tutti coloro che amano l'Etna. Sono in gioco non soltanto il principio di legalità che riguarda il rispetto delle norme e quello etico che riguarda il rispetto della natura, ma anche la significatività dell'idea stessa di Parco.
Marisa Mazzaglia
Presidente Parco dell'Etna
11 Gennaio 2015
Nota
Al posto di creare nuove figure, cerchiamo di formare ed utilizzare i lavoratori del comparto forestale. L'unica cosa che abbiamo capito in questi anni, è che non c'è volontà poilitica su come utilizzare la preziosa risorsa dei lavoratori forestali.
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