Blocco delle assunzioni ‘illegittimo’ in Sicilia
Una sentenza del Tar riapre le porte
La legge nazionale che blocca le assunzioni nella Pubblica amministrazione
potrebbe non essere applicabile in Sicilia nonostante su questa si
siano basate tutte le scelte fatte dall’amministrazione regionale e
dagli enti Locali negli ultimi 5 anni, Scelte che hanno portato perfino
ad escludere dalle graduatorie lavoratori che erano stati assunti dopo
il blocco o in deroga al blocco, con procedure di licenziamento o di
annullamento e perfino con denunce penali.
A mettere in dubbio l’intero impianto è una sentenza del Tar che si pronunciava su 10 lavoratori della ex provincia di Trapani. Tra le motivazioni del ricorso figura, infatti, anche l’inapplicabilità in Sicilia dell’articolo 16 comma 9 del decreto legge 95 del 2012 con cui il legislatore statale pone il divieto di assunzioni (reiterando un provvedimento che scattava dal 2009), una “disposizione – si legge nella sentenza - inapplicabile in ambito regionale siciliano in assenza di un’apposita legge di richiamo”.
Di fatto la sentenza del Tribunale amministrativo lascia la porta aperta a molte interpretazioni visto che il blocco del 2009 ha una legge ‘di richiamo’ a livello regionale mentre questa norma di recepimento non esiste per il decreto del 2012. Insomma l’interpretazione del Tar, se confermata ai vari livelli di giudizio, potrebbe travolgere solo in parte il blocco delle assunzioni ma potrebbe anche essere estesa all’intera procedura di blocco.
La vicenda riguarda 10 lavoratori precari dell’ex Provincia regionale, oggi Libero Consorzio di Trapani, sostenuti dalla Cgil e dalla Funzione pubblica Cgil, che hanno vinto il ricorso presentato contro la revoca dei contratti di stabilizzazione che stabiliva l’uscita dal precariato per 124 dipendenti.
Di fatto l’ex provincia aveva revocato la loro assunzione a tempo determinato stabilita in precedenza nonostante la delibera fosse stata adottata come “stabilizzazione di precari storici in autotutela” dall’amministrazione.
La terza sezione del Tribunale Amministrativo regionale per la Sicilia ha, infatti, accolto il ricorso con il quale i dieci lavoratori, difesi dall’avvocato Massimo Barrile, hanno contestato la revoca dei contratti a tempo indeterminato ritenendo la motivazione ”insufficiente e illogica” anche in ragione del fatto che la Corte dei conti non avrebbe ravvisato in sede di controllo profili di illegittimità finanziaria, limitandosi a segnalare proprie perplessità sull’opportunità e non sulla violazione della legge.
Tra le motivazioni del ricorso figura, infatti, anche l’inapplicabilità in Sicilia dell’articolo 16 comma 9 del decreto legge 95 del 2012 con cui il legislatore statale pone il divieto di assunzioni, una “disposizione – si legge nella sentenza - inapplicabile in ambito regionale siciliano in assenza di un’apposita legge di richiamo”.
Per il Tribunale Amministrativo regionale la revoca sarebbe avvenuta per ragioni di opportunità ma non per ragioni finanziarie e di legge pertanto ha accolto il ricorso disponendo l’annullamento del provvedimento di revoca dei contratti a tempo indeterminato.
I 124 lavoratori erano stati stabilizzati il 31 dicembre 2013 dall’allora commissario Luciana Giammanco. Successivamente con la delibera 79 del 4 luglio 2013 il commissario Darco Pellos aveva annullato le delibere riguardanti il procedimento per la stabilizzazione. I contratti sono stati, poi, annullati con la determina dirigenziale 430 del 4 luglio – firmata dall’allora dirigente Giuseppe Scalisi su proposta del funzionario Federico Messina – che prevedeva a partire del 16 luglio due mesi di preavviso per la risoluzione dei contratti.
La Cgil e la Funzione pubblica Cgil non condividendo il provvedimento di revoca dei contratti hanno sostenuto e incoraggiato, sin da subito, i lavoratori a intraprendere l’azione legale nei confronti dell’ex Provincia Regionale.
“Abbiamo sempre ritenuto illegittima – commentano il segretario generale della Cgil Filippo Cutrona e il segretario della Funzione
Pubblica Vincenzo Milazzo – la revoca dei contratti chiedendone il ripristino a tutti i commissari che si sono susseguiti. Adesso - concludono – chiediamo all’Amministrazione che venga dato immediato seguito alla sentenza”.
Di fatto adesso i lavoratori dovrebbero essere reimmessi in servizio a tempo determinato anche se è probabile un ricorso al Cga. A seguire analoghi ricorsi sono da attendere da parte di tutti gli altri 114 lavoratori nella medesima situazione a prescindere, poi, dalle valutazioni di carattere generale e dagli effetti sull’intera amministrazione pubblica siciliana dalla Regione fino all’ultimo (per dimensioni) ente locale
A mettere in dubbio l’intero impianto è una sentenza del Tar che si pronunciava su 10 lavoratori della ex provincia di Trapani. Tra le motivazioni del ricorso figura, infatti, anche l’inapplicabilità in Sicilia dell’articolo 16 comma 9 del decreto legge 95 del 2012 con cui il legislatore statale pone il divieto di assunzioni (reiterando un provvedimento che scattava dal 2009), una “disposizione – si legge nella sentenza - inapplicabile in ambito regionale siciliano in assenza di un’apposita legge di richiamo”.
Di fatto la sentenza del Tribunale amministrativo lascia la porta aperta a molte interpretazioni visto che il blocco del 2009 ha una legge ‘di richiamo’ a livello regionale mentre questa norma di recepimento non esiste per il decreto del 2012. Insomma l’interpretazione del Tar, se confermata ai vari livelli di giudizio, potrebbe travolgere solo in parte il blocco delle assunzioni ma potrebbe anche essere estesa all’intera procedura di blocco.
La vicenda riguarda 10 lavoratori precari dell’ex Provincia regionale, oggi Libero Consorzio di Trapani, sostenuti dalla Cgil e dalla Funzione pubblica Cgil, che hanno vinto il ricorso presentato contro la revoca dei contratti di stabilizzazione che stabiliva l’uscita dal precariato per 124 dipendenti.
Di fatto l’ex provincia aveva revocato la loro assunzione a tempo determinato stabilita in precedenza nonostante la delibera fosse stata adottata come “stabilizzazione di precari storici in autotutela” dall’amministrazione.
La terza sezione del Tribunale Amministrativo regionale per la Sicilia ha, infatti, accolto il ricorso con il quale i dieci lavoratori, difesi dall’avvocato Massimo Barrile, hanno contestato la revoca dei contratti a tempo indeterminato ritenendo la motivazione ”insufficiente e illogica” anche in ragione del fatto che la Corte dei conti non avrebbe ravvisato in sede di controllo profili di illegittimità finanziaria, limitandosi a segnalare proprie perplessità sull’opportunità e non sulla violazione della legge.
Tra le motivazioni del ricorso figura, infatti, anche l’inapplicabilità in Sicilia dell’articolo 16 comma 9 del decreto legge 95 del 2012 con cui il legislatore statale pone il divieto di assunzioni, una “disposizione – si legge nella sentenza - inapplicabile in ambito regionale siciliano in assenza di un’apposita legge di richiamo”.
Per il Tribunale Amministrativo regionale la revoca sarebbe avvenuta per ragioni di opportunità ma non per ragioni finanziarie e di legge pertanto ha accolto il ricorso disponendo l’annullamento del provvedimento di revoca dei contratti a tempo indeterminato.
I 124 lavoratori erano stati stabilizzati il 31 dicembre 2013 dall’allora commissario Luciana Giammanco. Successivamente con la delibera 79 del 4 luglio 2013 il commissario Darco Pellos aveva annullato le delibere riguardanti il procedimento per la stabilizzazione. I contratti sono stati, poi, annullati con la determina dirigenziale 430 del 4 luglio – firmata dall’allora dirigente Giuseppe Scalisi su proposta del funzionario Federico Messina – che prevedeva a partire del 16 luglio due mesi di preavviso per la risoluzione dei contratti.
La Cgil e la Funzione pubblica Cgil non condividendo il provvedimento di revoca dei contratti hanno sostenuto e incoraggiato, sin da subito, i lavoratori a intraprendere l’azione legale nei confronti dell’ex Provincia Regionale.
“Abbiamo sempre ritenuto illegittima – commentano il segretario generale della Cgil Filippo Cutrona e il segretario della Funzione
Pubblica Vincenzo Milazzo – la revoca dei contratti chiedendone il ripristino a tutti i commissari che si sono susseguiti. Adesso - concludono – chiediamo all’Amministrazione che venga dato immediato seguito alla sentenza”.
Di fatto adesso i lavoratori dovrebbero essere reimmessi in servizio a tempo determinato anche se è probabile un ricorso al Cga. A seguire analoghi ricorsi sono da attendere da parte di tutti gli altri 114 lavoratori nella medesima situazione a prescindere, poi, dalle valutazioni di carattere generale e dagli effetti sull’intera amministrazione pubblica siciliana dalla Regione fino all’ultimo (per dimensioni) ente locale
10 Gennaio 2015
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