23 novembre 2014

OPERAZIONE DEGLI UFFICIALI DEL CORPO FORESTALE E DELLA REGIONE SUL POSSESSO ILLEGALE DI RAPACI. SEQUESTRATI FALCHI PELLEGRINI E CALANDRE NELLA TENUTA DEL «MAESTRO» FALCONIERE


Operazione di pg sul possesso illegale di rapaci

Sequestrati falchi pellegrini e calandre
nella tenuta del «maestro» falconiere



Un giovane falco pellegrino pronto per un'esibizione al pubblico: 
gli si tappano gli occhi con un cappuccio di cuoio per evitare che si impaurisca


Giovanna Quasimodo
Pochi giorni fa il falconiere Agatino Grillo, 55 anni, che molti chiamano «maestro», ha ricevuto la visita della polizia giudiziaria (ufficiali del corpo forestale e della Regione) nella sua tenuta-azienda di contrada Cimino Magliaro di Misterbianco. Grillo è indagato in un'inchiesta giudiziaria condotta dal procuratore aggiunto Giuseppe Toscano per verificare eventuali irregolarità in tema di certificazione Cites (indispensabile per la detenzione di animali selvatici) e verificare l'eventuale possesso illegale di rapaci. A fine ispezione gli sono stati sequestrati due esemplari di falco pellegrino perché la certificazione Cites non appariva regolare, nonché sei tartarughe terrestri (anche loro prive di tracciabilità) e sei esemplari di Calandra, un volatile in via di estinzione la cui detenzione, così come quella dei rapaci, è vietata, in quanto considerata fauna selvatica e, come tale, patrimonio indisponibile dello Stato. Sequestrati anche un Falco Pellegrino e un barbagianni morti. È stata anche trovata attrezzatura in genere usata per la cattura illegale degli uccelli. La polizia giudiziaria ha anche portato via un fucile ad aria compressa con silenziatore (che si sospetta abbia subìto modifiche) e alcune cartucce a pallettoni. Le indagini non sono ancora concluse, perché si stanno rendendo necessarie ulteriori verifiche su quanto sequestrato e, dunque, le responsabilità del falconiere sono da ritenere presunte e tutte da dimostrare. Grillo ha alle spalle alcune sentenze passate in giudicato per detenzione, furto e ricettazione di armi, contraffazione di atti e favoreggiamento personale risalenti agli Anni Novanta.
La notizia colpisce particolarmente perché Grillo è molto popolare negli ambienti della falconeria e viene spesso invitato - a pagamento - in manifestazioni pubbliche a sfondo medievale e nelle scuole, per dare dimostrazioni didattiche.
La falconeria è una tecnica venatoria consentita, ma deve essere praticata nel rispetto delle regole e soprattutto utilizzando rapaci di allevamento accompagnati dai certificati Cites che ne mostrino la provenienza, dato che cacciare i rapaci in natura è assolutamente vietato, tanto meno rubare i loro piccoli.
Indipendentemente dalle indagini in corso, i volontari lanciano un allarme sui furti di nidiacei e sul commercio illegale di rapaci, in particolare dell'aquila Bonelli, una specie richiestissima dai falconieri in Italia e in Europa; si pensi che un esemplare «regolare» di aquila Bonelli, nel mercato legale, ha un costo di circa ventimila euro e dunque i disonesti che li sottraggono ai nidi ne traggono un bel profitto dalla vendita in nero. Un coordinamento formato dalle associazioni Lipu, Wwf, Fondo siciliano per la natura, Man, Ebn e Cooperativa Silene, da anni anni si occupa di prevenire queste pratiche illegali che spesso portano all'estinzione delle speci.
Giuseppe Rannisi, delegato provinciale Lipu, racconta che i volontari, di recente, hanno sventato due furti di nidiacei di aquila Bonelli nell'Agrigentino: «Due di questi esemplari nel giro di pochi giorni erano finiti ad Alessandria, dove sono stati intercettati dalle forze dell'ordine e sequestrati; uno dei due rapaci è stato ritrovato morto, a dimostrazione di quanto questi animali vengano maltrattati; il secondo per fortuna ha potuto riassaporare la libertà».
«Capita spesso - sostiene Rannisi - che gli animali usati dai falconieri subiscano sevizie e vengano tenuti a lungo in gabbie sporche e anguste e per di più a pancia vuota; bisogna distinguere tra falconeria e attività commerciali che spesso servono solo ad alimentare i mercati clandestini. Perciò - conclude il portavoce della Lipu - i comuni che organizzano le manifestazioni a sfondo medievale dovrebbero pensarci due volte prima di offrire al pubblico spettacoli che di culturale hanno poco o niente».


22 Novembre 2014







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