02 ottobre 2014

«OCCORRE AFFRONTARE LA CRISI DEL COMPARTO AGRICOLO». PER I LAVORATORI FORESTALI IL CONTRATTO INTEGRATIVO REGIONALE NON È RINNOVATO DAL 2001 E CI SONO ANCORA LAVORATORI CHE DEVONO RICEVERE PARTE DEGLI ARRETRATI CONTRATTUALI DEL VECCHIO CONTRATTO 2006-2009.L'AZIENDA FORESTE DEVE DIVENTARE UNA VERA E PROPRIA AZIENDA DA GESTIRE CON CRITERIO D'IMPRESA MA SEMPRE CON ATTENZIONE ALL'INTERESSE GENERALE



Consiglio direttivo della Fai Cisl: attenzione alla perdita dei mercati del nord

«Occorre affrontare la crisi del comparto agricolo»


Da sinistra, Angela Tasca, Rosaria Rotolo, Pietro Di Paola, Fabrizio Colonna
Foto lasicilia.it



Anche il comparto agricolo catanese subisce il peso della lunga crisi economica. Trentamila addetti di cui più della metà lavora solo 100 giorni l'anno e il 15 per cento di imprese in meno rispetto al 2013. Una condizione di cui si è discusso ieri nel consiglio direttivo della Fai Cisl etnea al quale hanno partecipato i segretari generali Fabrizio Colonna (Fai Cisl Sicilia) e Rosaria Rotolo (Cisl Catania).
«La perdita dei mercati del nord Europa - ha esordito Pietro Di Paola, segretario generale provinciale della Fai Cisl - ha provocato una consistente riduzione dei prezzi, ciò ha creato difficoltà economiche e dalla scarsa valorizzazione delle nostre produzioni è derivata una contrazione della redditività del comparto». Oggi gli occupati nel settore a Catania sono 30mila circa così ripartiti: il 18% di essi non supera un monte giornate annue di 50, quindi non sufficienti a poter garantire i benefici previdenziali e assistenziali; solo il 30% supera un monte giornate di 150; la maggioranza, il 52%, compie una media di 100 giornate e grazie alla relativa quota di disoccupazione agricola percepita riesce a sopravvivere.
«Il tasso di occupazione dipendente in agricoltura, nonostante la crisi, è ancora considerevole - ha sottolineato Di Paola - ma va salvaguardato, qualificato e rafforzato. Il lavoro agricolo infatti molto spesso è mal retribuito. C'è una concorrenza sfrenata dalla manodopera straniera, vista sempre con maggior frequenza dai nostri lavoratori come la causa della mancanza di lavoro e della mal retribuzione. Solo una parte minima di stranieri, il 5%, è messa in regola, mentre prolifera il lavoro nero».
L'alto tasso di lavoro irregolare e di evasione contributiva, il lavoro nero e super sfruttato - è stato sottolienato - devono essere fatti emergere attraverso un impiego più efficiente degli organismi di controllo. Ma l'agricoltura va considerata anche come un deterrente per il dissesto idrogeologico e per la lotta alla desertificazione del nostro territorio. Per quanto riguarda i Consorzi di bonifica va detto che a Catania le opere da gestire, curare e custodire, anche se vetuste e malandate, danno un servizio a più di 12mila utenti. C'è dunque necessità di personale e bisogna prevederlo nel bilancio preventivo 2015 autorizzando per i lavoratori stagionali la somma necessaria per coprire l'intero anno, in attesa della legge di riordino dei consorzi. Lo stesso si può dire per il consorzio di Caltagirone, dove a una pianta organica di 105 unita ne mancano 35, insufficienti a fornire servizio.
Per i lavoratori forestali il contratto integrativo regionale non è rinnovato dal 2001 e ci sono ancora lavoratori che devono ricevere parte degli arretrati contrattuali del vecchio contratto 2006-2009. «La lentezza e l'incertezza del governo regionale sta mettendo a rischio un patrimonio boschivo pazientemente e faticosamente costruito negli anni dal lavoro degli operai forestali. L'Azienda foreste deve diventare una vera e propria azienda da gestire con criterio d'impresa ma sempre con attenzione all'interesse generale per un ambiente sano, salubre e sicuro e deve servire come volano o leva tramite cui dare un segnale positivo di ripresa. Per Colonna e Rotolo, "il comparto agro-forestale deve essere una risorsa per l'economia catanese e siciliana. Produzioni d'eccellenza e patrimonio naturalistico devono diventare scelte prioritarie»

01 Ottobre 2014









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