Macalube, marcia indietro della Regione
Legambiente custode giudiziario del parco
di Manlio Viola
Nessuna violazione nella gestione della riserva Macalube di Aragona
nell’Agrigentino. Sarà l’inchiesta della magistratura a chiarire cause
ed eventuali responsabilità di una tragedia senza spiegazioni, ma non
esistono violazioni amministrative. Per questo nessuna revoca
dell’affidamento è possibile ne il ricorso all’affidamento alla
Forestale.
La Regione torna sui suoi passi dopo che Legambiente aveva minacciato di mostrare alla stampa le carte che “sbugiardavano” le dichiarazioni politiche rilasciate a 24 e 48 ore dalla tragedia. Anche la magistrature, che ha disposto il sequestro e la chiusura del parco dei vulcanelli per effettuare tutte le indagini del caso, ha nominato la stessa Lagambiente custode giudiziario della riserva.
L’equivoco è stato chiarito nel corso di un incontro nei locali dell’assessorato regionale al Territorio ed ambiente avvenuto stamattina. Presenti l’Assessore Piergiorgio Gerratana coadiuvato dal Dirigente Generale, Gaetano Gullo, dal Capo di Gabinetto Carmelo Frittitta e dal suo Vicario Gandolfo Librizzi. Per Legambiente erano presenti il Presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, il Presidente regionale Domenico Fontana e il coordinatore regionale delle aree protette Angelo Dimarca.
“Dagli aspetti scientifici esaminati a quelli più propriamente connessi alla fruizione per finire anche agli aspetti relativi alla proprietà di parte dei terreni ricadenti nell’area protetta – si legge in una nota conginuta Regione-Legambiente -, è emerso come, nel corso degli anni, la Riserva è stata oggetto di studi, progetti, interventi e attività di varia natura tutti autorizzati dalla Regione a seguito di valutazione degli organismi scientifici e tecnici preposti a sovrintendere il complesso sistema di protezione della natura vigente in Sicilia.
La Regione, però, non rinuncia alla sua ispezione amministrativa: “Nel corso della riunione è stata ribadita l’esigenza – si legge ancora nella nota – che la disamina approfondita di ogni singola questione sarà oggetto dell’ispezione amministrativa disposta dal Dirigente generale del Dipartimento ambiente, ispezione che è stata apprezzata e salutata positivamente da Legambiente. Sarà questa la sede appropriata per verificare, oltre ogni ragionevole dubbio, la corretta e non arbitraria gestione della Riserva da parte di Legambiente regionale”.
“L’esperienza di questo tragico evento – ha voluto precisare l’assessore al territorio – anche sulla base delle risultanze dell’ispezione, induce l’Amministrazione e tutti i soggetti coinvolti a qualsiasi titolo nella gestione di aree protette, a considerare sotto un nuovo profilo il tema, di rilievo nazionale, della fruizione di ambiti naturalistici che presentano per la propria oggettiva natura potenziali e inevitabili rischi e a sviluppare conseguenti strategie e norme che ne attenuino l’esposizione”.
La Regione torna sui suoi passi dopo che Legambiente aveva minacciato di mostrare alla stampa le carte che “sbugiardavano” le dichiarazioni politiche rilasciate a 24 e 48 ore dalla tragedia. Anche la magistrature, che ha disposto il sequestro e la chiusura del parco dei vulcanelli per effettuare tutte le indagini del caso, ha nominato la stessa Lagambiente custode giudiziario della riserva.
L’equivoco è stato chiarito nel corso di un incontro nei locali dell’assessorato regionale al Territorio ed ambiente avvenuto stamattina. Presenti l’Assessore Piergiorgio Gerratana coadiuvato dal Dirigente Generale, Gaetano Gullo, dal Capo di Gabinetto Carmelo Frittitta e dal suo Vicario Gandolfo Librizzi. Per Legambiente erano presenti il Presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, il Presidente regionale Domenico Fontana e il coordinatore regionale delle aree protette Angelo Dimarca.
“Dagli aspetti scientifici esaminati a quelli più propriamente connessi alla fruizione per finire anche agli aspetti relativi alla proprietà di parte dei terreni ricadenti nell’area protetta – si legge in una nota conginuta Regione-Legambiente -, è emerso come, nel corso degli anni, la Riserva è stata oggetto di studi, progetti, interventi e attività di varia natura tutti autorizzati dalla Regione a seguito di valutazione degli organismi scientifici e tecnici preposti a sovrintendere il complesso sistema di protezione della natura vigente in Sicilia.
La Regione, però, non rinuncia alla sua ispezione amministrativa: “Nel corso della riunione è stata ribadita l’esigenza – si legge ancora nella nota – che la disamina approfondita di ogni singola questione sarà oggetto dell’ispezione amministrativa disposta dal Dirigente generale del Dipartimento ambiente, ispezione che è stata apprezzata e salutata positivamente da Legambiente. Sarà questa la sede appropriata per verificare, oltre ogni ragionevole dubbio, la corretta e non arbitraria gestione della Riserva da parte di Legambiente regionale”.
“L’esperienza di questo tragico evento – ha voluto precisare l’assessore al territorio – anche sulla base delle risultanze dell’ispezione, induce l’Amministrazione e tutti i soggetti coinvolti a qualsiasi titolo nella gestione di aree protette, a considerare sotto un nuovo profilo il tema, di rilievo nazionale, della fruizione di ambiti naturalistici che presentano per la propria oggettiva natura potenziali e inevitabili rischi e a sviluppare conseguenti strategie e norme che ne attenuino l’esposizione”.
03 Ottobre 2014
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