Legno bruciato, ma non a reddito
di Rosario Battiato
Nel
2014 la Sicilia, con 25mila forestali, prima per incendi nei boschi. La
Regione non ha un piano per il prelievo sostenibile. Saldo
import-export del settore mobili in negativo per quasi 13 mln di euro
PALERMO
- Deve esserci stato un serio problema di comunicazione tra l'Unione
europea e la Regione siciliana. La politica agricola comunitaria prevede
la messa a reddito dei boschi degli Stati membri attraverso il prelievo
di legname da lavoro e per uso energetico, senza per questo
compromettere il delicato ruolo rivestito dalle foreste nel contenimento
del rischio idrogeologico e nell'equilibrio climatico. Un prelievo,
insomma, gestito da un piano di azione ben coordinato a livello
centrale, senza improvvisazioni e scompensi ambientali. La Regione ha
promesso, si è impegnata, e poi ha gettato la spugna, mantenendo uno dei
prelievi più bassi d'Italia e d'Europa, mentre gli incendi continuano a
bruciare i boschi con l'Isola al primo posto nazionale per superficie
percorsa dal fuoco nel 2014. Un'altra occasione persa lungo il treno
della green economy.
Articolo pubblicato il 25 settembre 2014 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
ma a questo giornale non ci bastano i soldi che percepisce dalla regione, cerca pure l'abbonamento....
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