08 settembre 2014

L'ALTRO FRONTE APERTO DALLA CGIL E' IL PROBLEMA DEI FORESTALI CHE VA STORCIZZATO, TROVANDO UN SISTEMA CHE TUTELI UNA MANSIONE CHE IN SICILIA SERVE


Non è l'unico fronte aperto dalla Cgil


Non è l'unico fronte aperto dalla Cgil. Un altro riguarda l'attrattività della Zona industriale. «Un problema - dice - che non può essere attribuito solo all'amministrazione comunale. Anzi - sostiene Rota - il sindaco Bianco fin qui ha catalizzato soluzioni per le varie crisi aperte sul territorio, come quella della Micron. Tuttavia lo invitiamo a continuare e, anzi, ad alzare il tiro. Per Micron come per Myrmex, come per le Acciaierie dove si rischia grosso, come per la vertenza Alitalia, dove Bianco si è già speso paventando che la soppressione eventuale delle tratte spezzerebbe in due il Paese. Ecco chiediamo che il diritto dei siciliani sia protetto».
Giacomo Rota non vuole dimenticare però la vertenza della cultura. «I teatri - dice - sono Enti importanti, anima di questa città. Ci vuole una politica culturale seria che ci permetta di conservare quella che è la nostra identità. E invece la Regione riduce i suoi contributi, costringendo gli Enti a contrarre la propria produzione rischiando così di uscire dal circuito dei teatri di interesse nazionale. Su questi temi la Regione dovrebbe ragionare. E a Bianco chiediamo di vigilare con forza alla testa di una lobby positiva a difesa della cultura in città».
E' un fiume in piena, Rota, mentre «esplora» i vari comparti. «Call center? E' ora - dice - che il presidente della Regione Crocetta rispolveri il suo coraggio visionario che ce lo aveva reso caro intervenendo sulla questione, visto che finora il Governo regionale è stato interessato solo a intermittenza su un settore nel quale lavorano ormai 9mila catanesi. Massificazione e delocalizzazione non possono farsi sulla pella della gente»
«Pollice verso» anche per l'agroalimentare. «Nelle nostre campagne migliaia di donne e uomini vivono una condizione troppo spesso segnata dal mancato rispetto dei diritti contrattuali e della dignità umana. Almeno 5mila lavoratori, inoltre, non raggiungono il numero di giornate minimo per accedere alle tutele. E poi - aggiunge - non abbiamo potuto o saputo costruire una industria dell'agricoltura. Basta pensare alle 18mila aziende agrumicole della nostra provincia: l'elevato numero mostra l'eccessiva frammentazione produttiva: solo il 20% delle aziende è associato.
E ancora il problema dei forestali «che va storicizzato, trovando un sistema che tuteli una mansione che in Sicilia serve», E l'orgoglio per il Distretto del Sud-Est che al momento, però, esiste solo sulla carta. «Il 10 settembre cominceremo noi della Cgil a ragionare da distretto: riuniamo in un direttivo le Camere del lavoro di Catania, Caltagirone, Siracusa e Ragusa per offrire la nostra comune idea di sviluppo di area vasta».
E come non parlare di Microelettronica ad Etna Valley? «C'è bisogno dell'impegno di Crocetta, quello del sindaco c'è già con il tavolo permanente». Infine, Rota chiede più impegno per Librino, e per la sicurezza dei cittadini.
«A Catania - conclude - c'è un giacimento di possibilità e di potenzialità. Noi ci crediamo. Chiediamo anche al ceto politico di crederci».

07 Settembre 2014








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