08 settembre 2014

INCENDIO NEL PARCO MONTE SERRA. PREZIOSO L'ESTENUANTE LAVORO DEGLI UOMINI DA TERRA: FRA CUI I FORESTALI


Incendio nel parco del Monte Serra
Il sindaco: «Distrutto il 60% dell'area»

Salva la casa delle farfalle. In fumo macchia ed eucaliptus. Fauna a rischio


Le fiamme divorano Monte Serra, a destra un Canadair in azione
Foto lasicilia.it




Paolo Licciardello
Viagrande. Erano le ore 18. 55 di ieri quando il Canadair della Protezione Civile, inviato da Lamezia Terme e diretto da terra dall'ispettore superiore Franco Licciardello, ultimava gli "sganci" di acqua sulle fiamme che hanno martoriato, per quasi quattro ore, i circa 30 ettari del parco suburbano Monte Serra, inaugurato nel 1999, fiore all'occhiello per la speciale vegetazione esistente, curata e difesa da questo Comune etneo di 8.500 abitanti, a 13 km da Catania. Il Monte Serra è un cono avventizio che ha la caratteristica d'essere il più lontano dal cratere centrale e il più vicino al mare. L'incendio, quasi sicuramente di origine dolosa (difficile, secondo i tecnici, pensare a un'autocombustione considerata la temperatura della giornata), secondo alcune testimonianze, è scoppiato nella zona di via S. Gaetano all'angolo con via Padre Pio: le fiamme hanno subito aggredito la parte del Monte Serra prospiciente via Garibaldi, raggiungendone la vetta, dopo aver divorato, oltre alla macchia mediterranea e felci secche, anche alcuni alberi di eucaliptus, lambito alcuni villini esistenti in via Padre Pio e un rigoglioso vigneto curato dall'azienda vinicola Benanti, in quel momento visitato da un gruppo di turisti australiani che hanno ripreso l'inizio dell'incendio.
Sono prontamente intervenute sul luogo numerose squadre della protezione civile (sia locale che provinciale), della forestale di Zafferana Etnea (coordinate dall'ispettore Giuseppe Di Prima), di vigili del fuoco di Acireale (caposquadra Giuseppe Trovato) e di Linguaglossa, i volontari della protezione civile locale con in testa l'assessore Carmelo Gatto, i carabinieri della locale stazione e la polizia municipale. Un lavoro estenuante per un centinaio di persone che, grazie all'impianto antincendio fatto costruire dai responsabili dell'associazione Parco Monte Serra che lo gestiscono sin dal suo nascere, limitava i danni ai piedi del monte, ma nulla potevano fare per le fiamme che continuavano a divorare la preziosa vegetazione e che rischiavano di aggredire la casa delle farfalle (famosa in mezza Italia e visitata da migliaia e migliaia di studenti) e il bosco che divide il parco dalla struttura dell'Oda dove sono ospitati decine e decine di disabili. Sia il sindaco Francesco Leonardi che il suo vice Mauro Licciardello, nonché i dirigenti dei vigili del fuoco e della forestale chiedevano insistentemente l'aiuto di un Canadair che potesse domare le fiamme dall'alto. Finalmente esso è arrivato, assieme ad un elicottero dei vigili del fuoco. Ci sono voluti ben 13 "sganci" (di cui 11 con schiuma e 2 senza schiuma) da parte del Canadair e numerosi sganci anche da parte dell'elicottero, per aver definitivamente ragione dell'incendio. Prezioso l'estenuante lavoro degli uomini di terra: vigili del fuoco, forestale, protezione civile e volontari. Difficile il calcolo dei danni. Secondo il prof. Ettore Barbagallo, presidente degli amici della Terra (associazione che collabora con il parco Monte Serra) «sono da considerare incommensurabili i danni all'ecologia e all'ambiente. Ho assistito personalmente ai coniglio che fuggivano terrorizzati, a poiane rimaste prive del loro habitat naturale, così come tanti altre specie rare di animali che vivevano nella folta vegetazione andata il fumo». Per il sindaco Leonardi «il 60% del parco Monteserra non esiste più e bisognerà attendere parecchi anni per vedere rinascere la particolare vegetazione che lo contraddistingueva». C'è chi parla di danni per circa 500-600 mila euro.
Il parco Monte Serra, finanziato a suo tempo (era sindaco l'avvocato Francesco Corsaro Boccadifuoco) con circa 2 miliardi di lire dalla Regione siciliana, è stato ultimamente al centro di "spinose" polemiche poiché alle casse del Comune (cioè alle tasche dei cittadini) gli espropri dei terreni sui quali è stato realizzato, a distanza di 20 anni, stanno costando oltre un milione di euro.

07 Settembre 2014





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